Tre giorni, quattro nazioni! Non stiamo dando i numeri, anzi, se qualcuno ce li ha dati sono Marco e Jappo che, tra il 16° e il 18° giorno di questo straordinario viaggio tra Monopoli e Nordkapp (e ritorno), hanno toccato ben quattro paesi.
Dall’arrivederci alla Norvegia, passando per la Svezia e la Danimarca, prima di assestarsi in Germania, penultima tappa in direzione dell’Italia, ecco il racconto di un percorso fatto di qualche problema tecnico, e di tante destinazioni da scoprire, toccata e fuga verso Monopoli!
Carichi a molla, stamattina! Riprendiamo la E6 verso Oslo. La strada è abbastanza scorrevole, vedo gli altri motociclisti nella corsia opposta, carichi di borse, bauletti e tende, che salgono verso nord! Immagino le loro reazioni quando vedranno la bellezza della Norvegia. La giornata è bella. a volte sentiamo un po’ di caldo. In poco tempo grazie anche ai km recuperati ieri, arriviamo a Oslo. La città è bellissima ed il centro storico è abbastanza grande.
Ci sono monumenti moderni affiancati da quelli storici, il contrasto è molto particolare. Parcheggiamo le moto in centro e facciamo una passeggiata per scattare qualche foto. C’è molta gente e noto molti mendicanti e rom che seguono i turisti. La cosa non mi piace, soprattutto quando vedo un barbone che tiene in mano una macchina fotografica di valore. Il Jappo non era neanche convinto, avevamo lasciato le moto incustodite con le borse, tenda e altro legati con l’elastico. Decidiamo di ritornare in dietro e spostarci in un’altra parte del centro così da avere le moto sott’occhio. Facciamo un giro turistico seguendo il pullman a due livelli del Tour Norvegia dedicato per i turisti.
Troviamo parcheggiata una moto in area pedonale in pieno centro, il Jappo si butta e io lo seguo. Il punto era ottimo in piazza e riuscivamo a guardarle mentre giravamo intorno per vedere i monumenti. Ci fermiamo all’Hard Rock per pranzare, mentre guardavo i turisti curiosi che si avvicinavano alle moto per guardarle e qualcuno scattava anche delle foto! Dopo un po’ arrivano dei ragazzi con altre Ducati, si parcheggiano vicino alle nostre e vedevo che ci cercavano! Mi alzo e mi avvicino, mi presento e iniziamo a chiacchierare del tour che stavamo facendo. Uno di loro era un istruttore del DOC (Ducati Ower Club) della Norvegia.
Entusiasta mi mostra le sue foto in pista e del loro gruppo. Questi vanno matti per le Ducati nonostante qui costi il doppio! Se per questo, tutto qui rispetto all’euro costa il doppio. Per esempio, ho comprato delle sigarette che in Italia costano 4,60 € e qui ho pagato 8,90€… più costoso di un traghetto per attraversare i fiordi! Comunque, decidiamo di riprendere il cammino per avvicinarci alla Svezia. Salutiamo i ragazzi e in picchiata verso sud! La E6 si trasforma in una vera autostrada, “free motorbike” mi dicono gli autisti al casello che cercavo di pagare! Questo “free” mi eccita, stringo le cosce al serbatoio, giù la capoccia e vai col liscio! Percorriamo così tanti km a gran velocità che senza neanche accorgerci vedo il cartello del confine “Svezia“, mando l’ultimo arrivederci alla Norvegia e la ringrazio. Quasi arriviamo a Göteborg. Inizia a piovere, e dunque decidiamo di fermarci in città e ci mettiamo alla ricerca di un hotel, i prezzi sono altissimi e disponibilità scarsa!
Riprendiamo la strada verso sud, fortunatamente aveva smesso di piovere a Göteborg, il problema è sorto dopo 10 km che ci siamo trovati sotto il diluvio ed eravamo senza antipioggia. Ci rifugiamo in una area di servizio per asciugarci e cercare una sistemazione. Mi dico: non è possibile che non ci siano campeggi. Guardo il GPS e vedo che a circa 20 km c’erano dei laghi, ci sarà sicuramente qualcosa! ! I norvegesi e svedesi amano la pesca e i campeggi vicino l’acqua sono vitali! Smette di piovere ma indossiamo comunque gli antipioggia perché stavamo ancora scendendo e sicuramente andavamo incontro al temporale di prima. E così è stato! Acqua a secchiate, andavamo a passo d’uomo quasi! Mentre cercavo disperatamente il cartello camping, finalmente ne vedo uno.
Usciamo e ci fermiamo lì. il proprietario, a mio parere, ne ha approfittato. ci ha visto ridotti uno straccio ed era certo che alloggiassimo da lui, nonostante un piccolo sconto… ci ha fatto pagare 70 €! La classica casetta. Accettiamo e ci sistemiamo. Col Jappo prenotiamo l’albergo per domani, non possiamo contare più sui campeggi. Se tutto va bene domani visitiamo Copenaghen e poi dritti in Germania.
Alle 8:30 stamattina eravamo già in strada, vedevo il Jappo che gesticolava con se stesso, rallento e chiedo, la catena del Kawasaki si era nuovamente mollata, dovevamo sistemarla. Ci fermiamo in un distributore di benzina e vediamo nell’isolato affianco una concessionaria Audi. Facciamo rifornimento e andiamo in officina, l’operaio con gentilezza ci presta le chiavi e sistemiamo tutto. Riprendiamo l’autostrada e dritti senza soste verso Malmö, mentre il tempo in questo tratto di strada era abbastanza nuvoloso e non… ma comunque qualche goccia l’abbiamo presa. Arriviamo a sud della Svezia e paghiamo il pedaggio del ponte a Malmö, quello che unisce la Svezia con la Danimarca e in picchiata verso Copenaghen.
La città è molto bella, ricca di monumenti, un po’ di traffico soprattutto in centro e tantissimi turisti. Parcheggiamo le moto e facciamo un visita. Dopo pranzo ci dirigiamo alla statua della sirena, ma a Taranto non ci le stesse statue? A parte gli scherzi, troviamo molti turisti a fotografare il momento e anche noi ci buttiamo nella mischia. Sono le 16, c’è tempo, e dunque decidiamo di partire in direzione Germania, avevamo già prenotato un albergo a Rostock e il traghetto che partiva alle 20 da Gedser ci avrebbe portato lì. Arriviamo con un’ora in anticipo, ma passiamo il tempo a bere una birra e mangiare qualcosa. Ci imbarchiamo in perfetto orario. la traversata dura 2 ore circa. Un po’ stanchi alle 22:30 arriviamo in albergo. È tornato l’euro!
Stamattina mi sono svegliato già col pensiero di rientrare a casa. Alle 6:30 già operativi! Facciamo rifornimento sulle moto e noi con colazione a base di maffin, tra l’altro buonissimi quelli tedeschi e in picchiata verso Berlino. Il Jappo anche stamattina lamentava problemi sulla moto. Non riuscivamo a capire quale fosse il problema. Lui però sentiva un rumore al posteriore e a me sembrava quello delle pasticche dei freni. Comunque, in un lampo, nonostante qualche goccia di pioggia, credo sia la stessa nuvola che ci segue da Oslo, arriviamo a Berlino.
Ragazzi, un traffico allucinante! Facciamo un giro panoramico del centro in attesa di trovare parcheggio. Poi un ragazzo, addetto all’assistenza ai turisti, ci dice che a Berlino le moto si possono parcheggiare sopra il marciapiede, purché non creino intralcio ai pedoni. Prendiamo per buono la sua informazione e parcheggiamo le moto vicino a lui. Gli chiedo la cortesia di darle ogni tanto un’occhiata, lui è un motociclista per fortuna, lasciamo le moto in buone mani! Facciamo un giro nel grandissimo centro, purtroppo troviamo un cantiere in ogni angolo! Pranziamo velocemente e ripartiamo, di nuovo la nuvola sopra Berlino fa iniziare a piovere!
Riusciamo ad uscire dalla città con un pò di fatica tra semafori ogni 50 m , pioggia, bici e traffico! La nuvola non ci molla! Ci fermiamo in un’area di servizio, stavolta il Jappo è piuttosto arrabbiato perché la moto non va! Do’ un’occhiata veloce, ma non noto nulla di strano. Ci rimettiamo in marcia e mentre la nuvola continua a seguirci, cerco sul navigatore un’officina, volevo ricontrollare la catena. La più vicina era a 60 km, troppo lontano! Sentivo la moto del Jappo che faceva troppo rumore, temevo qualche problema serio. Poi ho pensato: non è possibile che Kawasaki non fornisca gli accessori per il tiraggio catena! Accosto e chiedo se nel sottosella c’era la borsa attrezzi in dotazione. Mi confermano di sì. Apriamo la misteriosa borsa, credo per la prima volta e dentro c’era di tutto! Mancava solo il meccanico della Kawasaki.
Per l’ennesima volta controlliamo il tiraggio e mi accorgo che la catena non era ben allineata con la corona. Sistemiamo tutto e finalmente ripartiamo con serenità! Alla sosta successiva, il Jappo mi dice: penso che oltre il problema della catena, il fatto che la moto vada male può dipendere dal fatto che ho sbagliato a mettere benzina, ho fatto il pieno con la 100 ottani. Mistero risolto! Entro al bar e prendo una RedBull, perché volevo volare e poi precipitare al suolo! Facciamo il pieno con la benzina normale. Io lo guardo con indifferenza, fa il pieno con la normale, arriviamo a Norimberga senza problemi sul Kawasaki. Ci sistemiamo e decidiamo di fare due passi in centro, ma a letto presto! Domani ci sono in ballo 800 km, e soprattutto, si torna in Italia!
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