Un po’ sulle tracce di Che Guevara nei Diari della Motocicletta, un po’ Indiana Jones che vogliono scoprire i luoghi più inesplorati del pianeta. Questo è il profilo medio dei motociclisti – e in generale di chi ama i viaggi – che vogliono confrontarsi con gli oltre 1200 chilometri della straordinaria, ma sfiancante, avventura alla guida lungo la Carretera Austral, il percorso – in realtà piuttosto recente – che collega il Cile meridionale, fungendo da ulteriore collegamento tra la capitale Santiago (molto più a nord) e le zone prossime alla Patagonia. Il tutto, tra centinaia di chilometri di sterrato, ghiacciai e luoghi lontanissimi dal resto del mondo. Vamos!
Il percorso della Carretera Austral, o ruta CH-7, ha inizio da Puerto Montt. La strada non è del tutto asfaltata, presentandosi, per lunghi tratti, in semplice terra battuta e, in almeno tre occasioni, è necessario ricorrere al traghetto per superare gli ostacoli rappresentati dai numerosi laghi, o fiordi, della zona. Il primo traghetto, che comporta una traversata di circa mezz’ora, si incontra a poco meno di 45 chilometri a sud dalla città di Puerto Montt e collega La Arena con Caleta Puelche. Il secondo, invece, dopo ulteriori 110 chilometri, prevede un traghettamento della durata di ben cinque ore, tra Hornopirén e di Caleta Gonzalo. Da quest’ultima si prosegue per un tratto selvaggio ma magnifico di 100 chilometri verso Puerto Cárdenas, ma quello che ci aspetta è un lunghissimo trasferimento di 658 chilometri verso Puerto Bertrand. Lungo questo tratto ci si può fermare ad ammirare la città termale e di pescatori di Puyuhuapi o la zona di Coyhaique, e si tocca anche il lago General Carrera/Buenos Aires, diviso a metà tra Cile e Argentina. Da Puerto Bertrand parte l’ultimo tratto di percorso, con un ulteriore traghetto a Caleta Yungay, prima di giungere in 280 chilometri a Villa O’Higgins e da qui, in 8 chilometri, al punto denominato El Fin De La Carretera Austral, sulla sponda nord del Lago San Martin.
La celebre Carretera Austral, nota anche come la Strada del Sud o Ruta CH-7, fu realizzata a partire dal 1976 per volontà del dittatore cileno Augusto Pinochet il quale, per motivi prettamente militari, dispose la costruzione di una strada che, con una lunghezza di circa 1.240 chilometri, avrebbe attraversato i territori selvaggi e scarsamente abitati del Cile meridionale per giungere fino in Patagonia. I soldati impegnati nella costruzione dell’arteria stradale furono almeno 10.000 e i lavori si sono conclusi dopo 25 anni, dando vita, già a partire dalla fine degli anni Ottanta, ad una nuova strada di collegamento, tanto ambiziosa quanto bella e panoramica, tra il centro-sud del Paese e le sue selvagge propaggini meridionali.
Di recente la Carretera Austral, o Southern Way, conclusa nel 2000, è stata inclusa in un nuovo progetto che, tramite l’unione di tre percorsi diversi, ha dato vita alla Route of Parks, la strada panoramica più bella del mondo. Meglio nota come la Ruta de los Parques de la Patagonia, la nuova strada inaugurata in Cile nel settembre 2018 è lunga ben 2.400 chilometri e attraversa 17 parchi naturali. Definita la strada più bella al mondo, consente di ammirare, lungo il suo avventuroso percorso, i ghiacciai delle imponenti vette andine, i vulcani della cordigliera, le foreste tropicali, i fiordi ed i grandi laghi del profondo sud del continente americano. La strada dei parchi è stata realizzata unendo tre percorsi preesistenti e, precisamente, la Southern Way, cioè la Carretera Austral o Ruta 7, la Patagonian Channels Routes e la Strada della Fine del Mondo, cioè la End of the World Route, dal nome intrigante e un po’ inquietante.
Lo straordinario itinerario, che richiede settimane di viaggio spesso in condizioni difficili, ha inizio dal centro di Puerto Montt, città del Cile meridionale, per terminare a Capo Horn e costituisce una inesauribile fonte di emozioni, grazie ai magnifici panorami e agli splendidi scorci che offre a coloro che la percorrono. Oltre metà del percorso della Strada dei Parchi è costituito dalla Carretera Austral, con il suo percorso che si snoda tra le alte cime innevate del Cile, nella natura incontaminata e in un paesaggio decisamente suggestivo, fatto di foreste selvagge, fiumi impetuosi e laghi spettacolari.
Veduta su Puerto Montt, con il canale Tenglo nel Reloncavi
Le cose da vedere lungo la Carretera Austral sono così tante da poter affermare, senza tema di smentita, che dietro ogni curva esiste una sorpresa, dietro ogni angolo si nasconde una meraviglia da scoprire ed imprimere nella memoria. Ecco alcuni dei punti principali che si incontrano lungo gli oltre 1200 chilometri di percorso:
Poco dopo Villa O’Higgins c’è il cartello che segna la fine della Carretera Austral dopo 1277 chilometri di percorso
Una volta giunti alla fine ci si rende conto di quanto possa essere stato duro e difficile il viaggio, forse a tratti potenzialmente pericoloso, ma estremamente soddisfacente sotto tutti i punti di vista, dalla crescita personale all’arricchimento del proprio bagaglio culturale. La chiave per percorrere la Carretera Austral consiste nella consapevolezza delle difficoltà che è possibile incontrare e nel corredo di creatività e improvvisazione di cui occorre essere dotati per affrontare un viaggio così avventuroso e spettacolare.
Il miglior periodo per partire alla scoperta della Carretera Austral è l’estate australe, cioè il lasso di tempo che va da novembre ad aprile. I mesi di gennaio e febbraio sono da considerarsi di alta stagione e, di conseguenza, relativamente più affollati, soprattutto per quanto riguarda gli spostamenti sui traghetti, sui quali non sempre si trova posto senza aver preventivamente prenotato. Analogo problema per i pochi alloggi disponibili in loco, che si riempiono rapidamente. Viaggiare con la tenda al seguito non è opportuno, ma necessario.
L’equipaggiamento minimo indispensabile include dei capi termici, poiché il clima è variabile e gli sbalzi di temperatura tra il giorno e la notte sono notevoli. Necessari anche pantaloni tecnici, giacche antivento e impermeabili, capi in pile, repellenti per gli insetti.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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