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Craco, la città fantasma più famosa d’Italia

Stefano Maria Meconi  | 08 Ott 2020  | Tempo di lettura: 5 minuti
  • Titolo: Craco
  • Lunghezza (km): 151
  • Partenza: Monopoli
  • Arrivo: Craco
  • Principali località attraversate: Castellana Grotte, Putignano, Altamura, Matera
  • Chiusura invernale: No

Silent Town o Ghost Town, due termini inglesi che potremmo tradurre con città fantasma: una definizione appropriata per introdurre Craco.

La più celebre – subito dopo Matera e Maratea – delle cittadine della Basilicata è in realtà un luogo che esiste solo nella storia. L’antico borgo, che fa parte dell’omonimo comune, non è più abitato dagli anni Sessanta del ‘900.

Perché scoprirla? Per fare un tuffo nel passato e vivere un’esperienza turistica non convenzionale. Il cammino per raggiungerla, poi, è costellato di località dove sarebbe un peccato non fare una pausa.

Tutto quello che c’è da sapere su Craco

Il borgo che ha incantato Mel Gibson

Lo spettacolare colpo d’occhio di Craco, un borgo abbandonato costruito su un’alta rupe rocciosa, ha reso questa località protagonista delle riprese di molti film.

Non solo i fratelli Taviani, che vi girarono Il sole anche di notte, ma anche 007 ha fatto sosta qui, con il film del 2008 Quantum of Solace. Quello che ha portato Craco alla ribalta turistica nel mondo è però La passione di Cristo, il kolossal del 2004 diretto da Mel Gibson e girato tra Cinecittà, Matera e appunto la città fantasma lucana.

Abbandonato sì, ma perché?

La causa che ha portato gli abitanti di Craco a lasciare la propria terra, le proprie origini, le loro mura, non è stata una calamità naturale che ti colpisce senza preavviso, portando via vite e distruggendo tutto ciò che incontra nel suo percorso. Craco è stata colpita da qualcosa di diverso.

Nel 1863 una frana di vaste proporzioni distrusse la parte bassa del paese. Non fece vittime, ma costrinse buona parte della popolazione ad abbandonare le proprie case. La causa di questa devastazione furono i lavori di infrastruttura di fogne e reti idriche a servizio dell’abitato. Furono stanziati quasi un miliardo e mezzo di lire per mettere in sicurezza il paese e modificare la rete idrica e fogna, installati in una zona argillosa.

L’incompetenza dei progettisti dell’epoca fece sì che, per risolvere il problema, fosse costruito un enorme muro in cemento armato al fine di contenere la collina. Il problema fu che quest’ultimo venne posizionato sopra una parte più debole e argillosa della montagna, tanto è vero che solo dopo cinque giorni il muro presentava delle crepe.

L’alluvione del 1970 fu il colpo decisivo per Craco. Il paese fu dichiarato totalmente inagibile e il resto della popolazione abbandonò le proprie origini per trasferirsi a valle.

Da allora, Craco fu colpita da un susseguirsi di atti vandalici e saccheggi: dalle ringhiere in ferro battuto, finestre, mobili delle abitazioni fino allo smantellamento dell’altare della chiesa madre.

Oggi Craco è un paese fantasma con qualche bestiola che pascola tra le vie del paese e le cornacchie che hanno trovato rifugio in una cucina o in una camera da letto.

Si può visitare Craco in sicurezza?

Da qualche anno, una cooperativa di giovani del luogo, con la collaborazione dell’amministrazione comunale, ha dato via a #MyCraco. Si tratta di un progetto che consente una visita guidata nel paese almeno nella parte messa in sicurezza.

Certo, indossare un casco di sicurezza e percorrere le vie del centro, mette un po’ di soggezione, ma con un po’ di immaginazione riesci a percepire il profumo dei dolci della pasticceria in centro, il rumore della sega circolare del falegname e l’aria pulita che la terra della Basilicata ti regala.

Craco in moto

Mappa

Percorso

Decidiamo di raggiungere Craco partendo da un altrettanto interessante località italiana, la bella Monopoli.

Fagocitata dalla fama turistica della vicina Polignano a Mare, questa cittadina di mare è tuttavia altrettanto interessante. Il suo centro storico, protetto in passato dalle mura, si apre in piccole piazze e suggestivi vicoli ricchi di scorci d’autore.

Imponente la vista dell’antico porto, dove le piccole e coloratissime imbarcazioni dei pescatori locali fanno bella mostra e regalano delle photo opportunities di livello.

Lasciata Monopoli, ci attende un percorso di circa 150 chilometri che ci porterà nel cuore della Basilicata. Raggiungeremo Craco passando per comuni dove la sosta è pressoché obbligata.

Primo tra tutti Castellana Grotte, distante circa 16 km. Qui è infatti possibile visitare uno dei complessi carsici più grandi d’Italia, secondo solo alle Grotte di Frasassi.

Proseguiamo lungo l’entroterra pugliese passando per Putignano. La città è sede di un antico Carnevale, che nel 2021 giungerà alla 627esima edizione: la sua fondazione risalirebbe dunque addirittura a fine Trecento.

La SS100, lasciandosi alle spalle Putignano, ci porta fino a Gioia del Colle, tra i comuni più estesi della zona. La nostra meta intermedia è però un’altra, Altamura, che dista 53 km da Putignano.

Questo splendido esempio di borgo pugliese, con le sue candide architetture, ospita una vera eccellenza della gastronomia italiana: il pane di Altamura. Pensate: è stato, nel 2003, il primo pane a poter fregiarsi della Denominazione di origine protetta, riconosciuta in tutta Europa.

Altamura fa parte, insieme ad altri 49 comuni italiani, dell’Associazione nazionale città del pane. In questo “gruppo ristretto” troviamo, tra le altre: Ferrara, Mantova, Triora, Genzano di Roma e Spoleto.

Altra città dove il pane è tradizionale, Matera. La Capitale europea della cultura 2019 dista da Altamura solamente 20 chilometri: attraversiamo così il confine, che passa per la zona delle cosiddette Murge Materane.

Il panorama cambia, si fa più deciso e a tratti spigoloso, e tutto d’un tratto ci regala il colpo d’occhio dei Sassi, una delle meraviglie italiane che il mondo ci invidia. Perché non regalarci una sosta più lunga a Matera? Le tante strutture ricettive suggeriscono anche di trascorrere un paio di giorni qui, per poter ammirare a meglio le storiche abitazioni situate nelle grotte.

La meta finale resta però Craco: dobbiamo compiere un ulteriore sforzo di 57 chilometri. Passeremo per il Lago di San Giuliano, oltrepasseremo Ferrandina e devieremo verso Pisticci. La “Ghost town” italiana è davanti ai nostri occhi: benvenuti a destinazione!

Non solo Craco. Scopri gli altri borghi abbandonati d’Italia

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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