La bellezza di un antico monastero che sorge proprio davanti una sorgente carsica, la meraviglia di una terra che dopo anni di sofferenze e scontri è tornata a essere un luogo di pace e di turismo e soprattutto la possibilità di scoprire, a un tiro di schioppo dall’Italia, un paese che mescola culture e tradizioni antichissime all’insegna di una ritrovata volontà di dialogo. Siamo a Blagaj, il villaggio incantato dei Balcani, in una Bosnia-Erzegovina perfetta da vivere in moto ma ancora non tediata dal turismo di massa. Insomma, un luogo che ci spinge a viaggiare, in qualsiasi momento dell’anno. Pronti a partire?
Il percorso che conduce alla “città mistica” della Bosnia è lungo circa 158 chilometri e parte da Travnik per arrivare a Blagaj. Non è un tour molto lungo, ma vi suggeriamo di immergervi in ogni tappa. Partendo da Travnik, seguite Aleja Konzulafino a Kalibunar/E661/M5. Poi imboccate E661/M5 e prendete M16.4. Qui la strada dondola tra boschi e prati, scavalcando dolci colline che si lanciano in piccole vallate. Successivamente guidate verso R439 e rimanete su questo tracciato. Svoltate a sinistra e prendete Vrbaska/M16.2. Continuate su su E73/M17 e alla rotonda imboccate E73/M17/M6.1. Svoltando infine a sinistra per prendere la M6.1, raggiungete Blagaj.
Come già accennato, Blagaj – frazione della più nota Mostar – è famosa per il Monastero dei Dervisci, o Tekhijia Dervisha. Il sito ha una storia plurimillenaria, ma con la conquista ottomana iniziò la sua vera fortuna. I Turchi costruirono qui ben sette moschee, una madrasa per l’insegnamento dell’Islam, quattro porti, mulini e maktab. Il monastero derviscio risalente al 1520, e ospitava in passato quei fedeli islamici la cui vita era dedicata alla contemplazione e all’ascesi mistica, anche attraverso la particolare danza che conosciamo tramite i dervisci rotanti, cantati in una celebre canzone di Battiato. Oggi il monastero, che sorge su un crinale direttamente affacciato sul fiume Bruna, è considerato monumento nazionale. Di grande impatto scenico è anche la Stjepan grad, o fortezza antica, che aveva mure alte fino a 14 metri
Non distante da Blagaj ecco che si raggiunge la sua “città madre”, Mostar. Anche’essa è legata all’acqua, in particolare al corso del fiume Neretva. Simbolo della città è l’imponente ponte medievale ad arco che unisce, idealmente, la comunità croata e cristiana su una sponda con quelle bosniaca e musulmana sull’altro. Lo Stari Most (vecchio ponte) fu bombardato dai serbi nel 1992 e distrutto dai croati nel 1993. Per il suo enorme valore storico, fu ricostruito negli anni Duemila usando le originali tecniche di realizzazione e con un fondamentale contributo italiano, e dal 2005 è patrimonio dell’Umanità UNESCO. Da visitare in città anche il Kujundziluk, quartiere musulmano del centro cittadino, con le particolari atmosfere che si annidano tra i bazar. La moschea Koski Mehmed Paša è un meraviglioso esempio di sito religioso islamico in pietra bianca sormontata da cupola celeste. Nonostante la ricostruzione, in città non mancano i segni della guerra degli anni Novanta, in particolare appena usciti dalle due vie del centro storico.
Le strade sono piuttosto curate e non esistono autostrade a pedaggio. Per raggiungere i posti più nascosti troverete spesso degli sterrati. I limiti di velocità sono di 60 km/h in città e 80 km/h sulle strade extraurbane. Il costo della vita in Bosnia è piuttosto basso e questo la rende una meta molto economica. Anche per mangiare abbondanti porzioni saranno particolarmente vantaggiose ai nostri occhi. E a tal proposito, da provare assolutamente, vi consigliamo alcuni prodotti tipici locali come: Ćevapi (polpettine di carne), pita (sorta di torta salata), čorba (zuppa), rostilja (grigliata). La moneta del paese è il marco bosniaco ma, come nel resto della Bosnia, anche a Blagaj è possibile pagare in euro. Per quanto riguarda la benzina, è possibile pagare con carta di credito.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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