In una terra celebre per le sue gole scavate nella roccia granitica delle montagne, e dove gli antichi eremi immersi nella natura sono un invito alla riflessione e ai grandi temi della spiritualità, c’è un motivo più “carnale” per visitare quest’angolo di Abruzzo. O più precisamente, c’è un motivo gastronomico che ci spinge verso una piacevole avventura da fine settimana che ha per meta il borgo di Fara San Martino. Ai piedi della Maiella e dei Monti della Laga, tra salite ardite, curve, montagne che gettano la loro incredibile ombra sulle strade, pronto ad aspettarci c’è un tesoro paesaggistico che ha pochi eguali nella regione e non solo, che conquista il cuore e lo sguardo. E la gola, intesa come voglia di mangiare. Partiamo?
Partendo da Lanciano, dirigiti verso ovest sulla SS84 in direzione di Guardiagrele. Percorri circa 20 chilometri attraverso paesaggi collinari fino a raggiungere Guardiagrele, un affascinante borgo medievale noto per le sue stradine caratteristiche e i panorami mozzafiato.
Da Guardiagrele, prendi la SP214 e segui le indicazioni per Bocca di Valle. Dopo circa 7 chilometri, raggiungerai Bocca di Valle, un punto panoramico immerso nella natura del Parco Nazionale della Majella. Prosegui il viaggio sulla SP214 verso Pennapiedimonte, che dista circa 8 chilometri. Questo piccolo borgo è arroccato sulle pendici della Majella e offre viste spettacolari sulla valle sottostante.
Da Pennapiedimonte, continua sulla SP214 per circa 10 chilometri fino a Fara San Martino. Famosa per le sue sorgenti d’acqua e le gole strette, Fara San Martino è un altro punto imperdibile del tuo viaggio. Infine, da Fara San Martino, prendi la SP164 e poi la SP220 in direzione sud verso Palena. Questo tratto finale di circa 20 chilometri ti porterà attraverso paesaggi montani e vallate fino a raggiungere Palena, un affascinante borgo situato nel cuore del Parco Nazionale della Majella.
Questo itinerario copre una distanza totale di circa 70 chilometri e ti porterà attraverso alcuni dei paesaggi più belli e caratteristici dell’Abruzzo.
Pasta De Cecco è il simbolo di Fara San Martino, ed è presente sugli scaffali dei supermercati di mezzo mondo
C’era una volta (siamo all’incirca nel 1831) Nicola De Cecco, un produttore di farina della piccola Fara San Martino. A quei tempi l’Italia non era ancora unita e l’industria dei pastifici si reggeva su molte realtà familiari, piccole e frammentate. Fu il figlio di Nicola, Filippo Giovanni, a intuire la possibilità di fare meglio. Rilevò un mulino, un piccolo edificio e uno stabilimento, sfruttando manodopera e disponibilità d’acqua, che sono gli elementi che hanno decretato il successo di questa attività tutta abruzzese. Nacque così l’azienda De Cecco, una realtà ancora oggi tutta italiana, che nei successivi 140 anni arriverà a fatturare quasi mezzo miliardo di euro, facendo del borgo di Fara una realtà conosciuta in tutto il mondo. Immerso nel verde, vicino alle vette della Majella, ancora oggi lo stabilimento dell’azienda è qui, in questo comune di neanche 1400 abitanti, e dà lavoro a più di 500 persone, che producono non solo pasta, ma anche olio, sughi, farine e altri prodotti di panetteria.
Uno scorcio delle gole di Fara San Martino
Ma per arrivare alla Maiella, c’è un percorso obbligato quanto bellissimo: sono le gole di Fara San Martino. Un ingresso maestoso, prodotto dall’azione della natura, che nasce dalle sorgenti del Verde e si prolunga per più di 3 chilometri, lungo quasi 600 metri di dislivello, tra due ali di roccia immerse nella penombra e ricche di testimonianze del passaggio umano. Insieme ai suoi monasteri eremitici, alla sorprendente bellezza del luogo e alla sua realtà produttiva alimentare che ha quasi due secoli di vita, Fara San Martino è una delle tante realtà di un Abruzzo ancora poco conosciuto, ma forte, tenace e straordinariamente autentico.
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