Il Valico del Monte Fumaiolo è semplice e breve, nonché un’ottima – e obbligata – deviazione per quanti fossero in sella sull’Appennino tosco – romagnolo. Poco prima di raggiungere i 1400 metri, una deviazione conduce alle “vene”, le sacre fonti del Fiume Tevere. Una delle mete più amate degli Appennini in moto.
A 1268 metri sul livello del mare, tra i faggi, nel bosco e avvolta da una natura ancora selvaggia, la fonte del Tevere regalò a Roma il suo sacro destino. Il fiume che porta il nome del discendente di Enea Tiberino, infatti, nasce alle pendici del monte Fumaiolo, tra la Romagna, la Toscana e le Marche. Le secolari “Faggete” nascondono agili sentieri da percorrere a piedi o in mountain bike, ma una stradina in particolare si rivela particolarmente adatta ad una breve gitarella in moto.
Volendo esser più precisi, però, le fonti sarebbero in realtà due, poste a 10 metri di distanza l’una dall’altra: le cosiddette “Vene”. Attraversando per quattro chilometri la Romagna, le acqua del fiume s’ingrossano di affluenti, superano Toscana e Umbria, arrivando nel Lazio e poi al mare, più di 400 chilometri più in là.
Di leggende sul Tevere ce ne sono a migliaia e una visita al Monte che ne diede i natali è quasi obbligatoria: la strada è breve – il valico è di circa 4 km – e poco impegnativa, si tocca quota 1.366 metri percorrendo un dislivello di 250 metri.
Per imboccare la stradina che porta al Monte Fumaiolo si devia da Balze di Verghereto (FC), piccola località turistica dell’Appennino tosco-romagnolo circondata da pareti rocciose e posta proprio sul confine tra Emilia e Toscana. Stretta e circondata dai faggi, la strada provinciale 43 sale in direzione della cima.
Dopo la svolta a sinistra, la faggeta si fa più folta e la strada leggermente più ripida (10%): 1,6 km più in là, a quota 1.350 metri, si trova il Valico del Monte Fumaiolo. Nonostante il nome prometta male (Fumaiolo dalla nuvole che spesso l’accerchiano), la vista dalle pendici del Monte, in una giornata tersa è spettacolare e merita senza dubbio d’essere ammirata.
A questo punto è possibile proseguire sulla provinciale o fermare la moto (c’è anche il parcheggio) ed avventurarsi a piedi verso le sacre fonti. Il sentiero che vi conduce è lungo poco più di 600 metri e, scendendo, s’addentra tra i faggi e gli abeti fino alla colonna in travertino che ricorda “Qui nasce il fiume sacro ai destini di Roma”.
Tornati in sella, si può scegliere di proseguire sulla strada provinciale 43: 400 metri più avanti, un cartello avverte della deviazione a destra in direzione del Rifugio Biancaneve, situato proprio nelle vicinanze delle piste da sci. In direzione della località Sassoni, si continua a scendere seguendo la strada fino alla Valle dell’Alferello, da cui è possibile deviare per il percorso che aggira il massiccio della Moia.
A poco più di 6 km si trova Montecoronaro, ma la provinciale prosegue e percorrendola si può scegliere di deviare per numerosi altri passi dell’Appennino.
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