Il più bel capolavoro del Rinascimento è il grande palazzo geometrico che puoi visitare a solo un'ora da Roma

Il più bel capolavoro del Rinascimento è il grande palazzo geometrico che puoi visitare a solo un’ora da Roma

Adriano Bocci  | 24 Giu 2025  | Tempo di lettura: 4 minuti
Caprarola, Palazzo Farnese, provincia di Viterbo. Shutterstock_2063265665

A poco più di un’ora da Roma, in provincia di Viterbo, c’è un ex vulcano che potresti voler conoscere. Tra i Monti Cimini sorce quello che in molti (giustamente) considerano il più straordinario esempio d’architettura rinascimentale italiana: è il Palazzo Farnese di Caprarola, deliziosamente geometrico da cinque secoli, con molto da vedere. Il “giretto” di oggi, a poco dalla capitale, si fa il giro del Lago di Vico iniettandosi in un mare di alberi prima, e tagliando per la Riserva Naturale Regionale Lago di Vico poi, su due ruote per le strade un tempo battute da cardinali e principi. E pure da uno dei padri della Repubblica Italiana. In sella!

Caprarola in moto. L’itinerario

Mappa

Itinerario

L’itinerario di oggi parte da Barbarano Romano: si scende sulla Strada Provinciale 42 per arrivare sulla Strada Provinciale 493, tagliando per Vico Matrino. Si continua sulla provinciale fino all’incrocio con la SS2 Via Cassia per continuare dritti in linea d’aria, entrando un attimo a sinistra e prendendo subito dopo a destra la Strada Provinciale 87. La provinciale ti porta, fra un mare di alberi, fino al Lago di Vico: al primo incrocio con la Strada Provinciale 39 ti farai praticamente tutto il Lungolago di Vico (con ristoranti e pizzerie che ne conseguono) passando lateralmente a Punta del Lago (sarà per un altro giorno) e scendendo verso sud per il Borgo medievale di Ronciglione.

Si esce da Ronciglione prendendo la SP 35 Via Caprarola per andare, appunto, verso Caprarola. Sulla strada passerai vicino alla Chiesa Sant’Egidio, una chiesetta abbandonata negli anni ’60. Arrivato a Caprarola ti aspetta il centro storico con le stradine che salgono fino al Palazzo Farnese.

Lago di Vico, Viterbo

Dopo borgo e palazzo torna in sella e vai sulla Via Cassia Cimina verso nord. Fatti la Strada Provinciale 39 col territorio della Riserva Naturale Regionale Lago di Vico col giro panoramico attorno al cratere vulcanico del Monte Venere (835 m.), passando pure per il Belvedere di Poggio Trincera. Continua sulla Strada Madonnina dei Cimini fino alla SP81, poi vai sulla SP80 Via del Colle fino a San Martino Al Cimino, arrampicato sulla collina con la sua caratteristica piazza allungata. Poi comincia la discesa di ritorno: dalla Valle di Vico prendi la SP39 e la SP87 fino a reimmetterti sulla SS2 Via Cassia a Capranica e riscendi sulla SP493 in linea d’aria per tornare verso Barbarano Romano.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SP493, la SS2 Via Cassia, la SP87, la SP39 Lungolago di Vico, la SP35 Via Caprarola, la Via Cassia Cimina, la SP81 e la SP80.

Il Palazzo Farnese di Caprarola e la sua disciplina geometrica

Scala Regia, Palazzo Farnese, Caprarola, Viterbo
Il Palazzo Farnese di Caprarola è uno dei motivi principali per cui oggi siamo in provincia di Viterbo, tra i più geometricamente deliziosi esempi d’architettura rinascimentale italiana e di magnificenza decorativa. Da forte militare a residenza principesca, poi potere e simbolo, semplicemente, dell’evidente buon gusto artistico della famiglia Farnese. Un palazzo nato nel 1530, una giovane rocca pentagonale per papa Paolo III Farnese dalla mente di Antonio da Sangallo il Giovane, ma la forma attuale deriva da Jacopo Barozzi da Vignola che lo trasforma nella raffinata residenza del Rinascimento come la conosciamo.

Una delizia “spigolosa” la pianta pentagonale col cortile circolare: invece dei bastioni d’angolo classici Vignola ci inserisce ampie terrazze che si aprono sul paesaggio. Le parti più belle di tutto il Palazzo Farnese sono però tre:

  • La Scala Regia, la scala elicoidale che ruota su 30 colonne doppie di peperino, con le pareti della scala tutte affrescate da Antonio Tempesta. Si narra che Alessandro Farnese, cardinale, potesse arrivare ai suoi appartamenti anche a cavallo grazie alla morbida pendenza dei gradini;
  • Gli affreschi, ché la superficie pittorica del Palazzo Farnese è tra i cicli decorativi più importanti di tutto il Cinquecento. Ci lavorarono su una schiera di artisti a metà Cinquecento: Taddeo e Federico Zuccari, il Bertoja, Antonio Tempesta, Raffaellino da Reggio e Giovanni de Vecchi. Giovanni Antonio da Varese ha affrescato la Sala del Mappamondo con le carte geografiche dell’epoca;
  • I Giardini di Palazzo Farnese sono meravigliosamente geometrici. I Giardini Bassi sono organizzati in due grandi quadrati e seguono criteri cosmici con al centro la Fontana dei Tartari dove Alessandro intratteneva gli ospiti. I Giardini Alti si allargano su un viale di abeti bianchi che Alessandro (nel 1584) fece portare da Camaldoli e portano alla Casina del Piacere. Attorno alla Casina c’è un raffinato giardino manierista italiano, ove nel 1620 Girolamo Rianaldi crea per il cardinale Odoardo il Recinto delle Cariatidi, un sistema di terrazze ornate da 28 sculture fatte da Pietro Bernini, padre di Gianlorenzo. 28 caricature di cittadini di Caprarola che lavorarono nella villa, raro esempio di ironia rinascimentale. Labirinti di bosso, una fontana ottagonale, c’è molto attorno alla Casina del Piacere: non a caso fu scelta da Luigi Einaudi come residenza estiva nel suo settennato presidenziale.

Per referenza, il Palazzo Farnese è visitabile dal martedì alla domenica dalle 8.30 alle 19.30. Il biglietto viene 10€, agevolato a 2€ dai 18-25. Per il resto, il Lago di Vico è una meraviglia, ma puoi sempre allargare per i Monti Cimini.

Adriano Bocci
Adriano Bocci

Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.



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