Un valico ‘alternativo’ nell’affollato panorama dell’Appennino tosco-emiliano: è il Passo di Cirone. Del resto, ci troviamo in una delle zone italiane dove le strade di montagna, i passi e i valichi non mancano di certo. Ognuno con la sua storia da raccontare: ci sono quelli che risalgono ai tempi dei Romani, altri hanno visto pellegrini o devastanti combattimenti bellici. Perché allora scegliere proprio questo percorso, che passa per l’affascinante Lunigiana? C’è tutto un articolo per scoprirlo. Pronti a partire?
L’itinerario in moto che vi suggeriamo alla volta del Passo di Cirone prevede pedaggi e parte dal versante toscano e in particolare da Deiva Marina, un comune affacciato sul mare in provincia di La Spezia. Il percorso richiede due ore e venti minuti di strada.
Tieni a mente che Deiva Marina è delle località più popolari della riviera ligure, è divisa nel “paese vecchio”, costituito da piccole strade e caruggi che si sviluppano intorno alla piazza principale, e la parte di recente formazione chiamata “Marina” che include la passeggiata a mare negozi e ristoranti.
Qui imboccate Corso Italia/SP40 verso la località Piazza, seguite le indicazioni per E80/Livorno ed entrate in A12/E80. Seguite le indicazioni per Aurelia/Carrodano/SS 556/Sesta Godano/Varese Ligure/Mattarana ed entrate in Via Levanto. Svoltate a sinistra e prendete Via Aurelia che vi condurrà in Via Sesta Godano/SP566. Seguite le indicazioni per Varese L./Brugnato/Borghetto Vara e prendete SP50. Attraversate Ponte Santa Margherita e continuate fino al Villaggio del Rastrello, una frazione del comune di Zeri, in provincia di Massa-Carrara.
Pontremoli, vista sul centro storico e sulla Concattedrale di S.Maria Assunta, uno dei centri fondamentali della Lunigiana
Continuate in direzione di SP37 fino a Pontremoli, tappa della Via Francigena e perfetto connubio tra le influenze di Parma, Liguria e Toscana. Procedete in direzione nord da Via della Liberazione verso Via 1º Maggio, svoltate a sinistra in Via Europa a poi prendete Viale dei Mille/SS62, Svoltate a destra e prendete SP42. Nel giro di 40 minuti sarete al Passo del Cirone.
Guardando la cartina sfugge agli occhi meno attenti o ai pochi che lo conoscono. Soprattutto i motociclisti, potendo contare sui passi della Cisa o del Cerreto, non hanno di certo bisogno di conoscere alternative che uniscono Emilia e Toscana.
Il Passo del Cirone non è caratterizzato da incredibili curve eppure è un tratto davvero affascinante, soprattutto in considerazione della sua storia. Infatti, questo reticolato di sentieri era usato nel Medioevo per portare il sale di contrabbando tra la Toscana e l’Emilia.
Cascata di Odino o Cascata di Pracchiola, vicino al Passo di Cirone
Il Passo di Cirone, a 1255 metri di altitudine, si trova nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. La Sella, il punto di raccordo fra la valle del Magra e quella del Parma, è raggiungibile sia passando per la Lunigiana che percorrendo la strada provinciale SP42 e risalendo dal borgo di Pracchiola con la sua magnifica Cascata di Odino.
Dall’altro versante, quello emiliano ovviamente, il Passo si trova lungo la SP 108 che attraversa Corniglio. La vista da qui è sconfinata e abbraccia le cime del Monte Orsaro, del Monte Borgognone, fino ad incontrare il profilo del Gottero, del Molinatico, dei Caio e del Navert.
Il valico indica oggi il confine tra le regioni Emilia-Romagna e Toscana, ma già nei secoli segnava il passaggio dal Granducato di Toscana a quello di Parma. E se vogliamo andare ancora più indietro nel tempo, la mitica Via del Sale passava proprio da qui. Stiamo parlando del sentiero di contrabbando della preziosa merce che dalle coste risaliva la valle del Magra fino a giungere nell’Emilia.
La vista dal Passo di Cirone, nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano
Il Passo di Cirone è una meravigliosa distesa di prati sorvegliata dal Monte Orsaro, che nella bella stagione si trasforma in un tappeto di fiori. Uno scenario naturalistico paradisiaco e rilassante, perfetto a coronare una bella gita fuori porta su due ruote. Questo passo a 1255 metri di altezza accoglie poi un’attrazione di indubbio fascino. Incastonata in questo valico del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano si trova la Chiesetta della Madonna dell’Orsaro: un luogo che sembra vivere al di fuori del tempo e che regala emozioni in ogni stagione.
In questo snodo di viandanti, pellegrini, contrabbandieri, escursionisti e motociclisti, una decina di anni fa Luciano Preti volle sancire nella pietra la solennità di questa montagna appenninica. Per questo lo scultore eresse il suggestivo luogo di culto. Insomma: non ve lo aspettereste, ma l’aspetto romanico della chiesetta risale in realtà solamente al 2003, così come gli interni decorati con formelle, sculture e bassorilievi ispirati al simbolismo dell’Arca di Noè e ai fatti della vita di Cristo.
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Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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