Regale di nome, di storia e di fatto. Se le strade statali sono solitamente dei lunghi serpentoni d’asfalto con poco carattere e zero anima, buoni solo per spostarsi velocemente da luogo A a luogo B, questo teorema non si applica nel caso della Via Regina. Ci troviamo infatti nell’alta Lombardia, lungo parte di una antica strada romana che collegava Cremona alla Valchiavenna. Oggi, il nome della Via Regia coniato nel I secolo si applica alla SS340, che unisce Como e Valsolda, l’ultimo comune italiano prima della Svizzera. Una strada iconica, soprattutto per i suoi paesaggi sul lago di Como e quello di Lugano, una delle città che incontreremo lungo il percorso. Andiamo?
Lasciamo Como attraverso Via Giuseppe Robelli e Viale Varese in direzione di Via Innocenzo XI, e imbocchiamo la SS340, la Via Regina come veniva chiamata un tempo. Proseguiamo a passo moderato per godere dei panorami che vanno dal lago ai monti dolomitici, toccando Cernobbio, Moltrasio, Laglio, Argegno, Lenno e Tremezzina. Dopo 35 chilometri giungiamo a Menaggio, dove la SS340 si biforca in due rami. La SS340dir prosegue verso nord fino al limite settentrionale del Lago di Como; la SS340 arriva fino al confine Italia-Svizzera. Appena 3.000 abitanti, Menaggio è una località turistica apprezzata già da fine Ottocento, grazie all’arrivo della ferrovia. È inserita nel contesto della Val Menaggio, in uno scenario panoramico di qualità.
Da Menaggio, continuiamo a seguire la SS340 verso Porlezza, dove incontriamo il Lago di Lugano, estremamente ramificato e territorialmente diviso tra Italia e Svizzera. Prima di questo, però, ci attende un piccolo gioiello seminascosto: il Lago di Piano. Dopo Porlezza, seguiamo la strada per alcuni chilometri, tra splendide gallerie “aperte” con vista lago e stretti tornanti, fino ad arrivare alla dogana di Lugano. Il casolare, posto sulla Via Cantonale, permette di acquistare la vignetta autostradale indispensabile per percorrere la rete autostradale svizzera.
Seguiamo la Via Cantonale per alcuni chilometri e, dopo aver oltrepassato la Strada di Gandria e Via Riviera, ci troviamo al centro di Lugano.
Lasciata Lugano, seguiamo la Strada 2 per alcuni chilometri fino a Melide, dove si trova l’antico ponte-diga di Melide, costruito nella prima metà dell’Ottocento. Per i più curiosi, ci si può fermare allo Swissminiatur, una sorta di Italia in Miniatura versione elvetica, prima di riprendere la strada verso Mendrisio.
Da qui, proseguiamo su Balerna e Chiasso sempre sulla Strada 2 e, una volta in città, superiamo il valico-dogana e rientriamo in Italia. Proseguiamo su Via Bellinzona e Via Innocenzo XI, rientrando così direttamente a Como.
Panorama su Cernobbio, lungo la Via Regina
Abbiamo detto due laghi, ma in realtà la Via Regina ne tocca ufficialmente tre. Oltre al lago di Como e quello di Lugano, c’è spazio anche per il piccolo Lago di Piano (detto anche di Romazza), parte del comune di Porlezza, dal quale dista poche centinaia di metri. Si tratta in realtà dell’estremità orientale del Lago di Lugano, dal quale si distaccò storicamente a causa delle frane del Cuccio. La zona alluvionale, infatti, ha disegnato una lingua di terra larga 2,5 km circa che separa i due bacini.
È solo una delle caratteristiche di questo itinerario, intorno al quale troviamo tantissimi siti di interesse. A iniziare ovviamente da Como, la città di Alessandro Volta, il genio di inizio Ottocento al quale è dedicato il Tempio Voltiano del 1928, edificio neoclassico e celebrazione laica dell’inventore della pila. Sul ramo comasco del lago vale la pena dedicare delle soste anche a Cernobbio, località di villeggiatura dove si tiene l’importante appuntamento economico del Forum Ambrosetti; Tremezzo, frazione del comune di Tremezzina e uno dei borghi più belli d’Italia, con i suoi eleganti hotel di lusso accessibili direttamente dal lago; Menaggio, piccolo borgo di 3000 abitanti da dove la Via Regina si distacca per guadagnare spazio verso il Canton Ticino.
Ed è proprio qui, nel cantone svizzero a maggioranza italofona, che troviamo la splendida Lugano. Del resto, è la città che Mina ha scelto per il suo auto-esilio, ma non c’è bisogno di rinunciare alla cittadinanza italiana per scoprire la città più italiana fuori dall’Italia. Un gioco di parole per questa perla vista lago, celebre per il suo Film Festival, per le passeggiate panoramiche e per la vicinanza a Campione d’Italia, l’exclave italiana in territorio svizzero dove si trova uno dei quattro Casinò legali in Italia, oltre a quelli di Sanremo, Saint-Vincent e Venezia.
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