Centro nevralgico del Basso Molise, Larino conserva nella sua pur piccola struttura urbanistica numerose testimonianze di un passato straordinario. Elementi romani, architetture medievali e ville contemporanee si incontrano in questa piccola realtà della regione che non esiste, in un contesto naturalistico altrettanto pregevole.
Scoprire queste terre in moto significa prepararsi a un itinerario alternativo, dove alle alture dell’Appennino Sannita si sostituisce un profilo topografico più eterogeneo, facile da affrontare anche in moto.
Un percorso che risponde alle esigenze di quei mototuristi da weekend, che però non rinunciano a scoprire sentieri alternativi e percorsi stradali sfiziosi. E del resto il Molise riesce sempre a incantare: i suoi sapori, i gioielli nascosti, l’accoglienza autentica. Come dire di no a centodieci chilometri di puro divertimento?
Il nostro moto itinerario alla scoperta del Basso Molise ha come punto focale Larino, da dove partiremo e torneremo dopo aver percorso 110 chilometri (metro più, metro meno). In città ci si arriva facilmente sia dalla A14 Adriatica, proseguendo lungo la SS87, e sia da Campobasso (SS647).
Lasciato il centro di Larino, ci immettiamo sulla SP80 che, in pochi chilometri, si riversa sulla SS647 Fondo Valle del Biferno, altrimenti nota come Bifernina. Una delle principali arterie di collegamento tra Alto e Basso Molise, attraversa per larga parte il Lago di Guardialfiera, attraverso un viadotto costruito nel 1966 su progetto dell’architetto Filippo Arredi.
Una breve deviazione dalla Bifernina ci permette di raggiungere Guardialfiera, borghetto posto in posizione collinare e dal quale si gode di un suggestivo panorama su tutta la zona circostante. Proseguendo lungo la SP159, in 15 chilometri di full immersion nella natura raggiungiamo Civitacampomarano. Il piccolissimo borgo, 340 abitanti in tutto, è dominato dal profilo del Castello Angioino, costruito tra il XII e il XIII secolo e perfettamente conservato. L’edificio, decisamente imponente, è classificato dal 1979 come Monumento nazionale.
Un continuo saliscendi di 26 chilometri, lungo la SP163, ci permette di attraversare Castelmauro e Acquaviva Collecroce, fino ad arrivare a Palata. Curiosamente, nel Cinquecento Palata ospitò una comunità croata, emigrata dall’altro lato dell’Adriatico, della quale oggi non rimangono che sparute tracce culturali.
Da qui proseguiamo – venti chilometri in tutto – in direzione di Montenero di Bisaccia, il comune che ha dato i natali al magistrato Antonio Di Pietro. Montenero ci regala una gustosa pausa a base di ventricina, un insaccato piccante tutto da gustare. Da qui, prima di rientrare a Larino, ci dirigiamo verso Guglionesi.
Il comune geograficamente più esteso della regione ospita, tra le varie ricchezze artistiche, la Collegiata di Santa Maria Maggiore, risalente addirittura al 900, nella quale si conserva il suggestivo Trittico della Collegiata, dipinto da Michele Greco da Valona.
Partiamo subito con una premessa che ci permette di capire perché Larino faccia parte del Basso Molise. Questa parte della regione, che corrisponde grossomodo alla provincia di Campobasso, viene detta “bassa” non per collocazione geografica (è infatti più a nord dell’isernino), ma per via della minore altitudine sul livello del mare.
Allo stesso modo la provincia di Isernia, dove si concentrano le vette appenniniche, è detta Alto Molise.
Larino si trova a 20 km – in linea d’aria – dalle splendide spiagge di Termoli e a pochi chilometri dal Lago di Guardialfiera, uno dei principali bacini artificiali della regione, sul quale insiste il celebre viadotto del Liscione, opera di ingegneria contemporanea apprezzatissima per i paesaggi e per la complessità realizzativa.
La fondazione di Larino viene fatta risalire almeno al XII secolo a.C. a opera degli Osci, benché il suo sviluppo successivo fu opera dei Frentani. La cittadina di Larinum, conquistata dai Romani nel 319 a.C. conobbe un certo sviluppo per la costruzione dei tipici edifici dell’Urbe. Oggi i resti di anfiteatro, terme, Foro romano e complessi decorati a mosaico dimostrano l’importanza che – in epoca romana – Larinum ebbe per la zona.
Snodo fondamentale del Ducato di Benevento prima, e del Regno di Napoli poi, Larino ha per tempo beneficiato dell’ottimo posizionamento geografico. Di fondamentale importanza storico-religiosa sono la presenza della Cattedrale di San Pardo e l’apertura del Seminario diocesano di Larino, il primo al mondo approvato dopo il Concilio di Trento.
Nominata città del 2000, Larino ancora oggi è centro nevralgico dell’amministrazione pubblica: ospita un tribunale, il carcere e complessi industriali di rilievo regionale.
Larino può essere divisa nella sua area romano-frentana e nel complesso medievale del borgo. La zona archeologica presenta numerose opere di rilievo, a partire dall’Anfiteatro romano che un senatore, forse originario di Larino, donò alla città intorno al I secolo d.C. Di rilievo anche la cosiddetta Ara Frentana, nella quale ritroviamo un ampio complesso termale (con quattro edifici distinti), il Foro romano e due Domus. Queste ultime sono di stampo ellenistico (Torre Sant’Anna) e di stile romano (Domus del mosaico).
Il borgo medievale ospita la Cattedrale di San Pardo, costruita a partire dal XIII secolo e consacrata ufficialmente il 30 luglio 1319. Dall’imponente stile romanico-gotico, con la facciata in pietra viva, l’interno presenta ancora alcune tracce della revisione barocca voluta tra la fine del Seicento e il 1729, anno della nuova consacrazione. Vasto impatto scenico lo offrono anche la Torre Galuppi, già campanile dell’ormai dismessa Chiesa di San Francesco, il Palazzo Ducale (costruito nel XII-XIII secolo) e Villa Zappone, edificio liberty del tardo Ottocento che ospita il Museo archeologico di Larino.
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