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Lago di Teleccio in moto

Redazione TrueRiders  | 28 Giu 2019  | Tempo di lettura: 4 minuti
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Quello del Lago di Teleccio è un itinerario impegnativo da affrontare in motocicletta, ma che ti assicurerà di essere di fronte ad uno scenario paesaggistico davvero senza paragoni.

Una meta tradizionale del turismo piemontese, da visitare in sella alla moto per scoprire un paesaggio naturalistico di grande valore.

1 Lago di Teleccio in moto: l’itinerario

Il percorso per il Lago di Teleccio è particolarmente impegnativo. Il traguardo è in prossimità dei 2000 metri di altitudine e, partendo da Rosone, si incontrano 29 tornanti su una strada parzialmente asfaltata. Sebbene l’asfalto non sia in condizioni pregevoli, la difficoltà è media e non c’è traffico per larga parte dell’anno.

L’intero itinerario del Nivolet rappresenta un percorso unico da percorrere nel cuore del Gran Paradiso. Da qui si ammirano da prospettiva privilegiata i laghi, naturali e artificiali, dell’arco alpino.

1.1 Mappa

1.2 Indicazioni stradali

Si parte da località Rosone da dove puoi iniziare a inerpicarti verso il Lago di Teleccio; la strada non è molto larga e parte subito con delle pendenze abbastanza impegnative.  Affrontando questa strada si entra nella valle e sopra di essa si scorge subito la diga di Teleccio. La prima impressione che avrai è che questa si trovi ad un’altitudine talmente elevata che è quasi impossibile raggiungerla.

Altro avviso importante che dobbiamo darti è che con molta probabilità il tuo percorso in moto potrà essere interrotto a più riprese da qualche gregge di pecore che potrai incontrare e che ti obbligherà a fermarti in attesa che passino. In alcuni tratti l’impegno alla guida dovrà essere preponderante, in quanto la strada è completamente priva di protezioni, con uno strapiombo a destra sul torrente.

Altri tratti di strada sono caratterizzati dalla presenza sui lati di pascoli e da piccoli borghi, che rappresentano ancora frazioni del comune di Locana, dove potrai anche trovare dei produttori di ottimo formaggio.

L’ultimo tratto di strada abbandona l’asfalto per passare alla pietra viva e a una serie di tornanti molto secchi che richiedono la necessità di utilizzare delle marce basse per poterli affrontare al meglio. Si arriva finalmente in cima alla diga e lo spettacolo che si presenta davanti agli occhi è davvero imparagonabile, con un panorama mozzafiato e che non teme il paragone con località sicuramente più conosciute.

Dopo una breve sosta per recuperare le forze, riprendiamo il percorso per ritornare verso casa. Se vuoi affrontare un percorso meno impegnativo, ti consigliamo di deviare verso Alpette, direzione Cuargné Pratiglione.

La diga che “da vita” al Lago di Teleccio

2 Lago di Teleccio: tutto quello che c’è da sapere

Quando si parla di laghi artificiali, difficilmente viene mostrato un interesse dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. Il Lago di Teleccio, da molti conosciuto anche come Lago di Telessio, si rivela invece molto interessante.  Qui possiamo incontrare diversi tratti molto caratteristici e che presentano delle interessanti vedute sulla vallata sottostante.

Questo lago artificiale si trova ad un’altitudine di poco inferiore ai 2000 metri, nel cuore della Valle dell’Orco, in prossimità del comune di Locana, in provincia di Torino.

Il lago è situato nel vallone del Piantonetto, che deve essere completamente risalito per giungere fino a questo laghetto, partendo dalla località di Rosone, una frazione del comune di Locana.

Il lago è parte integrante di un sistema più ampio denominato Valsoera-Telessio, composto dalla diga omonima e dalla centrale idroelettrica di Telessio. Queste sfruttano le acque piovane accumulate serbatoio di Valsoera e lo scorrere dei torrenti Piantonetto, Valsoera e Boema per produrre energia elettrica.

Lago di Teleccio
Lago di Teleccio, le sponde piemontesi

2.1 I parchi naturali della zona

Il Lago di Teleccio è una meta meno nota agli escursioni di trekking e di motociclismo rispetto agli altri laghi della zona. In particolare, non lontano troviamo due mete pregevoli del Parco Nazionale del Gran Paradiso, ovvero Ceresole e Nivolet.

La sua minor visibilità si ripercuote da un lato sul livello più impegnativo del percorso, dall’altro sulle maggiori potenzialità turistiche associate. Tra queste la possibilità di incontrare la fauna tipica del posto. Prime fra tutte le marmotte che trovano in questo tratto alpino il loro habitat naturale.

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