Puglia in moto, un itinerario alla scoperta delle bellezze naturalistiche custodite dal Parco delle Gravine. Il percorso si snoda nella campagna pugliese, sfiorando alcuni dei più caratteristici borghi del territorio, da Mottola a Ginosa.
Esteso nelle provincie di Brindisi e di Taranto, il Parco Regionale della Terra delle Gravine è stato istituito nella regione per preservarne e tutelarne il patrimonio paesaggistico, faunistico e storico. Il nome del parco deriva dalle “gravine”, imponenti incisioni carsiche delle Murge originatesi oltre 125.000 anni fa per il corso dei fiumi che, dall’altopiano murgiano, si dirigono in mare.
A ragione considerati tra gli elementi naturali più significativi e spettacolari del territorio, le gravine hanno trasformato il paesaggio nel corso di migliaia di anni, regalandogli quell’aspetto particolare che, a molti osservatori, ricorda quello dei grandi canyon.
Accogliendo in sé un considerevole (e tutelato) patrimonio faunistico, naturalistico e storico-culturale, il Parco Regionale della Terra delle Gravine non è, com’è naturale, interamente visitabile in moto.
Tuttavia, due strade percorribili lo attraversano in due distinti punti, dando così la possibilità ai visitatori di godersi il meraviglioso panorama offerto dalla natura. Per godere appieno del paesaggio è però consigliata una visita a piedi tra le sue meraviglie nascoste.
Va anche ricordato che i 25mila ettari del parco si estendono su di un territorio comprensivo di 13 comuni della Provincia di Taranto (Ginosa, Laterza, Castellaneta, Mottola, Massafra, Palagiano, Palagianello, Statte, Crispiano, Martina Franca, Montemesola, Grottaglie e S. Marzano) e di un comune della provincia di Brindisi (Villa Castelli), facendo così del parco la più estesa area protetta regionale.
Ancora un accenno, prima di descrivere il nostro itinerario in moto in Puglia nel Parco Regionale della Terra delle Gravine, merita di essere fatto ai preziosi e antichi resti dei primi insediamenti umani. La particolare conformazione del territorio, fatto di grotte e canyon, ha infatti favorito – fin dal Neolitico ma soprattutto in epoca medievale – l’insediamento umano, accogliendo ancora oggi testimonianze fisiche dei numerosi villaggi rupestri fatti di case – grotta, fortificazioni e muretti a secco.
Uno scenario unico che, insieme alla flora e alla fauna del territorio, fanno del Parco un’attrazione turistica e culturale che senza dubbio merita d’essere visitata.
Il nostro itinerario in moto alla scoperta del Parco Regionale della Terra delle Gravine parte dal comune di Ginosa, situato a pochi chilometri dal mare in provincia di Taranto. Edificato sul primo gradino delle falde meridionali della Murgia tarantina a 240 metri sul livello del mare, il comune (come gli altri presenti nel nostro itinerario) è anche sede di uno dei più suggestivi villaggi rupestri sopra accennati.
Da Ginosa prendiamo la moto e imbocchiamo la Strada Provinciale 8 in direzione Taranto, continuando poi sulla Provinciale 27 per un totale di circa trenta chilometri in mezzo alla campagna.
Oltre che sede di un’altro suggestivo villaggio rupestre, il comune di Mottola regala panorami mozzafiato grazie alla sua strategica posizione: posta infatti a 387 metri d’altezza su uno dei pochi rilievi tarantini, la cittadina è anche chiamata “Spia dello Ionio” grazie alla possibilità per i suoi abitanti di ammirare tutto il panorama del golfo di Taranto.
Il centro storico, inoltre, conserva e custodisce diverse opere artistiche e architettoniche, da Piazza Largo San Nicola all’Arco Fanelli. Visita obbligatoria. Visitata Mottola è tempo di muoversi in direzione del Parco, distante soltanto una manciata di chilometri. Riprendiamo quindi la moto e imbocchiamo la Strada Provinciale 32 per una decina di chilometri fino all’incrocio con la SP41. Da qui, procedendo in direzione nord, ci si addentra nel Parco della Terra delle Gravine. La percorriamo con calma (sono solo 5 chilometri) godendoci il paesaggio naturale del Parco.
Giunti all’incrocio con la SP53, svoltiamo a sinistra per attraversare nuovamente il Parco in direzione opposta. All’interno del parco, alla SP53 si uniscono strade più piccole che s’addentrano nella natura, fino al Bosco Sant’Antiuomo e all’Oasi WWF del Monte Sant’Elia .
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