Nel cuore della cosiddetta “Romagna toscana”, incontriamo quasi casualmente il Passo del Giogo, interessante valico dell’Appennino tosco-romagnolo. Una strada morbida, essenziale e senza particolari caratteristiche di rilievo, anzi. La sua ridotta altezza, 882 metri, rende il Giogo uno dei passi meno “predominanti” rispetto al circondario.
Nonostante ciò è possibile goderne lungo un percorso un moto che unisce le due regioni confinanti e alcune mete pregevoli per il (moto)turista.
Il valico trova la sua vetta, 882 metri appunto, lungo il percorso della SP503 (già SS503 del Passo del Giogo), che unisce i comuni fiorentini di Scarperia e Firenzuola. Non siamo lontani da quel Mugello patria dei motori, così come il percorso, salendo verso nord, ci permette di avvicinarci a Imola, patria della Ferrari.
Possiamo dunque dire, senza paura di smentita, che il Passo del Giogo sia un valico “amico dei motori” a 360 gradi. La zona, fatta di ampi dislivelli coltivati ma anche di una fitta macchia di conifere e alberi ad alto fusto, è piacevole allo sguardo, e si può percorrere senza limiti durante tutto l’anno.
Il periodo migliore per scoprirla è quello primaverile-estivo, quando le temperature sono fresche e, ai due lati della strada, il verde è predominante. Lungo il Passo del Giogo, nel 1944, gli alleati americani sfondarono la cosiddetta Linea Gotica, segnando un importante momento nella liberazione dell’Italia dalle truppe nazifasciste.
Collina, montagna, di nuovo collina e pianura. L’itinerario in moto lungo il Passo del Giogo si dirama lungo un percorso di 121 chilometri, da percorrere in circa 3 ore, pause varie escluse. Partiamo da San Piero a Sieve, alle porte di Firenze, e da qui iniziamo l’avvicinamento verso Scarperia prima, risalendo le poche e facili curve del Giogo, fino ad arrivare in cima.
Proseguendo verso nord, arriviamo dapprima a Firenzuola sempre seguendo la SP503 e deviamo poi lungo la SP610 che ci porta a Moraduccio, confine tra Toscana ed Emilia Romagna. La strada non cambia denominazione neanche in territorio romagnolo: la lasciamo all’altezza di Fontanelice, per prendere la SP23 che ci porta a Brisighella, elegante borgo medievale dominato da tre formazioni rocciose.
Da qui ci attendono due ultimi tratti rettilinei e pianeggianti: uno, lungo la SP302, ci permette di arrivare a Faenza, la città delle ceramiche che merita sicuramente la visita. L’altro, lungo la SS9 (Via Emilia) ci fa giungere a Imola, termine ultimo di questo itinerario.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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