L’esperienza del mototurismo in Trentino è sempre foriera di grandi emozioni. A rendere questa la meta più amata dai centauri non è solo la grande quantità di passi, strade che pullulano di tornanti e panorami mozzafiato, ma anche la ricchezza di un territorio che si esprime in arte, cultura, natura e tradizioni enogastronomiche.
È proprio per scoprire i sapori del Trentino che questo itinerario è nato: un percorso che parte dalle sponde del Lago di Garda ma si fa subito impegnativa, deviando verso le curve che portano al Lago di Ledro e, da qui, proseguendo lungo la Valle del Chiese.
Continuando verso le Valli Giudicarie, si risale poi verso il Lago di Molveno, si sfiorano le terre del vino e si raggiunge alfine la Val di Sole e la Val Rendena. Un percorso non particolarmente lungo, 180 chilometri in tutto, da compiere in uno o due giorni per apprezzare il gusto della tradizione enogastronomica trentina.
L’itinerario dei sapori del Trentino ha origine in una delle zone più turistiche ed eleganti del territorio, Torbole. Sulle sponde del Lago di Garda, frequentatissimo dai motociclisti soprattutto in estate, il territorio di Nago-Torbole è stato per secoli luogo di frequentazione per poeti, artisti e letterati vari.
Dopo aver intrapreso il percorso con direzione Riva del Garda, per qualche chilometro di bellezza sul lungolago, ci immettiamo sulla SS240 di Loppio e di Val di Ledro. 52 chilometri di pura bellezza prealpina che permettono di ammirare l’area naturale del Lago di Ledro, con gli antichi insediamenti palafitticoli e, proseguendo nel cuore delle valli, arrivare a Storo.
“Ha per corona i monti e per confine il lago”, è così che da queste parti definiscono l’idilliaco scenario naturale che ci introduce nella Valle del Chiese. Dopo Storo imbocchiamo la SS237, direzione nord, seguendo il corso del fiume Chiese, che traccia nelle viscere l’omonima valle. Sulla strada incontriamo prima Borgo Chiese, deliziosa comunità di appena 2000 anime, e poi Tione di Trento.
Il panorama è da perdere il fiato: si guida alle porte del Parco Naturale Adamello Brenta. Se al vostro viaggio chiedete anche attività e svago, nei pressi di Breguzzo sorge il Breg Adventure Park, il parco avventura delle Valli Giudicarie più grande del Trentino, oppure una visita al Sentiero Etnografico Rio Caino, il museo della tradizione popolare della zona, per scoprire come si viveva e vie in queste zone rurali e di montagna.
Seguendo sempre la nostra statale, arriviamo nei pressi di Comano e delle sue terme famose per le proprietà curative.
A Ponte Arche cambia la nostra via; imbocchiamo la SS421 verso Molveno. Sarà proprio il Lago di Molveno, incastonato tra le Dolomiti, la nostra attrazione principale: d’altronde, come diceva il celebre poeta Antonio Fogazzaro, questo luogo è una vera e propria “preziosa perla in più prezioso scrigno“.
Continuando sulla statale 421 (che diventa SS43), incontriamo prima Andalo, una delle località sciistiche più importanti del Trentino, Denno e poi Cles, costeggiando il delizioso Lago di Santa Giustina. Percorrendo la SS42 verso ovest ci incamminiamo successivamente verso Dimaro, seguendo il corso del Torrente Noce.
Da Dimaro a Madonna di Campiglio, il traguardo finale, la strada si va davvero emozionante, ricca di curve paesaggistiche da raccordare. Sfioreremo tanti luoghi rinomati del turismo montano, come Marilleva, Folgarida e Campo Carlo Magno, per terminare il nostro viaggio a più di 1500 metri di quota nel pieno centro di Madonna di Campiglio.
Il consiglio di percorrere il nostro itinerario in almeno 2-3 giorni è dovuto al fatto che viaggiamo tra le zone più belle del Trentino, sia dal punto di vista naturalistico che culinario. Le Valli Giudicarie, la Val Rendena, la Val di Sole e la zona del Lago di Garda offrono tantissime opportunità sotto questo punto di vista, da prendere al volo.
Salite in sella alla vostra moto, quindi, e lasciatevi guidare tra curve e (perché no!) sapori. Partiamo dalla carne. La carne salada è una specialità della Valle del Sarca e delle zone attraversate, vero e proprio fiore all’occhiello della cucina trentina tutta. Un taglio di manzo molto magro, ricavato dalla fesa, che può essere consumato sia crudo, come carpaccio, che cotto, magari alla brace.
Fra il Garda e le Dolomiti di Brenta, molto attiva è la pesca lacustre, che produce prodotti IGP rinomati come la trota e il salmerino locali. Da non sottovalutare nemmeno le produzioni di olio, molto attive nelle vallate basse, e di miele, soprattutto millefiori.
Come citato anche nell’itinerario, questa parte di Trentino è famosa anche per i suoi vini. Su tutti spiccano il Vin Santo Trentino DOC, Presidio Slow Food figlio esclusivo della Valle dei Laghi, e il Vino Nosiola, prodotto con l’omonima uva di Toblino coltivata anche nei pressi di Comano. Da non sottovalutare nemmeno la produzione di distillati e grappe, tutti da provare e assaggiare a fine pasto.
Ma se parliamo, invece, di ingredienti puri, anche le Valli Giudicarie e la Val Rendena non temono confronti. Possiamo annoverare tante realtà locali rinomate per i propri prodotti dal gusto unico; tra queste troviamo le noci del Bleggio, i maroni del Chiese (castagne), le patate delle Valli Giudicarie, la farina gialla di Storo, il broccolo di Torbole e la rinomata e particolare susina di Dro.
E se il Trentino è celebre per i propri cibi da tagliere, anche queste valli apportano il loro contributo. I casi tipo sono lo speck della Val Rendena, variante particolare del prosciutto affumicato, e la Spressa delle Giudicarie DOP, formaggio magro tra i più antichi dell’intera regione; ma anche la cosiddetta Ciuìga del Banale, un salame unico in Italia di origine povera e contadina, preparato con gli scarti della carne di maiale e rape cotte e tritate, e il salame all’aglio della Val Rendena, un insaccato di puro maiale ottenuto esclusivamente con carne scelta, possono essere annoverati tra quei prodotti di primo livello da assaggiare durante il nostro viaggio.
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