In lingua berbera, il suo nome significa silenziosa. Ed è proprio questa la prima sensazione che rompe l’apparente monotonia del deserto marocchino, raggiungendo Ouarzazate. Un silenzio che in realtà corrisponde solo a parte dell’identità contemporanea di questa città che da molti è stata ribattezzata la Hollywood del deserto. Un esercizio stilistico che ci narra parte della sua storia, fatta sì di tradizione ma anche di una certa flessibilità e di una riconoscibilità che traspare nelle tantissime pellicole girate da queste parti, lungo i monti dell’entroterra del Marocco, in un contesto decisamente “da grande schermo”. Andiamo a scoprirla insieme.
Non aspettatevi che un viaggio in Marocco sia rapido e indolore. Soprattutto se la meta è Ouarzazate, che già da sola dista oltre 200 chilometri da Marrakech. In pratica, è come fare Roma-Napoli in una volta sola, ma senza l’Autostrada del Sole. A questo punto, partiamo da Casablanca, con vista sull’Oceano Atlantico. Da qui, usciamo dalla città lungo la A101 e iniziamo a seguire dapprima la A3, poi la P3606. La prima tappa intermedia è Settat, che dista 75 chilometri. Seconda e decisamente più lunga è la tappa che ci porta a Marrakech, 171 chilometri, da percorrere quasi per intero lungo la A3, che passa per Ben Guerir e Sidi Bou Othmane, prima di arrivare alla celebre città. Siamo a metà del viaggio: ci aspettano ora i 128 chilometri per Agouim, lungo la N9, e sempre da qui continuiamo sulla stessa strada ma concedendoci una deviazione per la bellissima Ait-Ben-Haddou. Infine, P1506 e N10/N9 fino all’arrivo a Ouarzazate.
La qasba di Ouarzazate, fulcro storico della città
Ouarzazate, la Hollywood del deserto. Situata a quasi 1200 metri di altitudine, fu ampliata durante il controllo francese nella prima metà del Novecento, ma è una antica città berbera, il popolo che costituisce il nucleo originale del Marocco, e per il quale la città prende il nome di Warzazat.
La città, non distante dalle suggestive Gole del Dadès (altra meta motociclistica di sicuro rilievo) ha prestato le sue scenografie urbane a innumerevoli pellicole, da Lawrence d’Arabia a L’uomo che volle farsi re. Imperdibile la visita alla qasba Taouirt, la cittadella antica ancora perfettamente conservata e perfetto esempio dell’architettura mudejar. La casba fu progressivamente abbandonata dagli abitanti negli anni ’30, ma una musealizzazione ben studiata le ha permesso di essere conservata, divenendo un vero e proprio monumento e il punto focale del turismo in città, che altrimenti si espande all’esterno, circondata da montagne spesso innevate per buona parte dell’anno.
La Moschea di Hassan II a Casablanca è il più grande luogo di culto islamico del Marocco
Quando uscì al cinema, nel 1942, Casablanca (con Humprey Bogart, Ingrid Bergman e Paul Henreid) divenne subito un fenomeno di costume, nonostante il periodo bellico. L’immagine della città oggi è decisamente diversa però da quella fiabesca che oggi ha più di ottant’anni, e Casablanca è divenuta una metropoli moderna, punto fermo dell’economia marocchina ma dove al tempo stesso non mancano testimonianze del passato che fu. Esempio di legame tra passato e presente è la magnifica Moschea Hassan II, con il suo minareto alto 210 metri, completata negli anni ’90 e ispirata alle tradizionali architetture islamiche. Tra i luoghi imperdibili in città anche la Nuova Medina (Habous), con la sua tipica architettura che mescola elementi arabeggianti e andalusi, e la Corniche, lunghissima passeggiata alberata fronte mare, arricchita dalla presenza di locali dove provare la gustosa cucina marocchina.
Punto di riferimento per il turismo del Marocco e dell’intero Maghreb, Marrakesh raccoglie milioni di visitatori ogni anni. Nonostante abbia subito un profondo rinnovamento nel corso degli ultimi 50 anni, ha saputo mantenere il fascino estremo e esotico di una città che ha ancora nella sua medina il nucleo della vita di tutti il giorni. Piazza Jemaa el-Fna, il suo cuore pulsante e vivo, è un enorme mercato a cielo aperto, palcoscenico di artisti e incantatori di serpenti, luogo di ritrovo e meta irrinunciabile. Alla pari dei coloratissimi Giardini Majorelle, la cui fama si deve a Yves Saint Laurent, che la comprò e vi visse per anni, dandole nuova vita ma mantenendo inalterato lo stile architettonico. Ammirabile solo all’esterno, la Moschea Koutoubia è un simbolo della fede islamica, mentre visitabile è la Medina con le sue centinaia di artigiani e venditori.
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