La Val Formazza, nel Piemonte settentrionale, ospita paesaggi naturali di rara bellezza, come il Lago di Morasco. Questo bacino artificiale, dal quale scaturiscono le celebri Cascate del Toce (tra le più alte di tutta Italia), permette di ammirare un panorama mozzafiato. Qui ritroviamo cascate spettacolari e laghetti cerulei che si trovano letteralmente incastrati tra le montagne, in un paesaggio naturale che lascia senza fiato. Un accattivante itinerario per scoprirlo ci aspetta, ma prima scopriamo di più su questi luoghi. Partiamo?
A nostro parere, il percorso migliore che ti permette di raggiungere il Lago di Morasco in moto è quello che parte da Domodossola. Un tragitto di 50 chilometri, abbastanza impegnativo ma non eccessivamente faticoso, che permette di ammirare scorci paesaggistici di imparagonabile bellezza. Lasciata Domodossola bisogna proseguire in direzione Nord, superando il borgo di Crodo, una delle località termali più conosciute della zona. Da qui si tocca la località di Baceno fino a raggiungere gli orridi di Uriezzo.
Si tratta di una serie di incisioni nella roccia avvenute per effetto dell’azione erosiva di una serie di torrenti che danno vita ad uno scenario naturalistico di grande effetto. Sembra, in questo luogo, di trovarsi proprio in un canyon. Dopo una breve sosta si prosegue in direzione di Le Casse: invece di continuare lungo la galleria omonima si può deviare verso la vicina strada che, ricca di tornanti, prosegue verso la Cascata del Toce. Alta 143 metri, con un fiocco di base di 60, è tra le più suggestive cascate italiane. Oggi è alimentata artificialmente dalle “fuoriuscite controllate” del Lago di Morasco, il vicino bacino artificiale.
Il colore del Lago di Morasco è favorito dalla limpidezza delle acque di montagna del fiume Toce
Il lago di Morasco non è di origine naturale, bensì artificiale. Il bacino nasce dopo la costruzione dell’omonima diga, costruita a 1815 m s.l.m. nella parte alta della Val Formazza. Le sue acque alimentano una centrale idroelettrica che si trova qualche decina di metri più in basso. La diga fu realizzata negli anni ’30 del Novecento dall’allora società Edison ed era destinata alla produzione di energia elettrica per soddisfare i bisogni della vallata sottostante. Il complesso è lungo circa 500 metri, alto 55 metri e riesce a contenere oltre 17 milioni di metri cubi d’acqua.
Ci troviamo nella parte alta della Val Formazza, lungo uno dei tratti più belli dell’intero arco alpino. Una zona dove padroneggiano abeti e pini e dove sono presenti una miriadi di piccoli laghetti che rendono lo scenario davvero incantevole. La tradizione turistica della valle risale al XIII secolo quando, da rifugio tipicamente estivo, fu scelto come dimora fissa da diversi gruppi di pastori e di cittadini che decisero di stabilirsi lungo i pendii della valle. I grandi declivi che si incontrano sono caratterizzati da una flora tipicamente alpina e con diverse specie, alcune delle quali anche rare.
Uno scorcio del lago che include anche i declivi della Val Formazza
Una zona dove ci si trova davanti a foreste di aghifoglie e man mano che si sale in altitudine si incontrano piante che si sono dovute adattare al clima che diventa più rigido. Ginepro, salice glauco, rododendro sono soltanto alcuni esempi di flora del posto. Le specie maggiormente ricercate in prossimità del Lago di Morasco sono la Calaminta e l’Artemisia Glaciale, oltre ovviamente alla più famosa Stella Alpina.
Per quanto riguarda la fauna, questa non si discosta molto da quella presente lungo tutto l’arco alpino. Diverse sono le varietà di farfalle, sia diurne che notturne, e le libellule. I diversi corsi d’acqua del posto pullulano invece di diverse specie tra le quali la trota fario, l’iridea e la salmonata mentre decisamente rara è diventata la presenza della trota selvatica nera.
La pernice bianca, così chiamata perché alterna un mantello colorato durante l’estate a quello bianco durante l’inverno, non è difficile da avvistare così come il gracchio alpino e diversi rapaci notturni come l’allocco, la civetta e il gufo. Lepri e marmotta sono molto comuni ma ci sono altrettante specie interessanti di mammiferi come la volpe, il ghiro, il tasso, lo scoiattolo e il camoscio che predilige le vette innevate.
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