Passo del Giovà, il valico 'strategico' delle stelle - TrueRiders

Passo del Giovà, il valico ‘strategico’ delle stelle

Stefano Maria Meconi  | 09 Nov 2020  | Tempo di lettura: 5 minuti

Tra Emilia-Romagna e Lombardia gli Appennini regalano splendide strade di alta montagna, come il Passo del Giovà. Ci troviamo in una zona che è spesso chiamata “delle quattro regioni”, proprio perché, oltre alle due collegate, anche Liguria e Piemonte distano in linea d’aria pochi chilometri.

Sicuramente interessante per gli amanti della montagna e di chi cerca l’evasione dalla città, questa strada è bella in ogni momento dell’anno. In inverno ricchissima di neve, in estate con le fresche temperature appenniniche, è una meta mototuristica a 360 gradi.

Ha però una particolarità, che andremo a scoprire, che le vale il titolo puramente onorofico di valico delle stelle. Ma con un pizzico di arguzia, l’avrete capito di già!

Pronti a partire?

Tutto quello che c’è da sapere sul Passo del Giovà

Tre valli per tre regioni

Il Passo del Giovà si trova nel cuore dell’Appennino ligure, eppure siamo tra Lombardia ed Emilia-Romagna. Un’apparente contraddizione, direte voi. E invece no!

Questa zona è infatti un “territorio di sintesi”, dove la natura si esprime diversamente dai confini politici tra le regioni. Pensate, infatti, che i limiti geografici di questo tratto degli Appennini, il primo, tocca Liguria, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e La Spezia.

Sono proprio quelle montagne che conosciamo molto bene, e che esprimono strade d’autore come la Bocchetta di Altare, il Passo del Turchino o la celeberrima Strada della Cisa.

Situato tra Valle Staffora, Val Boreca e Val Borbera, il Passo del Giovà ha la sua vetta in Lombardia, ma ridiscende rapidamente in Emilia-Romagna e dopo neanche due chilometri sfocia in Piemonte. Nell’itinerario che ti proponiamo qui di seguito, infatti, le toccheremo tutte e tre. Incredibile, no?

Il più amato dagli astrofili

Perché questo passo è tanto amato da chi ‘pratica’, a vario titolo, la nobile arte dell’astronomia? Presto detto: per l’assenza di luce.

Il Nord Italia, e in particolare la Pianura Padana, è tra le zone con il maggior inquinamento luminoso al mondo. Un fenomeno particolarmente evidente nelle zone urbanizzate, che impedisce la corretta visione del cielo stellato.

Telescopi alla mano, esperti e semplici curiosi cercano dopo il tramonto zone dove, tutt’intorno, ci siano poche case e soprattutto pochissime luci: il Passo del Giovà, appunto. La zona del resto è piuttosto facile da raggiungere: dista 85 chilometri da Genova, più o meno la stessa che lo separa da Alessandria e da Piacenza.

Monte Chiappo
La strada che sale verso il Monte Chiappo

Una volta in cima, tra le vette del Monte Chiappo e del Cavalmurone, l’osservazione astrale si fa facile e davvero piacere. La presenza di strutture ricettive, inoltre, rende ideale il valico per una “gita fuori porta” che dura un intero weekend.

Qualche numero e curiosità sul Passo del Giovà

La salita al Passo del Giovà porta fino a un’altitudine di 1368 m s.l.m. con una distanza complessiva di 16,1 chilometri e un dislivello di 806 metri.

La pendenza media del valico è del 5%, con ampi tratti sotto il 4% (tra il 3° e il 7° chilometro) e circa un chilometro (8,5 – 9,5 progressivo) con una breve salita ripida al 10,5%.

Il passo dista circa 32 chilometri da Bobbio, il ‘borgo dei motociclisti’ e dal vicino Passo Penice, anch’esso celebre per la posizione strategica tra le regioni del Nord Italia.

Passo del Giovà in moto

Mappa

Percorso

Prendiamolo alla larga. Cosa? Il Passo del Giovà, ovviamente! In questo itinerario, che parte e arriva in Liguria, toccheremo anche l’Emilia-Romagna, brevemente la Lombardia e per un ampio tratto il Piemonte.

Partiamo da Rezzoaglio, il terzo comune più grande per superficie di tutta la Liguria. Ci troviamo a 700 metri di altitudine, tra gli splendidi scorci della Val d’Aveto. Il comune è celebre per i suoi imponenti campanili, che disegnano uno skyline decisamente originali, con decorazioni in pietra su piante sia quadrangolari che circolari.

La Val Trebbia tra curve e pianure nel verde
Panorami della Val Trebbia

Seguendo il piacevole percorso della Statale 45 risaliamo la Val Trebbia in direzione dell’Emilia-Romagna, verso la frazione Tartago di Ottone. È più o meno da qui che inizia la scalata al Passo del Giovà, a onor del vero una risalita non particolarmente complessa ma molto panoramica.

Il tratto di strada che “sfora” in Lombardia coincide con la vetta, e con il passaggio sulla Provinciale 18. Siamo nelle immediate vicinanze di un altro valico molto interessante, Capanne di Cosola. Entriamo così in Piemonte dopo un paio di chilometri, percorrendo i numerosi tornanti della Provinciale 140 della provincia di Alessandria.

Scendiamo verso la Val Borbera, raggiungendo in circa 30 chilometri Rocchetta Ligure. Qui vale la pena visitare il Museo della Resistenza “Giambattista Lazagna”, che racconta le lotte di liberazione partigiana del periodo 1943-1945 e la storia quotidiana di questi territori.

Ronco Scrivia, Liguria
Il centro abitato di Ronco Scrivia (Foto di Davide Papalini in CC BY 2.5)

L’ultimo tratto di questo itinerario con protagonista il Passo del Giovà ci porta verso la Liguria, e più precisamente a Ronco Scrivia. Circa 20 chilometri separano Roccaforte Ligure e Ronco Scrivia, situata nell’omonima valle.

Il territorio di Ronco, splendidamente raccontato in un racconto di inizio Novecento di Herman Hesse (Nobel per la letteratura nel 1946), non è molto distante da Genova e dal Mar Ligure. Un ambiente naturale di grande pregio, al cui borgo si accede passando per il bel ponte romano di Via Postumia.

  • Titolo: Passo del Giovà
  • Lunghezza (km): 136
  • Partenza: Rezzoaglio
  • Arrivo: Ronco Scrivia
  • Altezza massina (m s.l.m.): 1368
  • Pendenza massima (%): 10,8%
  • Principali località attraversate: Tartago, Passo del Giovà, Montaldo di Cosola, Roccaforte Ligure
  • Chiusura invernale: No
Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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