Vuoi scoprire una delle mete più originali che le Alpi abbiano da offrirti? Allora non puoi perderti assolutamente il Passo Resia. Si tratta infatti di una strada ‘di confine’, dove a stupirti non c’è solo la bellezza delle montagne ma alcuni, speciali, elementi distintivi.
Quello che possiamo definire anche il passo dei tre confini – perché unisce Italia, Austria e Svizzera – è un percorso apparentemente semplice ma che resta impresso nella mente. C’è un monumento, in una posizione che davvero non ti aspetteresti, a indicarti l’originalità del Reschenpass, questo il suo nome tedesco.
Tra le alpi altoatesine e quelle tirolesi, insomma, si apre una strada che molti conoscono solo in parte, grazie a quel gioiellino naturale che si trova nelle sue vicinanze.
Pronti a questa avventura… fuori dagli schemi?
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La strada che oggi chiamiamo Passo Resia ha origini antichissime, che risalgono addirittura a prima dell’Impero romano. A quel tempo non esistevano mezzi a motore, tanto meno le nostre amate moto. Allo stesso tempo, però, viandanti e commercianti si spostavano di frequente da e per il Mediterraneo.
Per questo motivo, in un momento non ben precisato dell’avanti Cristo, Val Venosta e Valle dell’Inn (nell’attuale Austria) furono collegate da un sentiero, una strada battuta che nonostante fosse rudimentale era in realtà fondamentale. Grazie a quella, e a strade molto simili (come ad esempio il Passo Spluga), l’Italia era più facilmente messa in comunicazione con il resto d’Europa.
Tra il 41 e il 54 d.C. fu l’imperatore Claudio a promuovere la costruzione di una delle più importanti strade dell’epoca, la Via Claudia Augusta. Una sorta di autostrada ante litteram, 517 chilometri di percorso che univano Venezia e Mertingen, in Baviera. Di quel percorso non si sa molto, ma gli storici hanno ipotizzato che passasse per la Valdobbiadene, il Passo San Boldo e le vallate del vino in Alto Adige.
Nel Medioevo prima, e fino all’Ottocento poi, il Passo Resia continuò ad avere una valenza strategica negli spostamenti tra Centro e Sud Europa. Con l’ampliamento delle strade nel Cantone Grigioni, però, perse progressivamente importanza. A rendere obsoleto il valico, infine, ci fu il fallimento del progetto della ferrovia del Resia, che avrebbe dovuto collegare Italia e Austria passando proprio da queste parti.
Il Lago di Resia, completamente ghiacciato
Il Passo Resia attraversa il comune di Curon Venosta, sul quale insistono i quasi 7 chilometri quadrati del Lago di Resia. Questo bacino artificiale è recentissimo: nacque nel 1950, con la costruzione di una diga che unì, sommergendoli, tre laghi naturali già esistenti. A farne le spese fu però l’abitato di Curon Vecchia, sepolto sotto quasi venti metri di acqua.
L’abitato, ovviamente abbandonato prima della fine dei lavori, fu sommerso dalle acque quando venne aperta la diga. Salvo durante i decennali lavori di manutenzione del lago, Curon Vecchia non è visibile, tranne che in un punto. Il campanile della vecchia chiesa, costruito addirittura nel Trecento, emerge per diversi metri dalle acque. Nonostante le fondamenta siano sommerse, l’edificio è ottimamente conservato: l’ultimo restauro risale infatti al 2009.
In inverno, il campanile di Curon Venosta si può raggiungere a piedi, perché l’intera superficie del lago, che affaccia sul Passo Resia, congela. Uno spettacolo meraviglioso, con questo sperone roccioso che emerge da un manto candido e bianchissimo circondato dalle Alpi.
Il passo Resia ha un’altezza massima di 1504 m s.l.m. È aperto nei mesi estivi, mentre in inverno rimane percorribile tranne che in caso di eventi meteorologici estremi.
La pendenza massima è del 9%, la lunghezza complessiva di circa 30 chilometri (nel tratto Malles Venosta – Nauders). Dalla sponda settentrionale del lago, il confine con l’Austria dista 2,5 chilometri. Oltrepassata l’antica dogana ci si immette sulla Strada 180, in territorio austriaco. Da qui è possibile raggiungere Innsbruck, che dista 118 chilometri.
Il nostro percorso in moto alla volta del Passo Resia inizia da Bormio, città termale alle porte del Passo dello Stelvio e rinomata località turistica. La prima parte del viaggio di circa 120 chilometri che ci porterà verso l’Austria avrà come protagonista proprio il più alto passo italiano. Lasciata Bormio, infatti, ci immettiamo subito sulla SS38 dello Stelvio, proseguendo fino in direzione della IV Casa Cantoniera.
Qui lasciamo la SS38 e, in sella, affrontiamo il percorso di confine del Giogo di Santa Maria, altrimenti conosciuto come Passo Umbrail. Il percorso in terra svizzera è breve, e si svolge tutto all’interno del Parco Biosfera Val Müstair, prima di rientrare in Italia all’altezza di Tubre.
Siamo in Alto Adige, e precisamente nella Val Venosta, come ci suggerisce l’arrivo a Malles Venosta, da dove inizia la nuova salita verso il Resia. La zona del valico è evidenziata dalla presenza di ben due laghi contigui, il Lago della Muta e il Lago di Resia. La SS40 si interrompe in corrispondenza del confine austriaco, lasciando spazio alla B180, che in pochi chilometri di strada agevole ci porta a Nauders.
Da qui, l’ultimo tratto dell’itinerario ci porta verso Landeck, meta finale del viaggio. Per chi volesse proseguire, Innsbruck dista poco meno di 80 chilometri (prevedendo poi un eventuale ritorno in Italia lungo il Passo del Brennero).
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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