Calanchi di Piana, motoitinerario in Corsica - TrueRiders

Calanchi di Piana, le “rocce meravigliose” della Corsica in moto

Redazione TrueRiders  | 14 Mar 2019  | Tempo di lettura: 5 minuti
  • Titolo: Calanchi di Piana
  • Lunghezza (km): 52.3
  • Partenza: Osani
  • Arrivo: Cargese
  • Principali località attraversate: Calanchi di Piana
  • Chiusura invernale: No

I Calanchi di Piana sono una delle destinazioni di maggiore rilievo turistico della Corsica, isola francese ma che appartiene al complesso geografico italiano.

Si tratta di una formazione geologica, bizzarra per definizione poiché presenta delle scogliere non bagnate dalle acque del pur vicino Mar Mediterraneo, più precisamente del Golfo di Porto, nella parte centro-settentrionale dell’isola.

La strada che percorre questa zona, e che si inserisce tra i comuni di Partinello, Serriera, Ota e Piana (da cui, appunto, il nome di Calanchi di Piana) è di particolare interesse turistico. Se la Corsica è, per definizione, l’isola dei motociclisti questo itinerario non fa eccezione.

I Calanchi di Piana

I Calanchi di Piana sono costituiti da delle rocce granitiche, dal caratteristico colore rosso (si ritrovano conformazioni simili anche nella Francia continentale, come ad esempio nelle Gole del Daluis). Circondate da panorami mozzafiato, e in una zona peraltro incontaminata, questi calanchi meritano sicuramente la visita.

Le rocce si elevano fino a 400 metri di altitudine, con profilo geologico che si apre dalle rocce plutoniche (ovvero intrusive) alle rocce magmatiche vere e proprie. È la dimostrazione che, sin dall’epoca preistorica, la Corsica abbia subito una certa presenza di vulcani o comunque sia stata influenzata da fenomeni geologici complessi.

L’altezza maggiore è di 698 metri sul livello del mare. Tra i picchi più rilevanti troviamo il Capu Ghineparu, che raggiunge i 515 metri di quota.

Non si tratta di una zona esclusivamente arida: qui vi scorre infatti il Dardo, un “ruisseau” (rivolo) la cui sorgente è sul Capu di u Vitullu, a 1.311 metri di quota. Nella vicina Cavallaghiu, le acque del Dardo servivano in passato per generare l’azione di un mulino.

Particolarmente apprezzabile è la bizzarria della natura che si è espressa, nel corso di millenni, dando alle rocce forme tra le più disparate. Vi possiamo ritrovare la “Testa di cane”, il “Teschio”, la “Testa” e persino il “Cuore”. Ciascuna di queste conformazioni è originata dall’azione del vento e delle acque.

La percorribilità della zona è garantita sia per chi si muove in moto, grazie a strade ricche di curve e tornanti, e sia agli escursionisti. Questi ultimi, infatti, avranno a disposizione numerosi sentieri per camminare tra i Calanchi di Piana.

La zona fa parte, già dal 1983, dei Beni protetti dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. Vi è iscritta insieme al Golfo di Porto, Capo Girolata e la Riserva naturale di Scandola. Dal punto di vista nazionale, il governo francese riconosce i Calanchi di Piana come ZNIEFF (Zona naturale di interesse ecologico, faunistico e floristico) dal 1985.

L’apprezzabilità di questa zona è tale che è possibile ritrovarne citazioni letterarie nell’opera Il monastero di Corbara di Guy de Maupassant e nell’Escursioni in Corsica, opera del principe Roland Bonaparte del 1891. Per entrambi è sicuramente emergente il profilo naturalistico di grande spessore, la bellezza dei tramonti che illumina i colori già intensi delle rocce, la natura che si esprime in tutta la sua essenza.

I percorsi dei Calanchi di Piana

Le “randonnées” sono i percorsi tradizionali dell’escursionismo francese. In Corsica se ne trovano moltissimi, e la zona dei Calanchi di Piana non fa eccezione. È sicuramente una delle mete da consigliare maggiormente per trascorrere delle vacanze in Corsica.

Tra questi, che diramano dalla D81 (Strada dipartimentale 81), troviamo quello dello Château fort, della Tête du chien, l’antico sentiero di Piana a Ota e quello di Mezzanu. Non devono stupire i nomi che, in alcuni casi, si avvicinano molto all’italiano. L’influenza del Bel Paese sulla Corsica si ritrova anche nella sua lingua, che è una apparente mescolanza di termini italiani, francesi e sardi.

I percorsi sono segnalati ampiamente da una segnaletica dedicata, generalmente di colore marrone, e hanno difficoltà variabile. Sono consigliati, in generale, a escursionisti già mediamente allenati, poiché presentano a tratti pendenze piuttosto significative o tratti scoscesi.

Calanchi di Piana in moto

Mappa

L’itinerario in moto lungo i Calanchi di Piana prende il via dal piccolo comune corso di Osani, nella Corsica del Sud. Questo comune, pur essendo bagnato dal mare, raggiunge una altitudine massima di ben 927 metri. Ha poco più di 100 abitanti, e un bellissimo borgo circondato dai fitti boschi corsi.

Da qui si sale in sella alla moto e ci si prepara a percorrere le tortuose strade che conducono ai “Calanques”. Appena lasciato il borgo si percorre per circa 1,3 chilometri la D424, raggiungendo così il percorso della D81, che procede dalla località di Bocca à Croce.

Si attraversano i piccoli comuni di Curzu, Partinello e Serriera: tra tutti, la D81 attraversa zone di rara bellezza naturalistica. Da un lato lo sguardo è fisso verso il mare, che nelle giornate più soleggiate è di un azzurro intenso. Dall’altro, invece, vediamo la strada che è scavata nei crinali montuosi, quasi come fosse strappata all’incedere morbido delle montagne.

Dopo aver superato Porto, che si trova nella zona del Parco di Ghineparu Pianu, siamo pronti ad entrare a pieno titolo nei Calanchi di Piana. Ce ne accorgiamo dal progressivo cambio delle cromie delle rocce, che diventano sempre più rossastre.

La strada non è delle più facili: sole due corsie, una per ciascuna percorrenza, frequentate a vario titolo da ciclisti, passeggiatori, automobilisti e riders. A tratti che scendono a picco sul vuoto se ne alternano altri più morbidi, con collinette e spazi aperti dove fermarsi ad ammirare il panorama, fare una pausa rilassante e scattare le foto al panorama.

Si prosegue per alcune decine di chilometri arrivando così a Cargese. Si tratta di un comune molto interessante, con un piccolo porticciolo turistico, ai pieni del Monte Cinto. Questo, con i suoi 2.706 metri, è il più alto di tutta la Corsica. Quasi sempre innevato, è facilmente riconoscibile anche dalle località più lontane, come ad esempio Calvi.

Per chi volesse proseguire il proprio giro in moto in Corsica, vi sono tante alternative possibili. Cargese, ad esempio, dista circa 50 chilometri da Ajaccio, il capoluogo della Corsica. La città natale di Napoleone Bonaparte, imperatore dei francesi, è una elegante località marittima, da visitare in ogni momento dell’anno, ma che offre il meglio di sé in primavera e a inizio autunno.

In direzione nord, invece, la stessa distanza separa Osani da Calvi. La bella località, abitata già in passato da popoli neolitici, fu conquistata dai Romani nel I secolo dopo Cristo. Oggi la cittadina, con la sua rocca sul mare, è una tranquilla località turistica. A Calvi si parla un dialetto che ha alcune familiarità con il ligure.

Proprio in Liguria è possibile visitare Piana Crixia, una località che ha alcune affinità con la zona dei Calanchi di Piana. Qui, infatti, si trova un curioso “fungo” in pietra, la cui formazione si deve agli stessi fenomeni erosivi che hanno reso celebri in tutto il mondo la zona corsa oggetto di questo articolo.

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