Alle porte di Roma c'è il santuario di montagna più amato da Giovanni Paolo II

Alle porte di Roma c’è il santuario di montagna più amato da Giovanni Paolo II

Stefano Maria Meconi  | 15 Ago 2023  | Tempo di lettura: 6 minuti

Pare che Papa Wojtyla, oltre alla sua prima visita ufficiale nel 1978 subito dopo la sua elezione, sia stato qui tante altre volte. Del resto Giovanni Paolo II era innamorato della montagna, e come perdersi l’opportunità di salire a quota 1200 metri appena fuori dalla Capitale?

Immerso tra le montagne non lontano da Roma, il Santuario della Mentorella è uno degli edifici di culto più interessanti del Lazio, circondato dal verde della bella stagione e perché no, dalla neve d’inverno eppure a meno di 30 chilometri in linea d’aria dal traffico del Grande Raccordo Anulare. Risalente addirittura al IV secolo, questo edificio è così antico che ha visto le mille trasformazioni dell’Italia e del mondo che gli si sono presentate davanti, ma rimanendo fedele a sé stesso e offrendo ai tanti pellegrini un’oasi di pace e serenità. Arrivarci in moto è davvero un’esperienza originale e piacevolmente indimenticabile. Pronti a partire?

Santuario della Mentorella in moto

Mappa

Come arrivare

Brevi ma decisamente ricchi di spunti, questi 66 chilometri uniscono il Santuario della Mentorella a Tivoli, la ‘città delle ville’ alle porte di Roma. Seguiamo così un percorso a ritroso, partendo dalla nostra meta e arrivando verso la bella località della provincia capitolina. Dal Santuario al Monte Guadagnolo ci sono 2 km ricchi di curve ma facili da affrontare, grazie al percorso asfaltato di recente. A Guadagnolo una sosta è d’obbligo, per ammirare il panorama o provare l’ottima gastronomia locale.

Nove chilometri ci separano da Capranica Prenestina, che si trova alla ragguardevole altezza di 915 m s.l.m. Al centro è da ammirare la Chiesa della Maddalena, la cui piccola cupola si ispira allo stile bramantino. Altri 7 chilometri, e trecento metri di dislivello, ci portano verso San Vito Romano. Il piccolo centro della provincia romana è da scoprire nel mese di giugno, quando si tiene l’Infiorata in occasione della festa di San Vito Martire. La devozione dei sanvitesi è riposta anche al Santuario della Madonnina di Compigliano, poco distante dal centro cittadino, con il suo bel panorama sulle vette dei Monti Prenestini.

L’itinerario si fa tipicamente pianeggiante in direzione di Genazzano; insieme al Santuario della Madonna del Buon Consiglio e al Ninfeo del Bramante, la principale attrazione della cittadina – feudo dei Colonna fino al XIX secolo – è sicuramente la sua Infiorata, una delle più importanti per estensione spaziale e storia. La stessa tradizione dei tappeti floreali, che si realizzano in occasione del Corpus Domini, viene fatta risalire al Settecento circa, con innumerevoli esempi in tutta la regione Lazio.

Santuario della Fortuna Primigenia, Palestrina
Il Tempio o Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina

Prima di arrivare a Tivoli, nostra meta finale dell’itinerario del Santuario della Mentorella, visitiamo Palestrina e la sua zona archeologica, sormontata dal Palazzo Colonna Barberini del XV secolo. Ai suoi piedi si estendono i resti del Santuario della Fortuna Primigenia, considerato dagli storici un pregevolissimo esempio di architettura tardo-repubblicana romana (ca. II secolo a.C.). A Zagarolo, poco lontano, ci incuriosisce il Museo del giocattolo, ospitato dall’antico Palazzo Rospigliosi. La collezione, aperta nel 1998 al pubblico, è tra le più grandi in Europa. Si estende infatti su uno spazio espositivo di ben 1400 metri quadrati.

Giunti a Tivoli, non possiamo che dedicarci alla visita delle tre ville tiburtine. Villa Adriana (di epoca romana), Villa d’Este (capolavoro rinascimentale di Pirro Ligorio) e Villa Gregoriana, con la Grande Cascata voluta da Papa Gregorio XVI per sfogare le piene dell’Aniene e alta più di 100 metri.

Il santuario ‘dolomitico’ di Roma

Monti Prenestini,
Veduta sui Monti Prenestini, alle porte di Roma

Il Santuario della Mentorella si trova a Guadagnolo, frazione di Capranica Prenestina. Il paese è situato a 1218 metri di altezza, nel cuore dei Monti Prenestini.

Il Subappennino laziale, dove è ‘nascosto’ il santuario, è diviso in diverse zone. Tra queste ci sono i Monti Simbruini, dove si trova anche l’antico borgo di Vallepietra, e i Monti Sabini, famosi per i loro boschi fitti e rigogliosi.  Ci sono anche i Monti Tiburtini e quelli Affilani, mentre i più celebri Colli Albani, nei Castelli Romani, appartengono all’Antiappennino. Qual è la differenza? Molto semplicemente, sono più lontani dalla catena centrale, e raggiungono altezze minori.

L’edificio sacro si trova poco più in basso, a 1018 metri: è stato costruito su una rupe sporgente, orientato sulla direttrice est-ovest. La facciata dell’edificio, in sostanza, guarda direttamente verso Roma mentre l’altare è orientato a oriente. Capranica Prenestina dista 12 chilometri. Gli altri comuni più vicini sono Rocca di Cave, San Vito Romano e Genazzano, quest’ultima celebre – come Genzano di Roma – per la sua storica Infiorata.

Cosa vedere

Guadagnolo
La veduta di Guadagnolo, il borgo del Santuario della Mentorella

Il Santuario della Mentorella fu fatto costruire da Costantino, imperatore di Roma dal 306 al 337. La scelta del luogo non fu casuale. Sui Monti Prenestini, intorno al II secolo d.C., il tribuno romano Eustachio venne giustiziato per ordine dell’imperatore Adriano a causa della sua nuova fede.  Il luogo dove ebbe la visione mistica di Gesù, appunto i monti di Guadagnolo, fu dapprima segnato con una piccola cappella, che divenne il nucleo primordiale del Santuario che possiamo ammirare oggi.

La Mentorella fu inizialmente affidata ai padri Benedettini di Subiaco, che la tennero nelle loro disponibilità fino al ‘400. Abbandonata poco dopo, fu Athanasius Kircher, un padre gesuita, a restaurarla dopo un secolo.

Un collegamento stabile con la vicina Guadagnolo venne costruito nel 1961 e asfaltato 6 anni dopo. Da sempre il Santuario della Mentorella è molto amato dai pontefici: Papa Alessandro VII vi dedicò un anniversario nel 1665, mentre Papa Giovanni Paolo II vi compì il suo primo viaggio pastorale, qualche giorno dopo la sua elezione nel 1978. Nel suo lunghissimo pontificato, il pontefice polacco visitò il santuario altre sette volte, tra il 1979 e il 2000. Qualche mese dopo l’elezione vi si recò anche Papa Benedetto XVI, che donò al santuario una rosa d’argento. Oggi la Mentorella è curata dalla Congregazione della Risurrezione, ovvero i padri Resurrezionisti, che comprarono l’edificio nel 1883 dopo la requisizione dello Stato del 1870.

Nell’edificio sono conservate numerose reliquie, compreso il cuore di Papa Innocenzo XIII (nato nella vicina Poli), e l’antica statua della Madonna delle Grazie, nella cui teca è conservata la rosa d’argento di Papa Benedetto XVI.

Santuario della Mentorella sentieri
Intorno al Santuario della Mentorella sentieri immersi nel verde ti permettono di scoprire la natura del Lazio

Sentieri

Tutt’intorno alle montagne che circondano il Santuario della Mentorella si sviluppano numerosi sentieri, perfetti per unire escursionismo su due piedi e… due ruote. Particolarmente conosciuto è il Sentiero Karol Wojtyla, dedicato alle memoria di San Giovanni Paolo II, che congiunge il santuario a Pisoniano con una camminata di due ore e mezza.

I percorsi, otto in tutto, hanno lunghezze variabili da mezz’ora a cinque ore, e toccano le località vicine di Ciciliano, Pisnoniano, Santa Maria Nuova passando per il Monte Guadagnolo e il Monte Cerella. Il percorso più breve è il Casape, che unisce l’omonima località al santuario. Il più lungo è il sentiero naturalistico didattico Danilo Restaneo, un ampio giro del Cerella con partenza e arrivo al Santuario della Mentorella, che dura complessivamente cinque ore.

  • Titolo: Santuario della Mentorella
  • Lunghezza (km): 70
  • Durata: 93
  • Partenza: Santuario della Mentorella, Guadagnolo
  • Arrivo: Tivoli
  • Altezza massina (m s.l.m.): 1215
  • Principali località attraversate: Capranica Prenestina, San Vito Romano, Genazzano, Palestrina, Zagarolo
  • Chiusura invernale: No
Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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