Anche il Presidente della Repubblica ha la "sua" moto preferita; ovviamente è italianissima

Anche il Presidente della Repubblica ha la “sua” moto preferita; ovviamente è italianissima

Leonardo Anchesi  | 02 Set 2023  | Tempo di lettura: 5 minuti

Secondo voi è possibile che il Presidente della Repubblica italiana abbia una moto preferita? Beh, chiariamoci, come persona è ovvio che anche lui avrà le sue preferenze in termini di auto e moto; ma come massima carica dello Stato avrà una preferenza analoga? La risposta è semplice: sì, anche il Presidente ha una moto preferita, ma non la guida di certo lui: ve lo immaginate il Presidente in sella al suo bolide sfrecciare durante le cerimonie ufficiali? No, una scena che solo a immaginarla integra il reato di vilipendio alle istituzioni. E infatti la guidano i Corazzieri, il reparto sceltissimo dell’Arma dei Carabinieri a cui è demandata la protezione della più alta carica dello Stato. Stiamo parlando della Moto Guzzi California serie speciale per i Corazzieri, una vera chicca del mondo italiano delle due ruote. Comunque, finiamola ora con i preamboli e andiamo a scoprire questo gioiello di italianità.

C’era una volta un Presidente della Repubblica che volò negli USA…

La gloriosa Guzzi V7 dedicata al Reggimento

Eh sì, ogni storia avvincente che si rispetti inizia proprio così. E qui abbiamo un Presidente, anzi il Presidente Giovanni Gronchi, che nel 1959 fece un viaggio istituzionale negli USA e rimase estasiato alla vista delle scintillanti Harley Davidson in dotazione alla polizia impegnate nella scorta al corteo. Ebbene, tornato al Quirinale si accorse che le vecchie e polverose Moto Guzzi Falcone 500 dei Corazzieri proprio non reggevano il confronto e, in un impeto di entusiasmo motoristico, palesò l’intenzione di ordinare 20 Harley per il suo Reggimento. Tuttavia, sembra che qualche fidato consigliere gli sussurrò all’orecchio che non era opportuno dotare i militari più iconici della Nazione di moto estere e non se ne fece più niente.

Ma i manager Guzzi, scaltri come faine, avevano registrato il sottile messaggio e avevano subito messo il reparto progettazione all’opera tanto che, nel 1963, una volta bandita la gara per la fornitura di moto alle forze di polizia (compreso il Reggimento Corazzieri) la Guzzi aveva già pronta la mitica V7, destinata a diventare una vera e propria icona delle moto in uniforme.

Moto Guzzi e Reggimento Corazzieri: un matrimonio che dura da quasi 80 anni

Corazzieri durante una scorta in territorio straniero

Parlare di fedeltà, in questo caso, è quasi un eufemismo; in una circostanza del genere, quando un reparto di elite affida i propri spostamenti su due ruote alla stessa casa motociclistica dal 1945 si deve parlare di amore incondizionato. Ed è proprio il caso del Reggimento Corazzieri che da quell’anno, momento in cui vennero acquistate le prime moto per poter seguire gli spostamenti del Capo dello Stato, non ha mai abbandonato Guzzi…e viceversa. Il primo modello fu l’Alce, sostituito negli anni da diverse altre moto, tutte provenienti da Mandello del Lario: Astore, Falcone Sport, V7 Special sono solo alcuni dei modelli impiegati per questo particolare servizio, oggi svolto dalle Moto Guzzi California 1400 Touring, veri e propri capolavori del made in Italy, appositamente strutturata e allestita per il prestigioso servizio.

Grandi moto per grandi uomini

Durante la parate del 2 giugno i Corazzieri fanno una vera e propria prova di equilibrismo

Una moto decisamente imponente quella preferita dal Presidente, spinta da un classico motore bicilindrico Guzzi, in questa configurazione da ben 1380 cc di cilindrata; le imponenti testate cromate che sporgono dalla sagoma della motocicletta sono un vero e proprio marchio di fabbrica. Il propulsore eroga 96 cavalli e ben 120 Nm di coppia, già al suo massimo a soli 2750 giri/min, caratteristica perfetta per facilitare il duro compito di tenere in equilibrio una moto da più di 360 kg anche alle basse velocità; una vera a propria prova di equilibrismo per i Corazzieri. Ma è veramente necessaria una moto così grande?

Un imponente schieramento di Corazzieri in moto

Ovviamente sì, per diversi ordini di motivi: prima di tutto la scorta dei Corazzieri ha anche una funzione di alta rappresentanza e quindi è necessario che i veicoli siano all’altezza del compito in termini di bellezza e imponenza; in secondo luogo, i militari del Reggimento devono possedere specifici requisiti, fra cui un altezza non inferiore a 1 metro e 90 e una conformazione fisica armoniosa e idonea a sopportare sforzi fisici gravosi. Va da sé che le motociclette debbano essere adeguate alla fisicità di chi le guida.

Un Corpo le cui radici affondano nella storia d’Italia

Il Reggimento Corazzieri a cavallo durante il cambio della guardia d’onore

Sebbene le origini della guardia si facciano risalire al XVI secolo, quando nel principato di Savoia venne istituita la prima Guardi d’Onore del Principe, il reparto da cui oggi discende direttamente il Reggimento venne istituito solo nel 1868 con la denominazione di Squadrone Carabinieri Guardie del Re. Nel corso degli anni, e dei mutamenti istituzionali, il Reparto ha cambiato più volte denominazione, sino ad acquisire nel 1992, per volere del Presidente Cossiga, l’attuale denominazione di Reggimento Corazzieri, appellativo con cui, sino a quel momento, i militari venivano chiamati ufficiosamente in virtù della scintillante corazza, accessorio fondamentale dell’uniforme di Gran Gala. Per poterne entrare a far parte si deve prima di tutto riuscire ad arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri; sì perché dovete sapere che prima ancora di essere Corazzieri le guardie del Presidente sono Carabinieri.

La spiccata formalità è una delle doti principali dei militari del Reggimento Corazzieri

Fatto ciò, e posseduti i rigidissimi requisiti necessari all’accesso, si potrà partecipare a una delle selezioni interne dedicate. Solo così potrete aspirare a guidare le fantastiche Guzzi Californi Touring 1400!

 

Credit foto:
Sicurezza e soccorso
Quirinale – sito ufficiale
Guzzi V7 Corazzieri

Leonardo Anchesi
Leonardo Anchesi

Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.



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