Il casco è il migliore amico dei motociclisti: ecco le caratteristiche da rispettare

Il casco è il migliore amico dei motociclisti: ecco le caratteristiche da rispettare

Leonardo Anchesi  | 16 Giu 2023  | Tempo di lettura: 4 minuti
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Negli anni Novanta e primi 2000 risuonava una frase nella testa dei biker tricolore: “Casco in testa e ben allacciato…e prudenza, sempre!”…era il mantra di ogni domenica impartito dal grande Nico Cereghini al termine di ogni testride. Eh sì, l’appuntamento con il codice della strada dedicato ai motociclisti di oggi sarà incentrato sul casco, il dispositivo salvavita obbligatorio per tutti i biker. Fin ora unico DPI specifico obbligatorio per legge, il casco rappresenta un vero e proprio salvavita, senza il quale anche un banale caduta potrebbe avere conseguenze devastanti. La sua funzione, unica e imprescindibile, è proteggere la testa del motociclista, zona del corpo decisamente fondamentale per la vita stessa. Ma cosa succede quando non si usa il casco? Una breve guida vi condurrà nel mondo della legislazione sul casco vigente in Italia, sulle sanzioni e su come evitarle.

Il casco in Italia: una storia lunga quasi quarant’anni

Nel 1986 il casco diventa obbligatorio in Italia

Era il 1986 e gli Italiani si stavano faticosamente riprendendo dalla sonora batosta dei Campionati Mondiali di calcio in Messico (disastrosamente terminati per la Nazionale agli ottavi contro la Francia), quando lo Stato italiano, rivelando il suo volto più arcigno, decise di rendere obbligatorio il casco per la circolazione con motoveicoli e ciclomotori; solo i maggiorenni alla guida di un ciclomotore da 50 cc avrebbero ancora potuto provare l’ebrezza dei capelli al vento. Prima di quell’anno, il popolo italiano in effetti non era molto avvezzo all’uso del casco ma, a onor del vero, si abituò subito: nel giro di pochissimo l’uso del casco passò da un 15% a un 97%, dimostrando un straordinario recepimento delle norma.
Anno 2000, altra disfatta calcistica contro i cugini di Oltralpe (Europei persi in finale ai supplementari) e altra batosta per i motociclisti: il casco diventava obbligatorio per qualsiasi spostamento motorizzato su due ruote.

Coincidenze calcistiche a parte, ecco da allora cosa prevede il Codice della Strada in fatto di utilizzo del casco alla guida di motoveicoli e ciclomotori.

L’articolo 171 del codice della strada

Prescrizioni della norma

IS468257312La legge prevede prescrizioni e sanzioni per il mancato utilizzo del casco

L’articolo dedicato all’uso del casco impartisce, sostanzialmente, tre prescrizioni:
1. che i conducenti di ciclomotori e motocicli indossino il casco durante la guida;
2. Che questo sia correttamente indossato;
3. Che il casco sia provvisto di omologazione.
Tutto qui? No. Il 171 (per gli amici) prevede anche delle deroghe per chi conduce ciclomotori e motoveicoli a carrozza chiusa oppure dotati di cellula protettiva a prova di crash.

Ecco cosa accade a chi trasgredisce

Il medesimo articolo, al comma secondo, punisce chi non indossa il casco con una sanzione amministrativa da 83€ a 332€, che il conducente paga anche in caso sia il solo passeggero a non indossare il dispositivo. Ma non solo: il casco deve essere indossato e indossato bene; è punibile con la medesima sanzione chi lo indossa in mondo improprio (ad esempio al collo come un cappello da cowboy).

SH2152047921Alle sanzioni amministrative si può sempre fare ricorso al TAR

Il 171 (sempre per gli amici) non termina qui. Difatti, aggiunge alla cospicua somma una fermo del veicolo per 60 giorni, che diventano 90 in caso di reiterazione della violazione nell’arco di un biennio; ossia: stagione finita ancor prima di essere iniziata. Insomma, c’è da dire che il codice tiene particolarmente alla salute degli Italiani motorizzati a due ruote. E ci tiene talmente tanto da punire anche chi commercializza o produce caschi sprovvisti di omologazione con una sanzione da 866€ a 3.464€, prevendendo anche il sequestro dei manufatti di questo tipo rinvenuti.

Il casco salva la vita: indossatelo senza se e senza ma

IS179247842“Casco in testa e ben allacciato” diceva il grande Nico Cereghini

Toni sarcastici a parte, necessari per digerire meglio un argomento un po’ pesantino come questo, il casco è un accessorio troppo importante, che diventa anche riduttivo definirlo solo “accessorio”. Sarebbe infatti più corretto definirlo un fondamentale alla guida di un qualsiasi mezzo motorizzato a due ruote. Integrale, modulare, jet o demi-jet che sia l’importante è indossarlo e farlo bene, cosicché nella malaugurata ipotesi dovesse servire sarà pronto a svolgere il compito per cui è pagato: proteggervi. Insomma: “Casco in testa e bene allacciato e prudenza sempre!“.

Leonardo Anchesi
Leonardo Anchesi

Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.



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