Ecco le 10 strade più pericolose d'Italia dove la prudenza non è mai troppa

Ecco le 10 strade più pericolose d’Italia dove la prudenza non è mai troppa

Stefano Maria Meconi  | 19 Set 2023  | Tempo di lettura: 3 minuti

Andare in moto ha il suo fascino: sfrecciare con l’aria sul viso tra paesaggi spettacolari e con la possibilità di inerpicarsi su sentieri difficilmente percorribili in macchina. Viaggiare in moto ha però i suoi rischi: nei primi 5 mesi del 2023, l’indice di mortalità degli incidenti stradali ha riguardato il 37,5% di quelli in cui erano coinvolti motoveicoli. Sebbene in riduzione rispetto al 38,8% del 2022, il dato è in aumento sulla media 2005-2022 del 35,2%. Comportamenti scorretti, costanti violazioni del Codice della Strada, ma anche (e soprattutto) una qualità scarsa delle principali strade italiane. Nella classifica di ACI, ecco quali sono le 10 strade più pericolose d’Italia, che vi spingeranno a un eccesso di prudenza. Meglio lenti, che a rischio.

Come viene realizzata la classifica

Gli indicatori statistici utilizzati dall’ACI per definire la pericolosità delle strade italiane sono diversi:

  • Numero complessivo di incidenti
  • Incidenti mortali
  • Morti
  • Feriti
  • Densità incidenti (incidenti/km)
  • Indice di mortalità (Incidenti/morti)
  • Indice di gravità

Classifica per numero di incidenti

Se si tiene in conto il primo fattore, ovvero il numero complessivo degli incidenti nell’arco di un anno solare, la classifica vede al primo posto la SS16 Adriatica, che nel 2021 (ultimo anno con dati completi) ha registrato 1116 incidenti. Seguono la A1 Milano-Roma-Napoli con 1010 incidenti e la SS1 Via Aurelia con 884 incidenti.

Classifica per numero di morti

Nel corso del 2021 gli incidenti avvenuti sulle principali strade italiane hanno fatto registrare 1078 morti 47.740 feriti. Di questi, 45 vittime si sono registrate sulla SS16, 41 sulla Torino – Trieste, 32 sull’Autostrada del Sole, 24 sulla Bologna-Taranto e 18 sulla Via Aurelia. Complessivamente, lungo le prime 10 strade in questa triste classifica si sono contati 234 morti e 9688 feriti, quasi un quarto del totale.

Classifica per densità degli incidenti

La strada più pericolosa d’Italia per densità (ovvero incidenza per numero di km) degli incidenti è il tratto della A24 GRA-Portonaccio, il cosiddetto tratto di “Penetrazione urbana”, con ben 10 incidenti/km. Il dato è influenzato dalla ridotta lunghezza del percorso, ma evidenzia anche la pericolosità delle strade di Roma: non a caso, al 3° posto c’è il Grande Raccordo Anulare con 7,9 incidenti/km, preceduto dalla diramazione di Napoli-Capodichino (8,13 i/km) della A1. Seguono la Tangenziale Ovest di Milano, il raccordo di Reggio Calabria, la Tangenziale di Torino, Viale Certosa (Milano), la SS671 a Bergamo e la Tangenziale Nord di Milano.

Classifica per indice di mortalità

Se dovessimo stabilire una classifica per numero di morti rispetto agli incidenti registrati, il triste record spetterebbe alla SS510 bis “Sebina Orientale”, con un indice di 200, seguita dalla A21 Fiorenzuola d’Arda e la SS693 dei laghi di Lesina e Varano (Puglia). In questo caso, infatti, il numero di incidenti è complessivamente molto basso, ma quasi tutti vedono delle vittime. Stesso discorso può essere fatto per l’indice di gravità, che vede un indice pari a 100 (gravità assoluta) per queste 5 strade:

  • SS20var – Variante all’Abitato di Racconigi (Piemonte)
  • SS162rac – del Nucleo Industriale di Pomigliano d’Arco (Campania)
  • SS392 – del Lago di Coghinas (Sardegna)
  • SS412 dir/b – della Val Tidone (Liguria)
  • NSA 382 Cagliaritana nel tratto tra Quartuccio e il Lungomare di Cagliari (Sardegna)

In questo caso, la regione più “rischiosa” è la Sardegna, con 2 tra le 5 strade che registrano un indice di gravità assoluto.

Qualsiasi sia la strada che percorrerete nei vostri viaggi o nella quotidianità, ricordate il rispetto assoluto del Codice della Strada e del buonsenso, per non danneggiare voi stessi e gli altri.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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