Cinque piloti italiani che hanno cambiato per sempre la storia delle due ruote

Cinque piloti italiani che hanno cambiato per sempre la storia delle due ruote

Alessio Gabrielli  | 05 Apr 2023  | Tempo di lettura: 6 minuti

Il motociclismo italiano ha da sempre rappresentato una delle bandiere della cultura sportiva italiana, paradigma di libertà, potenza e passione per la moto. La tradizione dei piloti italiani nelle competizioni motociclistiche vanta una storia che va di pari passo con quella delle prime corse. 
TrueRiders vuole rendere omaggio ai cinque piloti più importanti del motociclismo italiano che hanno segnato la storia delle due ruote.

Il motociclismo parla italiano, i piloti che hanno fatto la storia

Entrare nella storia di uno sport ed essere ricordati per le proprie imprese sportive è il desiderio che si cela dietro a ogni pilota. Vivere insieme alla propria moto, portarla al successo e restare nella memoria dei tanti tifosi e appassionati è forse l’obiettivo più grande a cui si può ambire.
Vincere non è l’unico modo per fare breccia nel cuore dei tifosi e soprattutto non è soltanto vincendo che si viene apprezzati. Simpatia, emotività e rapporto con il pubblico fanno di un grande corridore anche un grande uomo.
Vediamo quali sono i cinque piloti italiani che rispecchiano al meglio queste caratteristiche e meritano una menzione speciale in questa particolare classifica.

Umberto Masetti

Umberto Masetti in sella alla sua storica moto nel 1951

Cominciamo con il “divo” del motociclismo italiano; nel 1950, ancora giovanissimo fu il primo italiano a vincere il mondiale nella 500 grazie alle vittorie in due Gran Premi, in Belgio ed in Olanda.
Soprannominato “Scarciole” (così lo chiamavano i suoi fans perché era secco come un chiodo) era famoso per la sua irrequietezza e tenacia; ad Imola cadde e strisciò sul suolo per ben duecento metri, sfondando un cartellone e finendo in acqua, oppure quando a Recanati si schiantò contro un paracarro rompendosi ben 14 denti.

Non è stato sicuramente tra i piloti più amati della storia della MotoGp, ma essere il primo pilota italiano a conquistare il titolo iridato, rende sicuramente più valorose le sue vittorie.

Giacomo Agostini

Giacomo Agostini in uno speciale giorno celebrativo a fianco della sua storica moto

Considerato il più grande campione di motociclismo sportivo di tutti i tempi, iniziò anche lui da bambino in gare tra ragazzini sulle strade del Lago d’Iseo, pur contrastato dal padre, preoccupato dal pericolo di tale sport. Nel 1961, a soli 18 anni, riuscì a partecipare alla gare in salita “Trento-Bondone” con la sua moto “Settebello”, aggiudicandosi il secondo posto.

Da lì l’ascesa e le vittorie sotto diverse scuderie. Negli anni Ottanta e Novanta ha ricoperto il ruolo di Direttore sportivo, anche se tutti lo ricorderemo come l’unico motociclista sportivo del mondo ad aver vinto 15 titoli iridati, numero superiore al numero delle stagioni interamente disputate, ossia 13.

Oltre che al cuore degli italiani, Agostini è riuscito ad entrare in quello di tutto il mondo. Pilota straordinario che in 190 Gran Premi è riuscito a salire sul podio ben 162 volte di cui 123 sul gradino più alto. Una vera e propria leggenda di questo che detiene appunto il record di singole vittorie, ma anche quello di titoli vinti e difficilmente qualcuno riuscirà a scalare questa montagna.

Max Biaggi

Max Biaggi vicino alla sua moto numero 1

Romano di nascita – oggi vive nel Principato di Monaco – ragazzo pieno di energia ma dal temperamento riservato. Le grandi vittorie nella classe 250, 4 titoli mondiali, non sono poi state ribadite nella classe regina, ma Max Biaggi merita comunque una menzione d’onore per il suo grande talento.

La strada di Biaggi verso una carriera gloriosa sembrava spianata dopo le grandi imprese nelle classi minori, ma Max non aveva fatto conti con un ancora più giovane Valentino Rossi. La loro rivalità è una delle più grandi della storia della MotoGp e ha visto Biaggi uscire sempre sconfitto dai duelli con il dottore. Senza dubbio parliamo di un grandissimo pilota che però non ha saputo contrastare l’astro nascente di Valentino restando nella memoria di tutti come l’eterno secondo che non è mai riuscito a conquistare un titolo nella massima serie.

Una piccola rivincita Biaggi se la prende poi nel campionato Superbike, diventando il primo e unico italiano a conquistare il mondiale. Due campionati vinti e 21 vittorie, superato solo da Melandri con 22 tra i piloti italiani, ma senza mai conquistare il titolo.

Valentino Rossi

Valentino Rossi e il suo team Mooney VR46

Nato a Urbino nel 1979 ma cresciuto a Tavullia, paese da sempre molto attivo nella pratica del motociclismo in Italia, inizia giovanissimo la sua carriera sportiva, dapprima con le kart, poi con le minimoto e successivamente con le 125, partecipando nel 1996 al motomondiale, ottenendo la sua prima vittoria nel Gran Premio della Repubblica Ceca.

Personaggio dall’inconfondibile simpatia e tenacia è stato l’unico italiano fino ad oggi a gareggiare nel Motomondiale in quattro classi differenti, con 228 presenze all’attivo. Pur avendo avuto la possibilità di indossare il numero 1 come campione in carica, Valentino è sempre stato fedele al numero 46, indossato in passato dal padre Graziano Rossi, motociclista in attività negli anni Settanta, durante il Motomondiale.

Ora che è arrivato il ritiro dalle corse, il dottore viene ancora riconosciuto come il più grande pilota di tutti i tempi, capace di grandi imprese in pista, ma molto attivo anche fuori. Il suo apporto al mondo delle corse non si interrompe mai e partecipa al motomondiale sia con la sua scuderia, la Mooney VR46, che ha conquistato la sua prima vittoria proprio nell’ultimo Gp in Argentina, ma anche con i piloti della sua Academy, che ogni anno mette in pista moltissimi giovani talenti, arrivati già al titolo iridato con Bagnaia.

Marco Simoncelli

Marco Simoncelli mentre girava in pista con il suo iconico 58

Vogliamo ricordare nella nostra “Hall of Fame”  il giovane Marco Simoncelli, ragazzo romagnolo morto nel 2011 a Sepang, durante il Gran Premio della Malesia. Inizia da bambino con le minimoto, a 14 anni ha partecipato la Trofeo Honda NR e al campionato italiano 125 GP. Durante la sua carriera sportiva ha gareggiato con diverse scuderie, come la Aprilia, la Gilera e la Honda, è stato campione della classe 250 nel 2008.

Marco era un pilota dal grande talento, ma anche un ragazzo d’oro che sapeva benissimo come fronteggiare in pista piloti molto più esperti di lui. Il tragico incidente in Malesia, molto strano per dinamica, con la moto che dopo la scivolata è rientrata in pista, finendo per essere investito dall’incolpevole Colin Edwards, a due passi dal suo grande amico Valentino Rossi.
Per tenere viva la memoria di Simoncelli il circuito della Riviera di Rimini porta il suo nome e il numero 58 resterà per sempre un ricordo di un ragazzo d’oro dalla folta chioma.

La morte di Simoncelli ha scosso la sensibilità di appassionati di motociclismo e non; la settimana seguente all’incidente, durante il Gran Premio in India di Formula 1, molti piloti hanno onorato la sua memoria aggiungendo il numero 58 sui caschi e sulle proprie macchine.

Credits delle immagini: motogp.com. Tutti i diritti riservati

Alessio Gabrielli
Alessio Gabrielli

Sono Alessio Gabrielli, ho 26 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport



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