Capanne di Cosola, in moto al passo delle Quattro Province - TrueRiders

Capanne di Cosola, il passo delle Quattro Province

Redazione TrueRiders  | 30 Lug 2019  | Tempo di lettura: 6 minuti
  • Titolo: Capanne di Cosola
  • Lunghezza (km): 17.2
  • Durata: 32 minuti
  • Partenza: Cabella Ligure
  • Arrivo: Capanne di Cosola
  • Altezza massina (m s.l.m.): 1500
  • Chiusura invernale: No

In provincia di Alessandria, in Piemonte, precisamente nel territorio del comune di Cabella Ligure, si snoda uno straordinario itinerario che conduce, tra stretti tornanti e panorami mozzafiato, alla località montana di Capanne di Cosola.

Qui, ad un’altitudine di 1.500 metri, si incontrano i territori di ben quattro regioni, Liguria, Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia, e ci si affaccia su una terrazza panoramica naturale dalla quale è possibile ammirare, in un colpo d’occhio eccezionale, la Pianura Padana, le Alpi, l’Appennino e il Mar Ligure.

Tutto quello che c’è da sapere su Capanne di Cosola

Il territorio delle Quattro Province

Cosola è una ridente località di montagna ubicata nel comune di Cabella Ligure, in alta Val Borbera, a 894 metri di altezza e nel pieno del territorio delle Quattro Province. Con questa denominazione si indica comunemente un breve tratto dell’Appennino Ligure che comprende le province di Genova, Alessandria, Pavia e Piacenza.

Il piccolo centro, che si estende in ampie zone dalla forte vocazione turistica, si sviluppa sulle pendici del Monte Chiappo, che raggiunge i 1.700 metri, ed è circondato dai rilievi del monte Cavalmurone e del monte Ebro, entrambi dotati di un’altezza che sfiora i 1.700 metri.

La frazione di Capanne si erge lungo la strada che collega Cosola a Zerba, comune in provincia di Piacenza noto per la sua popolazione decisamente ridotta, solo 73 anime, con una densità abitativa di poco superiore ai tre abitanti per chilometro quadrato.

Caratteristica di Zerba, propaggine occidentale dell’Emilia Romagna, è anche quella di essere l’unico centro emiliano a confinare con il Piemonte, oltre che il più alto e meno popoloso dell’intera provincia di Piacenza.

La medesima strada che va da Cosola a Zerba conduce fino a Santa Margherita di Staffora, nell’Oltrepo Pavese (provincia di Pavia), antichissimo borgo dalla storia millenaria e dagli antichi splendori che oggi conta solamente 480 abitanti, a causa del triste fenomeno dello spopolamento dei paesi montani che qui ha avuto origine negli anni Trenta del Novecento, quando i residenti erano circa duemila.

Le valli ed i valichi che attraversano questi territori sono stati utilizzati, in un passato più o meno remoto, per il trasporto delle merci da Genova, dove giungevano via mare, verso la Pianura Padana o l’antica Aquileia, ma qui si ritrova anche il tracciato della medievale Via Francigena, che dalla Francia conduceva i pellegrini prima verso Roma, poi verso la Puglia, da dove i devoti cristiani proseguivano verso Gerusalemme.

L’Albergo ristorante Capanne di Cosola

Giunti alla fine della Strada Provinciale 140, di fronte allo storico albergo Capanne di Cosola, a cavallo del confine con l’Emilia Romagna, ci si ferma ad ammirare il Golfo Ligure, le Alpi ed il Monviso, la Pianura Padana e l’Appennino, con le sue ampie vallate.

Dopo aver deliziato gli occhi e lo spirito, soprattutto se la passeggiata ha messo appetito, è possibile rallegrare anche il palato, gustando i piatti tipici proposti dalla cucina dell’albergo.

Nei piatti disponibili porcini, tartufi, patate e castagne la fanno da padrone, accanto alle carni dei capi allevati nei pascoli del posto e all’ottimo vino Timorasso, tipico dell’Alessandrino e del Tortonese.

Una gastronomia casalinga e tradizionale, quindi, come s’addice ad una struttura che da oltre centoventi anni accoglie i numerosi turisti ed escursionisti che vi si recano, alla scoperta dei sentieri che conducono sulla vetta del monte condiviso da ben tre regioni.

Capanne di Cosola in moto

L’itinerario delle Capanne di Cosola percorre strade con tratti a percorribilità ridotta o molto difficile. Come riportato da alcuni utenti, infatti, il percorso può risultare sconnesso, senza asfalto o con terra e sassolini. Se decidete di affrontarlo, sia singolarmente che in gruppo, vi invitiamo a prestare la massima attenzione e seguire sempre le indicazioni delle autorità, oltre che verificare le condizioni meteorologiche.

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Mappa

Da Cabella Ligure a Capanne di Cosola

Il Monte Chiappo appartiene al gruppo del Monte Antola e la sua vetta traccia il confine tra le provincie di Piacenza, Alessandria e Pavia, ognuna delle quali possiede almeno un versante della montagna.

La sua posizione, unita alla ragguardevole altezza di 1.699 metri, ne fanno un punto panoramico come pochi altri nella zona, considerato che dalla sua cima lo sguardo divaga tra le quattro valli sottostanti (Staffora, Borbera, Boreca e Curone), le vette imponenti del Cavalmurone, dell’Ebro e del Lesima e buona parte dell’Appennino, fino a perdersi nel Mar Ligure.

Il punto di accesso preferenziale alla cima del Monte Chiappo è proprio Capanne di Cosola, amena località di montagna dove sorge l’omonimo albergo, che fin dal 1800 ha fornito, agli amanti della natura incontaminata, il necessario comfort per godere appieno delle meraviglie circostanti.

L’itinerario suggerito, da percorrere in moto tutto d’un fiato, si snoda interamente lungo la Strada Provinciale 140, per 17 chilometri durante i quali si susseguono una lunga serie di tornanti, secondo un percorso che, più si inerpica lungo il versante del Monte Chiappo, più diventa tortuoso e impegnativo.

Il centro di Cabella Ligure è facilmente raggiungibile da Alessandria, percorrendo circa 58 chilometri di strada lineare e di percorrenza agevole e tranquilla, soprattutto nella parte iniziale, quando si lascia la città piemontese sulla SP 35bis dei Giovi, si prosegue sulle SP 35bis e ter, ci si immette nella A7/E62 all’altezza di Serravalle per uscirne a Vignole Borbera/Arquat.

In corrispondenza di questa uscita, dopo un brevissimo tratto in SP 143, si imbocca la Strada Provinciale 140, che già in questa sezione si presenta più sinuosa e movimentata, la quale, rasentando le sponde del Torrente Borbera conduce fino all’ingresso nel centro urbano di Cabella Ligure.

Il “nastro nero”

Da Cabella Ligure, proseguendo sulla SP 140, il paesaggio e la difficoltà della guida iniziano a variare sensibilmente. La strada presenta il fondo asfaltato ed in discrete condizioni di manutenzione, solo a tratti il manto presenta inevitabili crepe da smottamento del sottofondo stradale, ma di scarso impatto sulla guida.

La SP 140, nel comune di Cabella, è una strada a corsia unica e a doppio senso di circolazione per tutta la sua lunghezza, poiché la carreggiata, di larghezza ridotta, non consente la suddivisione in due corsie mediante linea di mezzeria.

Lo stretto nastro di asfalto grigio si arrampica per i primi otto chilometri, circa, seguendo ancora l’andamento morbido del torrente, attraversando boschi di latifoglie che, proseguendo verso la cima diventano ampie foreste di conifere sempreverdi.

La strada, curva dopo curva, tornante dopo tornante, consente di superare un dislivello di circa mille metri, passando dai 510 metri sul livello del mare di Cabella Ligure, ai circa 1500 della località Capanne di Cosola, con un percorso che si snoda, in tutta la sua invitante serpentina, nel verde sottobosco dell’Appennino Ligure.

Gli ultimi sette chilometri del percorso, a partire dal ripido tornante intorno al quale si articola il piccolo centro abitato di Montaldo di Cosola, sono i più impegnativi. La sinuosa striscia nera di asfalto, la cui sezione appare sempre più ridotta, varia repentinamente direzione, avvolgendosi in spire strette e tortuose.

I paesaggi di montagna offrono panorami straordinari. Non è improbabile, nei giorni di cielo coperto, attraversare le nuvole, ritrovandosi nella nebbia più fitta, fino a superarle, per vivere la inusuale sensazione di dominare il cielo dall’alto.

L’altitudine alla quale l’itinerario si colloca, consiglia di affrontare l’escursione su due ruote in estate, quando Capanne di Cosola diventa una fresca alternativa alla calura cittadina, o in autunno, quando le selve di latifoglie assumono colori caldi e variegati che rendono ancora più suggestiva l’escursione.

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