Borghi più belli d'Italia. Sali a Borgo: esperienze tappa 4 - TrueRiders

Borghi più belli d’Italia con Sali a Borgo: esperienze della quarta e ultima tappa

Letizia  | 13 Ott 2020  | Tempo di lettura: 6 minuti

Si spengono i motori dell’ultima tappa di Sali a Borgo. Il quarto itinerario ha attraversato Oltrepò Pavese e Val Trebbia. Due mete tra le province di Pavia e Piacenza, alla scoperta di tre dei borghi più belli d’Italia: FortunagoBoggio e Vigoleno di Vernasca. 

Non solo tracciati adrenalinici e immersi in quadri naturalistici; ad arricchire l’avventura del nostro Roberto Parodi sono intervenute esperienze artistiche e culturali. Ecco allora tutti gli ingredienti di una quarta e ultima tappa indimenticabile tra i borghi d’Italia. 

I borghi più belli d’Italia: Fortunago, Bobbio e Vigoleno di Vernasca

Il progetto Sali a Borgo è stato promosso da I Borghi più belli d’Italia” con il patrocinio di ENIT – Agenzia Nazionale Italiana del Turismo e ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori).

L’iniziativa, organizzata da Ecce Italia e Valica con il supporto di TrueRiders ed Europ Assistance Italia, ha voluto promuovere un turismo lento e di qualità, alla scoperta dei borghi più belli d’Italia. Soprattutto durante questo clima di distanziamento sociale, optare per vacanze più isolate e lontane dai luoghi più affollati è la soluzione ideale.

Sali a Borgo ha fatto proprio questo: suggerire itinerari alternativi per gli appassionati delle due ruote. Senza rinunciare a viaggiare, ma facendolo in sicurezza e all’insegna dell’avventura. L’Italia offre un’infinità di piccoli gioielli medievali, perfettamente incastonati come gemme in paesaggi variegati e suggestivi. Non solo: ogni singolo paesino costituisce l’occasione giusta per vivere nuove esperienze e sentirsi arricchiti a fine giornata. FortunagoBoggio e Vigoleno di Vernasca: un tour tra l’Oltrepò Pavese e la Val Trebbia, tra Pavia e Piacenza per esperienze indimenticabili!

Non lasciarti scappare anche le esperienze della prima, della seconda e della terza tappa di Sali a Borgo. 

Il paesaggio autunnale dell’Oltrepò Pavese avvolge con morbide colline e colori autunnali. Il tutto, con sorprendenti messaggi dedicati ai viandanti: “fermati o passeggeri non ti sia grave chinare il capo e recitar un’ave”. Quest’ultima è l’iscrizione su una piccola cappella lungo un crocevia di campagna.

Questa folgorazione sulla via di Fortunago invita il Parods a fermarsi e riflettere sull’importanza di recuperare il legame con la natura.   

Fortunago: dai luoghi di culto ai salumi divini

Fortunago, salumi
Roberto Parodi in “ottima compagnia” dei salumi di Fortunago

La prima fermata è stata Fortunago, in provincia di Pavia. Un borgo medievale che conserva il suo aspetto originario immerso tra boschi e castagneti. Strade in porfido, balconi fioriti e una fontana da cui sgorga acqua frizzante: la passeggiata in questa antica cittadina è un’esperienza rigenerante per il cuore, lo spirito e gli occhi. Una guida locale ha accompagnato il Parods in una visita alla secentesca Chiesa di San Giorgio e al teatro del borgo. Il luogo di culto, che si erge nel punto più alto del colle su cui sorge il borgo, conserva un preziosissimo trittico a tempera su legno e una tavola centrale firmata Pesina. Già all’esterno la chiesa merita una sosta: la lunetta sopra il portale mostra infatti una pregevole Annunciazione affrescata.

Dopo una passeggiata culturale, non è potuto mancare il momento sacro: il pranzo. Presso il ristorante La Pineta Roberto ha assaggiato i “malfatti”, gnocchetti a base di pangrattato ed erbette tipici del luogo. Nel corso della giornata Roberto non si è poi sottratto ad una visita ai vigneti Gravanago, escursione enogastronomica conclusasi con l’assaggio di un tris di salumi locali. La magica triade è composta da: “coppa alla bonarda”, cioè messa a bagno nell’omonimo vino finché non diventa rossa; una pancetta stagionata per due anni e infine un salame stagionato di cinque mesi in una cantina sottoterra, trattamento con sale, pepe e vino che lo rende particolarmente asciutto, genuino. 

Bobbio: dal Ponte gobbo ai maccheroni alla bobbiese

Sali a Borgo, Bobbio
Il centro storico di Bobbio, la “città dei motociclisti”

Lasciata Fortunago alle spalle e salito in sella in direzione sud, il nostro viaggiatore valica il confine tra l’Oltrepo Pavese e la Val Trebbia alla volta di Boggio. Una tratta sfidante e divertente con moltissime curve, talmente sorprendente da prendere alla sprovvista il Parods con il brecciolino che fa capolino subito dopo un tornante. Un piccolo imprevisto che però non ha risparmiato una caduta al nostro centauro e qualche graffio al paramano e al paracilindri della sua fedele amica. Che dire, l’avventura è bella per questo e il viaggio deve continuare!

Per accedere a Bobbio si deve attraversare il simbolo del borgo: il così detto Ponte “Gobbo” o del Diavolo. Il ponte, che sovrasta il Trebbia e collega la città con la strada in direzione di Piacenza, non è solamente un simbolo per Bobbio, ma anche una rinomata attrazione per i motociclisti d’Italia. Il profilo irregolare conferito dalle undici lunghe arcate è all’origine delle leggende che si animano intorno al suo nome. Il Parods ci ha raccontato infatti che, secondo le credenze popolari, esso venne eretto dal diavolo stesso in questo modo per spaventare i monaci del monastero di San Colombano e impedire loro di attraversare il fiume. 

Fatto l’ingresso leggendario nel borgo attraverso il ponte, Roberto è stato accolto dal sindaco Roberto Pasquali. Con lui ha scoperto storia, vita quotidiana e attività principali della cittadina. Il Secondo punto dei “to do” del nostro testimonial è stata una visita guidata nell’Abbazia di San Colombano, della Basilica e del Museo di arte moderna Collezione Mazzolini.  L’abbazia sorge nel complesso del Monastero di San Colombano, fondato nel 614 da un monaco irlandese le cui spoglie sono ancora conservate nella cripta. L’elegante porticato caratterizza l’abbazia e accoglie l’ingresso al museo. Passeggiando per le stradine del centro storico il Parods non ha resistito agli affascinati affreschi quattrocenteschi che decorano gli antichi palazzi nobiliari, vestigia di competizioni. 

Anche a Bobbio giunge il sacro momento del pasto. Il rituale della seconda giornata dell’ultima tappa ha avuto come protagonisti i “maccheroni alla bobbiese”, offerti dall’Hotel Piacentino. Cosa rende caratteristica questa pasta è il fatto che venga realizzata avcolgendo l’impasto intorno ad un ferro da calza. Il Parods ha fatto bene a rifocillarsi un po’ perché lo ha aspettato un pomeriggio ancora ricco di appuntamenti.

Ha visitato borgo di Brugnello, che dista circa 13 km da Bobbio. Da qui è possibile ammirare il fiume Trebbia da un punto di vista privilegiato.

Tornato in città ha visitato il Castello Malaspina: la roccaforte trecentesca, baluardo dei Guelfi durante le lotte contro i Ghibellini di Piacenza. Finiti questi interessanti tour culturali, la giornata può finalmente concludersi.

Dopo una deliziosa cena presso albergo Nobile, il Parods si è riposato presso il B&B San Nicola. Un relax perfetto per prepararsi a un terzo e ultimo giorno ancora ricco di adrenalinica emozione!

Vigoleno di Vernasca: esperienze dell’arte e del buon vino

Arrivato a Vigoleno nella mattinata, subito Roberto arriva al cuore del borgo: nella Piazza della Fontana. Il borgo, con le sue fortificazioni originali, si trova lungo il percorso della Via Francigena e domina il paesaggio circostante segnato da rigogliosi vigneti. La giornata del Parods è stata ricca di esperienze storiche, artistiche e culturali. Prima e seconda tappa sono state il castello medievale e il teatro che ospita un piano nobile di grande pregio. Successivamente la nostra guida ha fatto una puntatina a Pieve di San Giorgio, uno degli esempi di architettura romanica sacra più importanti del piacentino; la chiesa, edificata in posizione eccentrica rispetto al borgo, in prossimità delle mura orientali. A concludere il tour dei gioielli di Vigoleno è stata la visita al Museo degli Orsanti

Pisarei e fasò, Vigoleno
Un gustosissimo piatto di Pisarei e fasò, piatto immancabile della cucina di Vigoleno e dintorni

Dopo il “dovere” il piacere: ecco il momento del pranzo. Il ristorante Taverna al Castello ha offerto al Parods piatti tipici del posto. Tra questi tortelli con la coda in burro e salvia e “pisarei e fasò“.

Delizie locali che offrono al nostro testimonial lo spunto per riflettere sull’incredibile varietà della cucina italiana. Ma non è finita qui! Nel pomeriggio, Roberto si è concesso una degustazione di Vin Santo di Vigoleno presso un’enoteca del borgo.

Ed eccoci qui, anche l’ultimo giorno della quarta tappa è finito. I motori di Sali a Borgo si sono spenti, ma noi siamo sempre qui, pronti a partire per nuovi interessanti progetti insieme a voi. E soprattutto, pronti a suggerirvi itinerari da percorrere in sella alle vostre moto! 

Letizia
Letizia

Laureata in Lettere Moderne e insegnante di scuola superiore, ho fatto della mia passione per l'Italiano anche un lavoro. Infatti ogni pomeriggio indosso i panni della Copywriter e, decisa a raccontare il mondo, scrivo da diversi anni di turismo e di sosteniblità aziendale. Collaboro con diverse realtà, tra le quali TrueRiders, che mi permette di trasformare l'euforia sulla tastiera in adrenalina su due ruote.



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