Passo Valparola, in moto “Intrà i Sass”

Stefano Maria Meconi , 20 Apr 2020
  • Lunghezza (km): 13
  • Durata: 30
  • Chiusura invernale: No
  • Partenza: Sass de Stria
  • Arrivo: San Cassiano

Alla scoperta del Passo Valparola in moto, un itinerario tra salite, laghi e musei della Prima Guerra Mondiale. Per la cultura ladina è lo Ju de Valparola o Intrà i Sass, per gli amanti della storia è uno dei principali luoghi di memoria della Grande Guerra. Per noi amanti dei viaggi in moto il Passo di Valparola è un altra occasione per metterci in viaggio alla scoperta dei valici di montagna della Alpi.

Passo Valparola in moto. L’itinerario

Il tratto di strada è piuttosto breve, impreziosito però dalla presenza di alcune bellezze naturali come il lago di Valparola e il famoso Museo della Grande Guerra delle Dolomiti situato all’interno del Forte Tre Sassi. Senza perderci ovviamente ogni singola curva di questo percorso di montagna della Val Badia!

Mappa

Percorso

Come già accennato in precedenza il Passo Valparola si trova contiguo al Passo di Falzarego, il punto d’incrocio si trova sulla strada regionale 48 una volta passata l’area urbana di Pian Falzarego. La via di riferimento del Passo Falzarego invece è la strada provinciale 37, dalla quale comincia il nostro itinerario in moto sulle Dolomiti bellunesi.

La vista del Sass de Stria fa da anticamera al laghetto di Valparola, un piccolo bacino di montagna localizzato sulla sinistra della SP37, dopo soli 2 km dall’ingresso. Quest’area però è caratterizzata anche dalla presenza ravvicinata del Forte Tre Sassi, un centinaio di metri più avanti sulla destra, sede del Museo della Grande Guerra. Costruito agli inizi del XX secolo questo complesso di fortificazioni rappresentava il baluardo difensivo dell’Impero austro-ungarico, ma venne messo quasi subito fuori uso dall’Esercito italiano nei primi mesi del conflitto. Recuperato già nel corso degli anni ’30, il Forte Tre Sassi è stato trasformato in un luogo di memoria, con la raccolta di armi e equipaggiamenti dell’epoca e la presenza di percorsi all’aperto tra trincee, baracche e cimiteri della Prima Guerra Mondiale sul fronte tra il Veneto e il Trentino.

Valparola, itinerario in moto

L’altra attrazione in questo tratto iniziale del Passo Valparola è segnata dalla presenza del Rifugio alpino, raggiungibile a piedi dal Forte Tre Sassi. Esaurita questa spinta culturale e concentrata in pochi metri lungo la SP37 possiamo riprendere l’itinerario sul Passo Valparola procedendo verso l’ingresso Trentino-Alto Adige. Una serie di curve ad alta intensità ci attende, soprattutto nel tratto immediatamente successivo al confine e prima di Armentarola. Il Passo Valparola prosegue fino a Cortina d’Ampezzo, attraversando tutta la Val Badia, e giusto per restare in temi di musei merita una visita anche San Cassiano sede del Museum Ursus Ladinicus, situato al 12mo km della SP37.

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Tutto quello che c’è da sapere sul Passo Valparola

Il Passo Valparola si trova tra Trentino Alto Adige e Veneto, più precisamente tra le province di Belluno e Bolzano. Val Badia e Agordino, le due valli rispettivamente unite, sono particolarmente interessanti anche dal punto di vista turistico. Con un’altezza massima di 2.192 metri al valico, l’Intrà i Sass (lett. Tra i sassi) non è né il più alto né il più pendente dei passi dolomitici. Proprio il profilo altimetrico è piuttosto agevole: il tratto da La Villa ha un dislivello di 802 metri su poco più di 13 chilometri di percorso.

Il tratto più ripido è quello che va dai 2060 ai 2155 metri, circa un chilometro con una pendenza al 9,5%. Tutti gli alti tratti vanno da uno 0,7 all’8,8%.

Cosa vedere: Forte Tre Sassi

Costruito tra il 1897 e il 1901 dall’esercito Austroungarico, il Forte Tre Sassi era posto all’epoca al confine con il Regno d’Italia. Fortificazione imponente, parte integrante del Rayon V, era dotato di 4 cannoni e 4 mitragliatrici. Questi, secondo l’Imperial regio esercito, sarebbero serviti per frenare l’avanzata italiana verso la Val Badia e la Val Pusteria, allora ancora sotto il controllo di Vienna. Danneggiato dagli italiani nel 1915, perse immediatamente la sua funzione logistica e, dopo gli anni Trenta, fu destinato a museo. Restaurato nel 2007-8, è oggi un importante luogo storico dove ripercorrere trincee e vicende della Grande Guerra.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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