Arriva la prima moto “cyber-sicura” del mondo

Arriva la prima moto “cyber-sicura” del mondo

Stefano Maria Meconi  | 03 Mag 2023  | Tempo di lettura: 4 minuti

Oltre alle nuove normative che pongono limiti stringenti e termini imperativi verso un abbandono della produzione di veicoli a motore endotermico, lo sforzo del legislatore si concretizza anche dal lato della cybersecurity applicata alla mobilità.

In questo contesto, la moto elettrica Nuuk Cargopro è emersa come il primo mezzo di trasporto sicuro in termini di cybersecurity. Una pietra miliare per la manifattura europea, che segna un importante passo in avanti per la sicurezza digitale dei mezzi di trasporto, sempre più integrati con la rete Internet e sistemi tecnologici moderni. 

Gli appassionati di moto alla lettura – ma anche chi preferisce le quattro ruote – dovrebbero comunque non abbassare troppo la guardia quando utilizzano applicazioni o altri device collegati al proprio mezzo. 

La Nuuk Cargopro, prodotta da Nuuk Mobility Systems, compagnia con quartier generale in Spagna, è stata la prima moto a ottenere la certificazione di “veicolo cybersicuro”. I test cui è stata sottoposta sono stati creati specificamente per assicurarsi che i veicoli rispettino gli stringenti requisiti in tema di cybersecurity fissati nell’UNECE/R155.

Oltre alle nuove normative che pongono limiti stringenti e termini imperativi verso un abbandono della produzione di veicoli a motore endotermico, lo sforzo del legislatore si concretizza anche dal lato della cybersecurity applicata alla mobilità.

In questo contesto, la moto elettrica Nuuk Cargopro è emersa come il primo mezzo di trasporto sicuro in termini di cybersecurity. Una pietra miliare per la manifattura europea, che segna un importante passo in avanti per la sicurezza digitale dei mezzi di trasporto, sempre più integrati con la rete Internet e sistemi tecnologici moderni. 

Gli appassionati di moto alla lettura – ma anche chi preferisce le quattro ruote – dovrebbero comunque non abbassare troppo la guardia quando utilizzano applicazioni o altri device collegati al proprio mezzo. 

L’Eurocybcar Standard: la strada verso la certificazione per la cybersecurity

La Nuuk Cargopro, prodotta da Nuuk Mobility Systems, compagnia con quartier generale in Spagna, è stata la prima moto a ottenere la certificazione di “veicolo cybersicuro”. I test cui è stata sottoposta sono stati creati specificamente per assicurarsi che i veicoli rispettino gli stringenti requisiti in tema di cybersecurity fissati nell’UNECE/R155.

Test fisici, da remoto e su app: i tre pilastri della procedura di certificazione Eurocybcar

La Nuuk Cargopro è stata sottoposta a tutte e tre le tipologie di test richieste nel laboratorio di Vitoria-Gasteiz: accesso fisico, accesso da remoto e applicazioni. Nel primo test, Eurocybcar valuta le possibilità offerte a un cybercriminale di manipolare il sistema frenante del mezzo (specificamente l’ABS) e lo sterzo attraverso la porta OBD. Sempre in questo test viene valutato se sia possibile introdurre un virus tramite porta USB capace di compromettere i sistemi del veicolo e mettere in pericolo l’incolumità dei passeggeri.

Il test sull’accesso da remoto esamina sistemi wireless come Bluetooth, Wi-Fi e accensione/spegnimento keyless per valutare la sicurezza del veicolo e i potenziali rischi per i dati personali del proprietario. Infine, il test sull’applicazione cerca vulnerabilità nei sistemi operativi integrati al mezzo e altre app che gli utenti potrebbero scaricare sui propri dispositivi, capaci di fornire access point ai cybercriminali per controllare da remoto il mezzo o provocare incidenti.

Oltre la cybersecurity dei mezzi di trasporto: l’importanza della sicurezza personale per i centauri

Anche se questa notizia va sicuramente vista in ottica positiva, è importante che i biker riconoscano un fatto ormai appurato: la loro sicurezza non dipende esclusivamente dalle funzionalità legate alla cybersecurity della moto. Chiunque guidi un veicolo, probabilmente fa già uso di app e altri strumenti, come sistemi di navigazione GPS o di comunicazione, in grado, almeno dal lato teorico, di essere hackerati per sottrarre dati sensibili.

Come potenziare la sicurezza dei motociclisti: i vantaggi di una VPN

Una delle soluzioni più semplici per aumentare la sicurezza dei motociclisti passa per una Virtual Private Network. Ma come funziona una VPN? Questa soluzione stabilisce una connessione sicura e cifrata fra il dispositivo dell’utente e la rete. In questo modo, i dati trasmessi sono protetti, così come la privacy di chi si collega. Uno strato protettivo in più che riduce le possibilità che un hacker intercetti i dati in modo illecito.

Con una VPN, i motociclisti possono mettere al sicuro le proprie informazioni personali anche quando usano app o altri accessori tecnologici collegati alla propria due ruote.

L’importanza dell’igiene digitale: consigli pratici

Oltre a quanto detto finora, gli utenti non dovrebbero mai dimenticarsi dell’importanza dell’igiene digitale, un elemento chiave per minimizzare i rischi di cyber attacco. Con questo termine si fa riferimento a una serie di buone pratiche come l’aggiornamento regolare di software e app o l’utilizzo di password uniche e solide per ogni account, oltre a evitare di connettersi a reti WiFi non protette, ove possibile.

Conclusione

I risultati ottenuti dalla moto elettrica Nuuk Cargopro dimostrano in maniera tangibile i passi in avanti fatti dal comparto manifatturiero per garantire una piena cybersecurity anche alla guida. Non bisogna però dimenticare l’importanza dei propri comportamenti e l’influenza che le nostre azioni possono avere sulla salvaguardia della sicurezza digitale.

La Nuuk Cargopro è stata sottoposta a tutte e tre le tipologie di test richieste nel laboratorio di Vitoria-Gasteiz: accesso fisico, accesso da remoto e applicazioni. Nel primo test, Eurocybcar valuta le possibilità offerte a un cybercriminale di manipolare il sistema frenante del mezzo (specificamente l’ABS) e lo sterzo attraverso la porta OBD. Sempre in questo test viene valutato se sia possibile introdurre un virus tramite porta USB capace di compromettere i sistemi del veicolo e mettere in pericolo l’incolumità dei passeggeri.

Il test sull’accesso da remoto esamina sistemi wireless come Bluetooth, Wi-Fi e accensione/spegnimento keyless per valutare la sicurezza del veicolo e i potenziali rischi per i dati personali del proprietario. Infine, il test sull’applicazione cerca vulnerabilità nei sistemi operativi integrati al mezzo e altre app che gli utenti potrebbero scaricare sui propri dispositivi, capaci di fornire access point ai cybercriminali per controllare da remoto il mezzo o provocare incidenti.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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