Il Passo San Boldo è la mitica “Strada dei 100 Giorni” delle Prealpi Bellunesi

Redazione TrueRiders , 05 Apr 2023
SH 1225579444
  • Lunghezza (km): 48
  • Durata: 1 ora
  • Chiusura invernale: No
  • Partenza: Molinetto della Croda, Refrontolo (TV)
  • Arrivo: Belluno (BL)
  • Principali località attraversate: Cison di Valmarino, Passo San Boldo

Breve ma intenso: stiamo parlando del Passo San Boldo, che per molti è una delle più incredibili strade d’Italia. Eppure, il suo segreto sta nella brevità della strada: pochi chilometri che si aprono in una successione di curve e tornanti che riescono a superare un forte dislivello con un progetto ardito. Pensate che fu completata in appena 100 giorni nel pieno della Prima guerra mondiale, quando gli Austriaci tentarono di conquistare il Veneto. Oggi è un percorso panoramico, ma anche… di gusto! 

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da The World’s Greatest Roads (@instaroads)

Passo San Boldo in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Il percorso del Passo San Boldo è piuttosto semplice e, per certi versi, essenziale. Se si vuole ammirare la serie di tornanti e gallerie dal basso verso l’alto si parte da Cison di Valmarino, sul lato trevigiano, e si risale in direzione Campedei. Se lo si vuole percorrere ‘in discesa’, invece, dal bellunese si percorre la strada in direzione sud. Intorno al valico ci sono interessanti idee per allungare il viaggio. La zona del San Boldo si trova infatti molto vicina al Fiume Piave e al percorso tra Dolomiti e Mar Adriatico. Sono circa 60 i chilometri che distanziano la zona, poi, dal Cadore con i suoi angoli ad alta quota.

A soli 20 chilometri di distanza, infine, è possibile visitare il Molinetto della Croda, luogo iconico della provincia trevigiana.

Tutto quello che c’è da sapere sul Passo San Boldo

Posizione

Situato tra la Valmaremo e la Valbelluna, il Passo San Boldo unisce i due comuni di Borgo Valbelluna e Cison di Valmarino. Ci troviamo al confine tra le province di Belluno e Treviso, nella parte più alta della regione. Qui, del resto, le strade d’autore non mancano di certo.

I numeri di un passo record

Se parliamo di record, quelli del Passo San Boldo non appartengono certo alle voci “altezza” e “pendenza”. Il valico è infatti situato a un’altezza di soli 700 metri, e il tratto più scenografico è lungo appena un chilometro. L’intera strada che congiunge Campedei e Tovena è invece lunga 9 chilometri, con la maggior parte di curve e tornanti che si trova proprio sul lato di Cison di Valmarino (Treviso). Ma allora, cos’è che rende speciale il Sant’Ubaldo, come veniva spesso chiamato questo passo in passato?

È la sua costruzione, che permise – nei tragici anni della Prima guerra mondiale – di superare un difficile attraversamento delle Prealpi Vicentine. Una necessità per gli eserciti del Regno d’Italia e dell’Austria-Ungheria, che qui lottavano durante la Grande Guerra. I lavori del ‘moderno’ Passo San Boldo furono iniziati dalle truppe italiane e guidati dall’ingegnere Giuseppe Carpenè. Poco dopo, però, la zona passò sotto il controllo austriaco e la strada fu completata in appena tre mesi dalle truppe di Vienna. La rapidità dei lavori fece sì che il Passo San Boldo fosse denominato anche “Strada dei Cento Giorni“.

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Federico Graziati (@federicograziati)

Cosa vedere sul Passo San Boldo

Tacciono le armi, e il turismo oggi è un modo per scoprire la natura che ci circonda. Così, la zona di Passo San Boldo è divenuta meta molto speciale da esplorare in sella. Qui i riders possono godersi, in neanche mille metri, una successione armonica di curve e gallerie che il genio di inizio Novecento ha lasciato in eredità alle generazioni a venire. Decine e decine di metri di dislivello superate con un lavoro difficile e ardimentoso, quasi una muraglia incastonata tra le ali di roccia del Veneto: un’esperienza che racchiude in sé l’adagio di breve, ma intenso.

Prima di arrivare al valico, vale la pena fare una sosta all’Osteria La Muda. Si tratta di una antica dogana che, nel 1428, venne ceduta in gestione alle autorità del bellunese. Il locale divenne pochi anni dopo, nel 1470, un hospitia, ovvero un ricovero e albergo per i viandanti. Oltre mezzo millennio di storia che hanno fatto della Muda di San Boldo la più vecchia osteria del Veneto. Il menù che viene proposto è esclusivamente stagionale, fatto di prodotti e specialità locali, tra formaggi, gnocchi, salumi, zuppe, bigoli e casunziei (casoncelli).

 
 
 
 
 
Visualizza questo post su Instagram
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Un post condiviso da Norbert Safrany (@norbertsafrany)

Redazione TrueRiders
Redazione TrueRiders

TrueRiders è il portale di riferimento dei motociclisti: percorsi, informazioni e notizie, eventi e motoraduni, diari di viaggio ed esperienze



Ultimi Articoli