Multipasso, giorno 6 - I laghi di Garda e Como - TrueRiders

Multipasso, giorno 6 – I laghi d’autore

Redazione TrueRiders  | 28 Giu 2016  | Tempo di lettura: 4 minuti

Una tappa di montagna “interlocutoria”, questo sesto giorno del Multipasso. Marco Boccaccio aka BuonaStrada – Diario di Viaggi in Moto ci porta a scoprire il Crocedomini e il Maniva, ma anche la splendida SS38, la strada che ci porterà direttamente verso il Lago di Como.

273 chilometri di montagne, curve e tornanti senza protezioni, e soprattutto, come se qualcuno l’avesse chiamata, pioggia… tanta pioggia!

Giorno 6 – Dal Lago di Garda al Lago di Como

  • Km: 273
  • Carburante: 12 €
  • Campeggio:19 €

Stamattina mi sono svegliato quando non più sentito il rumore della pioggia, che ha accompagnato i miei sogni per tutta la notte. Con molta calma riordino tutto, il tempo è ancora incerto. La tenda e le borse sono tutte inzuppate di acqua. I miei vicini di piazzola, due coppie di tedeschi adulti, asciugano il camper. Ogni tanto ci guardiamo e visto che non riusciamo a comunicare ci scambiamo dei sorrisi, per dire: è tutto ok! Ogni tanto qualche parola inglese, maledetto inglese, devo impararlo! Mi prometto per l’ennesima volta che appena ho del tempo mi iscrivo ad un corso. Ma ho compreso quando mi ha detto, cioè se volevo caffè. È stato semplice, mi ha fatto vedere la tazza con su scritto “coffe” con tutti i chicchi disegnati. Yes Yes! Capisco che non era il nostro caffè ma qualcosa che conosco benissimo con cui ho fatto colazione per 20 giorni. Era la tazza di brodo con essenza di caffè, cosi la chiamavo nel mio viaggio a Nordkapp. Acqua calda con infuso di caffè. Gli strappo la tazza dalle mani, mi siedo e mi gusto il “brodo” come fosse uno spritz ghiacciato in una serata con amici al muretto del Caffè del Mare.

Mi carico a molla, pulisco e lubrifico la catena a Lara e via dritti ai passi. Ci dirigiamo verso il Passo Crocedomini e riprende la pioggia, tutta l’acqua che non ho preso nei primi 5 giorni, l’ho presa nelle ultime 20 ore. Stavo iniziando a salire per il Crocedomini ma una insegna attira la mia attenzione, Passo Maniva. Verifico in un attimo il percorso e vedo che la strada alla fine del passo si congiunge con un’altra per il Crocedomini.

Svolto! Il Maniva è una strada che attraversa il bosco con carreggiata strettissima e asfalto dissestato in molti punti, inoltre sta ancora piovendo. Se non fosse per qualche tornante non sembrava certamente un passo, ma come inizio giornata non è male. Raggiunti la cima cerco la strada verso il Crocedomini con una bella sorpresa. il passo di questo versante rimane chiuso fino al 15 giugno.

Scendo dal Maniva e continuo verso il percorso che avevo disegnato, però lo avevo fatto senza pioggia! Nella realtà non è cosi. Inizia la salita come di consueto. La prima parte attraversa i boschi, e solo quando si arriva in cima inizi a vedere le curve della montagna. Buona parte della strada è senza guard rail, cerco di fare molte attenzione, la pioggia è battente. Raggiungo il rifugio e vedo delle moto parcheggiate, sono tutti stranieri! Faccio una pausa con crostata locale, attacco l’adesivo #‎buonastrada sull’insegna e inizio la discesa.

La situazione cambia, smette di piovere ed esce un pizzico di sole, così l’asfalto è più sicuro. In questa parte del Crocedomini la protezione sul ciglio della strada c’è, non è un guard rail ma un muretto con degli archi, molto caratteristico e architettonico. Ma in questo momento non mi interessa l’arte… ma la curva successiva.

Sono sulla SS42. È dovere raggiungere la parallela la SS38 e per fare ciò, faccio il Passo della Foppa e il Passo Mortirolo, anche questa tratta di strada a passo molto lento, la strada attraversa i boschi e in entrambi versanti ci sono circa 40 tornanti, tutti stretti e niente protezione. L’unico modo per godermela un po’ era spegnere la musica nel casco e scendere pian pian ascoltando la natura. Arrivato nella valle mi dirigo verso il lago di Como, la SS38 è abbastanza trafficata.

Raggiungo il campeggio, trovato su internet, trovo sistemazione. C’è un bel sole, ne approfitto a tirare fuori altre attrezzature bagnate per farle asciugare. Il posto è molto carino, ci sono molti campeggiatori stranieri, la maggior parte anziani. Ho iniziato ad apprezzare i campeggi nel viaggio a Caponord. Trovi un’aria serena, la gente passa e ti sorride tutti salutano. Qui ci si rilassa! Di certo se vai negli alberghi non trovi tutti in vacanza, la maggior parte sono lavoratori, che già la mattina si alzano più incazzati di quando sono andati a letto la sera prima. Beh, se non altro succede anche a me! Aggiungo… ho scelto questo campeggio perché è alle porte del Passo dello Spluga, e domani si fa colazione a 2114 m.

Marco Boccaccio

BuonaStrada – Diario di Viaggi in Moto

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