Più di un paese: un paesaggio. In cima alla Val Pellice, dove la strada si arrende e inizia il regno delle Alpi Cozie, c’è Bobbio Pellice, uno degli ultimi avamposti del Piemonte prima che le montagne si facciano Francia. Un luogo di interesse geografico, ma anche storico, culturale, persino spirituale. Da qui infatti partirono i coloni occitani di religione valdese che si stabilirono a Guardia Piemontese, in Calabria (i due Comuni sono gemellati). Riserva anche delle sorprese: a pochi chilometri dal confine, ospita il giardino botanico più alto d’Europa, a circa 2300 metri sul livello del mare. È una destinazione che ci fa scoprire un borgo autentico delle montagne piemontesi, ed è l’occasione per un bel giro nel pinerolese.
Partenza da Carmagnola, cittadina che puoi raggiungere facilmente dall’autostrada Torino-Savona A6 uscendo all’apposito svincolo. Prendi la SP129 fino a Vigone, vai a sinistra sulla SP139 fino a Villafranca Piemonte, e poi a destra su SP151 fino a Cavour. Siamo nel cuore del pinerolese. Continua fino a Bagnolo Piemonte (SP155) e poi Bibiana (SP27). Ora la strada inizia gradualmente a salire attraverso la Val Pellice: vai dritto su SP161 fino a Torre Pellice e poi avanti fino alla tua destinazione Bobbio Pellice. Tempo totale: 1 ora abbondante, per circa 64 km di tragitto.
Bobbio Pellice, il pianoro della Conca del Prà.
La storia di Bobbio Pellice si inserisce in quella delle Valli Occitane, nell’ovest del Piemonte, ricche di tradizioni culturali e linguistiche. Ma riguarda anche la Calabria, dato che furono proprio dei coloni bobbiesi di religione valdese a fondare nel XII Secolo il borgo di Guardia Piemontese (in provincia di Cosenza). La presenza dei Valdesi in questa zona prealpina è molto radicata: si respira ancora la memoria della resistenza alle persecuzioni nei confronti della religione minoritaria. Le case in pietra, le cappelle, il museo valdese: tutto racconta di una comunità che ha saputo resistere alle persecuzioni mantenendo intatte le proprie tradizioni. Il territorio comunale parte dai 690 m s.l.m. e si alza fino a quota 3.171: una delle attrazioni più belle, ovvero il giardino botanico, è più vicino alla seconda quota che alla prima!
Il giardino botanico Bruno Peyronel è dedicato alla memoria del naturalista e botanico vissuto nel Novecento. Si trova a quota 2290 m s.l.m. in prossimità del colle Barant. Conserva 300 specie di piante alpine autoctone. L’ingresso è libero dato che si tratta di un ambiente naturale, e dunque non prevede giorni o orari di chiusura.
Il Museo Valdese di Bobbio Pellice, con mostre temporanee ed esposizioni permanenti, racconta la cultura valdese e occitana. Ingresso 7 euro. È ospitato nella sede di Via Beckwith 3. Da notare che il personaggio a cui è dedicata la via – il generale britannico Charles John Beckwith – fu benefattore che si impegnò molto per la popolazione valdese italiana. A lui oggi è intitolata anche la radio e televisione locale più seguita nelle valli valdesi: Radio Beckwith.
Se vuoi dedicare una giornata alle escursioni, troverai l’imbarazzo della scelta. Una destinazione molto popolare è la Conca del Prà, pianoro che si estende per oltre 3 km, raggiungibile con trekking medio-facile. D’estate, è un tappeto verde tra pareti rocciose verticali. In inverno, un paradiso per le ciaspole. Qui il tuo riferimento per una sosta di relax non può che essere il Rifugio Willy Jervis, punto d’appoggio per escursioni e tappa gastronomica imperdibile.
Dimentica i piatti turistici. Qui si mangia polenta concia, formaggi d’alpeggio, miele locale, torte di nocciole. I rifugi e le trattorie usano ingredienti semplici, ma le porzioni sono generose, i prezzi onesti e il gusto autentico. Se sei fortunato, potresti assaggiare anche il Saras del Fen, un formaggio fresco stagionato sotto fieno, dal profumo intenso.
Bobbio Pellice, le montagne si specchiano sulle finestre del Rifugio Willy Jervis.
Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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