Dominato da un castello di 1000 anni fa questo borgo delle Marche è tornato a risplendere dopo anni difficili, e adesso è più bello che mai

Dominato da un castello di 1000 anni fa questo borgo delle Marche è tornato a risplendere dopo anni difficili, e adesso è più bello che mai

Alessio Gabrielli  | 28 Giu 2025  | Tempo di lettura: 4 minuti
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Ci sono luoghi che non fanno rumore, ma sanno farsi ricordare. Non ti colpiscono con effetti speciali, ma ti entrano dentro piano, come una melodia che scopri solo al secondo ascolto. Caldarola è uno di questi. Un piccolo borgo marchigiano che sa essere nobile senza essere altezzoso, elegante senza bisogno di mostrarsi. È il classico posto che magari non avevi segnato sull’itinerario, ma che una volta scoperto ti chiedi come hai fatto a non conoscerlo prima.

Immerso tra le dolci colline della provincia di Macerata, Caldarola è uno scrigno di storia e bellezza discreta. Qui le giornate scorrono lente, tra castelli che svettano tra i campi e silenzi che parlano più delle parole.

Caldarola in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Ci sono viaggi che non si misurano in chilometri, ma in emozioni. Questo itinerario, da Serrapetrona a Fabriano, è uno di quelli. Un piccolo anello tra le colline marchigiane, dove ogni curva racconta una storia e ogni sosta diventa un incontro con la bellezza più autentica.

Si parte da Serrapetrona, minuscolo ma orgoglioso, adagiato sulle pendici dei Sibillini. Il paese profuma di vino — la Vernaccia, qui, è quasi un rito — e l’aria è quella frizzante che ti sveglia meglio di un caffè. Moto accesa, visiera abbassata e via, tra strade secondarie che sembrano disegnate per noi.

Caldarola arriva veloce, con i suoi castelli e quel silenzio sospeso da cartolina. Il Castello Pallotta ti guarda dall’alto come a dire: “Fermati un attimo”. E noi lo facciamo. Sotto la visiera, il sorriso è già stampato.

Poi via di nuovo, il motore canta tra le curve che salgono verso San Severino Marche. Qui il paesaggio si apre e la strada si fa dolce, sinuosa. Arrivare nella piazza è come entrare in un teatro all’aperto: elegante, ampia, sorprendentemente viva. Un caffè al volo, due chiacchiere con un anziano curioso della moto, e si riparte.

Castelraimondo ci aspetta con la sua torre solitaria, la campagna che si stende tutto intorno e quella pace che solo le strade di provincia sanno regalarti. Niente traffico, niente fretta. Solo tu, la moto e quel ritmo perfetto tra acceleratore e respiro.

Poi si arriva a Esanatoglia, la perla nascosta del giro. Qui il tempo ha deciso di rallentare. Il borgo è raccolto, silenzioso, quasi timido. Lo attraversi piano, in seconda, come per non disturbarlo.

E infine Fabriano, la città della carta, che ti accoglie con una sorpresa: nonostante la sua storia importante, è ancora genuina, autentica, con una vivacità che non ti aspetti. Perfetta per chiudere il giro con un piatto caldo, una birra artigianale e quel pensiero che ti sussurra: “Questo lo rifaccio.”

Caldarola

Appena si entra a Caldarola, si ha la sensazione di aver varcato una soglia invisibile. Le colline morbide che la circondano sembrano proteggerla dal rumore del mondo, come una conchiglia che custodisce il suo segreto. È un piccolo borgo in provincia di Macerata, ma quel che colpisce non è la dimensione: è l’atmosfera. Qui, il tempo ha scelto di non correre. Preferisce camminare piano, come chi ha già visto tutto e non ha più fretta di arrivare.

Il cuore del paese è un intreccio di vicoli silenziosi, piazzette raccolte, portali in pietra e scorci che sembrano usciti da una stampa antica. Ma l’anima vera di Caldarola è senza dubbio il suo castello: Castello Pallotta. Arroccato su un’altura che domina l’intero borgo, questo maniero è molto più di una semplice attrazione storica. È un salto indietro nel tempo, un viaggio nel pieno Cinquecento marchigiano. Ancora arredato con mobili d’epoca, armature, arazzi e camini monumentali, il castello sembra pronto ad accogliere il ritorno del marchese in persona, come se fosse uscito un attimo a cavallo.

Passeggiando lungo le mura, si capisce subito perché Caldarola sia definita la terra dei castelli. Oltre a quello principale, l’intero territorio è costellato da manieri e fortificazioni che raccontano un passato ricco di battaglie, famiglie nobili e confini da difendere. I castelli di Croce, Pievefavera, Vestignano e Valcimarra sono come sentinelle di pietra disseminate nel paesaggio: testimoni silenziosi di epoche che hanno lasciato tracce profonde.

Ma Caldarola non è solo pietra e memoria. È anche natura viva. Basta uscire di pochi chilometri dal centro per ritrovarsi immersi in boschi freschi, sentieri panoramici e campi coltivati dove la vita scorre ancora al ritmo delle stagioni. In primavera, l’aria profuma di ginestre e fiori selvatici, in autunno si colora di arancio e ruggine. E per chi viaggia in moto, le strade che serpeggiano tra le colline sono un piccolo paradiso: curve dolci, asfalto buono, pochissimo traffico. Il tipo di percorso che ti fa guidare con il sorriso sotto il casco.

A rendere ancora più speciale Caldarola è la sua gente. C’è un senso di accoglienza sincera, di paese che non ha bisogno di spettacoli per farsi amare. Qui un saluto non è mai di circostanza, e se chiedi informazioni, ti ritrovi dopo cinque minuti a parlare della vendemmia, della neve dell’ottantacinque o del miglior posto per mangiare i vincisgrassi.

In definitiva, Caldarola è uno di quei posti che non urlano per attirare l’attenzione. Preferiscono restare sé stessi, nella loro bellezza sobria, nei silenzi che raccontano più di mille parole. Un borgo che non si visita soltanto: si respira. E una volta ripartiti, resta dentro, come fanno solo i luoghi veri.

Alessio Gabrielli
Alessio Gabrielli

Sono Alessio Gabrielli, ho 27 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport



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