Se in un italianissimo borgo si parla ancora una lingua ellenica questi non può che essere definito l’Acropoli della Calabria: stiamo parlando di Gallicianò, una realtà di appena 60 abitanti in cui ancora resiste l’affascinante lingua degli antichi.
Un giretto di oltre 250 km, per scoprire un luogo che ha decisamente del magico: oggi, noi di TrueRiders vi regaliamo tutto questo. Dopo diversi itinerari “normali”, oggi torno a proporvi un anello di quelli che tanto ci piacciono dove i chilometri sono tanti, le curve ancora di più e i panorami vi resteranno letteralmente scolpiti nel cuore. Partenza da Villa San Giovanni, porta d’ingresso della Calabria per chi viene da sud, ma voi potrete gestirvelo come meglio credete. Si punta a sud con l’aiuto della SS 18 Tirrena inferiore che, dopo qualche chilometro, diventa la SS 1o6 Jonica. Sarete costantemente in affaccio sul mare ma occhio al bivio a Condofuri Marina; qui, difatti, dovrete girare a sinistra e salire decisi fino a Gallicianò. Terminata la visita nell’Acropoli di Calabria, torneremo sulla SS106 per attraversare altri paesaggi e altre meraviglie.
A San Nicola approfittate della SP 2 dir, che svolta decisa dentro l’Aspromonte, per visitare un po’ del misterioso entroterra calabrese; nomi evocativi come Platì, Delianuova e Cirello si alterneranno prima di tornare a vedere nuovamente il mare nei pressi di Palmi. Godetevi quindi l’ultimo tratto di costa tirrenica prima di tornare al punto di partenza.
La chiesa di San Giovanni Battista vigila sul borgo
Che il sud Italia e, in particolare, la Calabria in antichità facessero parte della Magna Grecia, ovverosia il complesso di colonie elleniche nella nostra Penisola, è storia più che nota; tutti, infatti, ricordiamo l’assedio di Siracusa del 212 a.C. e altre vicende che abbiamo studiato a scuola. E quindi, diretta conseguenza è che al tempo in tutta questa zona si parlava il greco. Tuttavia, di contro ben pochi sanno che esistono ancora piccole sacche di resistenza di questa antica lingua; ovviamente, com’è normale che sia, non si tratta più del greco degli antichi coloni giacché le fusioni con le lingue locali sono state tante, più o meno incisive. Tuttavia, a Gallicianò si parla ancora una lingua che assomiglia molto di più alla lingua degli abitanti del Peloponneso piuttosto che alla nostra.
L’antica chiesa ortodossa di Panaghìa tis Elladas (Madonna dei Greci) ci ricorda le antiche origini di Gallicianò
Il piccolo paese, situato su un alto promontorio, ancora mantiene la sua struttura medievale, sebben la zona risulti abitata sin dal neolitico. La prima testimonianza documentale di Gallicianò risale al 1060; grazie a questo documento sappiamo che il paese faceva parte della chiesa Bizantina di Reggio Calabria. Tuttavia, è certo che il centro doveva già esistere nel tempo della Magna Grecia, se non altro per la lingua che i pochissimi abitanti ancora parlano.
Gallicianò domina la vallata
Secondo studi linguistici, difatti, è possibile datare l’origine di questo idioma all’VIII secolo a.C., nel periodo della Magna Grecia. Visitare Gallicianò oggi, quindi, significa respirare un’aria antica grazie alla sua inalterata struttura urbanistica; in più, se sarete fortunati, potrete imbattervi in qualche abitante che conversa in lingua autoctona: non capirete niente ma sarà straordinario, quasi esotico, assistere a uno spettacolo unico come questo.
Credit foto:
Gallicianò – Wikipedia
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Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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