Irohazaka, la 'strada tutte curve' del Giappone - TrueRiders

Se ti piacciono le strade tortuose, questo incredibile percorso immerso tra i boschi ti farà innamorare

Stefano Maria Meconi  | 09 Mag 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti

Immagina una strada che si sussegue, scalando (o ridiscendendo) la montagna, in una armonica serie di tornanti che sembrano le spire di un serpente. Una vera e propria delizia per lo sguardo, soprattutto in autunno, quando i colori della natura si fanno ancor più emozionanti, ma perfetta da godere durante tutto l’arco dell’anno. Per scoprirla, però, il viaggio che ti aspetta non è la solita risalita delle Alpi o la full immersion degli Appennini, perché dovremo percorrere all’incirca diecimila chilometri per raggiungerla. Benvenuti (anzi, Dou itashimashite!) in Giappone, per un viaggio-avventura verso la Via Irohazaka

1 Via Irohazaka in moto. L’itinerario

1.1 Mappa

1.2 Percorso

Il percorso in direzione della Irohazaka parte dalla città di Nikko, nella prefettura di Tochigi e a circa 230 chilometri a sud-ovest di Tokyo. Il primo tratto del percorso, quello più importante, ci conduce alle cascate Kegon, passando per i celebri tornanti della Irohazaka. O meglio, un doppio set di tornanti, evidenziato dal tratto di Murokami-daira (Nikko > Kegon) e dall’altrettanto bello del Nikko Iroha Slope (Kegon > Nikko). Dopo le cascate, seguiamo la sponda dello splendido Lago Chuzenji e prendiamo la strada 120 passando per le Yudaki Falls, il Marunuma Kogen Ski resort e ridiscendiamo verso la città di Katashina. Infine, prendiamo la Strada 401 che passa per le Fukiware Falls, poi la E17 per Shibukawa e arriviamo a Maebashi. 135 chilometri in tutto di full immersion in un Giappone secondario e autentico.

2 La strada dei 48 tornanti


La strada dei 48 tornanti in Giappone: Via Irohazaka

Un percorso fatto di sole curve48 per la precisione, che affonda le radici nella storia del Giappone. 48 non è un numero a caso: una curva per ogni lettera dell’alfabeto giapponese, un tempo chiamato appunto “Iroha”, prima parte del nome della strada (Irohazaka). Ogni curva, infatti, è segnata da una sillaba dell’hiragana, il sistema sillabico giapponese. Una strada che va a comporre un vero e proprio poema, un sistema perfetto che usa ogni singola lettera dell’alfabeto senza lasciarne per strada nessuna e senza ripeterla due volte. La restante parte del nome, zaka appunto, significa pendio. Che maestria! Già solo questo ci fa capire quanto fascino abbia il Giappone storico e contemporaneo.

Ogni tornante accende una nuova emozione affrontando gomito dopo gomito una pendenza diversa e guardando le panoramiche montagne. Un manto stradale in buone condizioni ed una strada che non è molto trafficata. La Irohazaka è vero paradiso per chi ama divertirsi sulle due ruote in solitaria con il solo rombo della moto ed il sibilo del vento in faccia.

Bello fare il percorso in estate, ma è in autunno il momento più suggestivo della via Irohazaka. Da ottobre la foresta circostante si trasforma in un tripudio di colori: oro, rosso e marrone, un dipinto meraviglioso che solo i colori autunnali sanno restituire. Sosta obbligatoria, durante il tragitto, per ammirare una delle tre cascate più grandi del Giappone, le cascate Kegon. Alte quasi 100 metri, sono visibili da due punti di osservazione (a pagamento, 570 Yen, circa 3,30 euro), e nei loro pressi si trovano degli onsen, i tradizionali luoghi del relax termale nipponico.


Una magnifica vista autunnale sul Lago Chuzenji

Il lago Chuzenji, simbolo del parco nazionale del Nikko, offre un giro imperdibile tra i templi e santuari di Nikko, in riva al lago. Potrete, inoltre, rilassarvi facendo un giro tra i negozi che sorgono sulla riva del lago. E se non siete amanti dello shopping potrete optare per un bel giro in barca, tra aprile e novembre, ammirando il lago da sopra l’acqua. Lungo le sponde del lago Chuzenji, inoltre, è possibile visitare la Italian Embassy Villa Memorial Park. Si tratta di una splendida villa in stile giapponese, circondata da eleganti giardini e immersa in un vero e proprio bosco, che l’ambasciata italiana in Giappone utilizzò per oltre 70 anni come residenza estiva. Oggi l’edificio principale è conservato nel suo stile originale, con elementi che ricordano i rapporti storici tra Italia e Giappone, mentre un edificio secondario è adibito a museo storico.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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