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Fermano, il cuore pulsante delle Marche

Stefano Maria Meconi  | 16 Ott 2020  | Tempo di lettura: 6 minuti

 

Una delle cinque province delle Marche, Fermo è una località poco nota ma che merita la visita, così come il Fermano. Il territorio che la circonda, sul quale insistono tanto gli Appennini quanto il Mar Adriatico, è eterogeneo e di sicuro interesse.

La vista a 360 gradi dal capoluogo spazia infatti sui Monti Sibillini, sulle spiagge marchigiane (distanti solo pochi chilometri) e sulle ampie colline delle Marche.

Non è dunque solo la città a essere degna di una visita, con il suo profilo medievale, ma tutta la provincia. Qui ritroviamo la pura essenza delle Marche, terra franca ma aperta, dove l’accoglienza gioca soprattutto sui piaceri della tavola.

Tutto quello che c’è da sapere sul Fermano

Una provincia giovane, ma dalle radici antiche

L’istituzione della provincia di Fermo risale solo al 2004. Fu costituita dando a questa bella città, e a tutto il territorio del Fermano, una certa autonomia rispetto a Macerata e Ascoli Piceno, sotto le quali si trovavano fino ad allora.

Non solo il capoluogo, che si trova in una zona pianeggiante, ma alla provincia appartengono anche ampi settori collinari e una piccola parte dell’Appennino umbro-marchigiano. La zona più a sud, infatti, arriva fino ai 2334 m s.l.m. della Priora.

Sugli Appennini, il Fermano confina con l’Umbria e la provincia ascolana, in corrispondenza di comuni come Norcia e Castelsantangelo sul Nera, drammaticamente colpiti dai terremoti del 2016-2017.

Tra i comuni marittimi ci sono invece Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio, molto frequentati dai turisti in estate. Qui, l’accoglienza familiare e il bel mare regalano piacevoli opportunità di vacanza.

Una libertà riconquistata

Ancora prima dei Romani, il Fermano era la casa di numerose popolazioni locali, i Piceni in primis. Vi passarono Longobardi, Franchi, fin quando la città fu controllata direttamente dallo Stato Pontificio.

Con l’Unità d’Italia Fermo perse importanza a favore della vicina Ascoli Piceno, ritrovando la sua “indipendenza”, come già accennato, nel 2004 con l’istituzione della sua provincia.

Questa è oggi un territorio vitale, con quasi duecentomila abitanti divisi in 40 comuni, dove a farla da padrona è l’industria calzaturiera: da qui vengono molti dei marchi più importanti d’Italia. Il territorio si divide invece in zone a seconda dello scorrere dei fiumi, come il Tenna, l’Aso e l’Ete Vivo.

A parte, si caratterizzano le zone del capoluogo (che include anche Porto San Giorgio) e i Sibillini, con i comuni più estesi e vicini all’Umbria.

Fermano, borghi antichi e musei… fumanti

Una delle mete più curiose e particolari del Fermano è certamente Moresco, antico borgo medievale della valle dell’Aso. Circondato da possenti mura, qui il tempo sembra essersi fermato al 1083.

È questo infatti l’anno della sua fondazione, secondo la leggenda per proteggere la zona dalle scorribande dei Mori. Per scorgere i nemici che arrivavano dal mare, la popolazione locale costruì la Torre Ettagonale.

Si tratta di uno splendido esempio di architettura medievale, 25 metri di torre imperniata su una pianta a sette lati, decisamente originale. Dalla sua cima si gode un incredibile panorama su tutta la zona circostante. Peccato solo che sia visitabile unicamente durante il fine settimana.

Moresco, centro storico
Il centro storico di Moresco, decisamente ben conservato e con i suoi palazzetti medievali

C’è però molto altro da vedere, come la Torre dell’Orologio risalente al Trecento o l’antica Piazza del Castello, con il suo portico.

A Fermo meritano sicuramente la visita due collezioni museali: la Pinacoteca civica e il Museo della pipa. La prima, ospitata da Palazzo dei Priori, è ricca di capolavori artistici, tra tutti lavori di Rubens e di Jacobello del Fiore.

Il Museo Nicola Rizzi (presso Villa Vitali) è invece una recente collezione che Paolo Dioguardi ha voluto dedicare alla pipa da tabacco. Un’idea originale, che permette di conoscere la storia e l’evoluzione di uno strumento comune in molte parti del mondo. Un pezzo di storia italiana, perché qui sono raccolte le pipe appartenute, tra gli altri, a Giuseppe Garibaldi e Sandro Pertini.

Altre località da non perdere? Tra tutte Monterubbiano, città natale del pittore rinascimentale Vincenzo Pagani. A lui è dedicato il teatro civico, mentre le chiese e la Pinacoteca civica ne ospitano diverse opere di livello.

Monterubbiano
Il centro storico di Monterubbiano

A Sant’Elpidio a Mare, infine, si trova l’antichissima Abbazia di Santa Croce al Chienti. Pensate: questo edificio, che pare sia stato voluto da Carlo il Grosso – ultimo imperatore carolingio – fu costruito nel IX secolo. Ha, in sostanza, più di milleduecento anni di storia.

Fermano in moto

Mappa

Percorso

Un percorso armonico, fatto di alti e bassi e saliscendi continui lungo il Fermano e la provincia di Macerata. In soli 90 chilometri visiteremo, oltre a Fermo, altre tre località intermedie.

Ci fermeremo infatti a Moresco, Montegranaro e Montegiorgio, proseguendo infine verso Tolentino. Questo percorso, che segue strade provinciali e statali, non presenta particolari difficoltà né limitazioni al traffico.

Può dunque essere affrontato durante tutto l’anno. I periodi migliori? Sicuramente la primavera (tra fine aprile e giugno) e l’autunno, con una predilezione per il mese di ottobre. Le Marche, infatti, sono una terra ricchissima di natura, che in queste stagioni si colora di mille sfumature diverse. In più, il periodo autunnale è quello più ricco di sapori, con eventi gastronomici e ricette assolutamente da non perdere.

Fermo, Piazza del Popolo
Il benvenuto a Fermo, nella centralissima Piazza del Popolo

Fermo si raggiunge facilmente tramite la A14-E55, la cosiddetta Adriatica che congiunge Bologna a Taranto. Si passa per Porto San Giorgio, arrivando poi in città tramite Via Domenico Collina/Viale Trento.

Da qui parte la nostra avventura nel Fermano, fatta di un continuo e piacevole alternarsi di panorami e città. Il primo tratto del percorso vero e proprio è lungo 11 chilometri e, tramite la Provinciale 102, ci porta dritti a Moresco.

Il borgo, immerso in un panorama verde che spazia sulle Marche, è degno di una sosta ben approfondita. Qui visitiamo la Torre Ettagonale, quella dell’orologio e le collezioni museali della città.

Riprendiamo il cammino, stavolta lungo 27 chilometri, in direzione nord. Più precisamente la prossima meta è Montegranaro. La raggiungiamo passando per la SP56 (verso Fermo), la SP157 e, nell’ultimo tratto (Campiglione-Montegranaro) la SP219/SP30.

Anche detta Veregra, dal nome latino, è famosa per le sue chiese ricche di dipinti d’autore. In particolare la Chiesa di San Serafino ospita una imponente Crocifissione di Filippo Ricci, mentre in quella dei Santi Filippo e Giacomo un ritratto ricorda Annibal Caro, priore secolare dell’edificio e celebre scrittore del Cinquecento.

Di nuovo in sella, per i 20 chilometri ci separano da Montegiorgio. La raggiungiamo guidando sulla SP39/SP72/SP52. Il percorso è piuttosto semplice, con buon asfalto e con le dovute segnalazioni per arrivare a meta.

Fermano: Teatro Alaleona, Montegiorgio
L’incredibile soffitto del Teatro Alaleona di Montegiorgio, Marche

La penultima tappa intermedia che ci attende è un borgo molto famoso nel corso del Medioevo. È a questo periodo che risale il grande Arco di San Salvatore, ovvero quello che rimane di un’omonima chiesa abbattuta dell’Ottocento. Come da tradizione marchigiana, anche la città ospita un teatro storico: il Teatro Alaleona. Deve il suo nome all’organista e compositore Domenico Alaleona, celebre in tutta Italia e montegiorgese DOC.

32 chilometri ci separano infine da Tolentino, approdo finale di questo itinerario. Nel raggiungerlo passeremo nel cuore della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra, uno dei siti naturali più importanti delle Marche.

  • Titolo: Fermano
  • Lunghezza (km): 91
  • Durata: 2 ore
  • Partenza: Fermo
  • Arrivo: Tolentino
  • Principali località attraversate: Moresco, Montegranaro e Montegiorgio
  • Chiusura invernale: No
Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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