Capo Nord 2022
Dopo il viaggio del 2014, ritornare a Nord Kapp è stato un mio costante desiderio, alimentato in questi otto anni dai ricordi dell’esperienza vissuta, dalle mie emozioni appaganti, dalle splendide immagini che ho conservato vivissime ed indimenticabili, dalla certezza di avere compiuto un grande viaggio.
Varie vicissitudini personali e familiari avevano allontanato la concretizzazione di una partenza in moto ed io, sino a fine maggio, ero serenamente rassegnato a considerare non possibile un Capo Nord 2022. Nei primi giorni di giugno, invece ed inaspettatamente, le circostanze si sono positivamente allineate ed ho iniziato ad accarezzare nuovamente la possibilità di partire.
Innanzitutto, ho portato la moto in officina per il tagliando e per sostituire anche gli pneumatici, in modo da poter affrontare il viaggio con gomme nuove. Il 14 giugno ho prenotato il traghetto Palermo-Genova, programmando la partenza per il giorno 20. Come nel 2014, ho stilato mentalmente un itinerario di massima, prevedendo di attraversare Svizzera-Germania-Danimarca-Svezia-Finlandia-Norvegia. Ho deciso che in Svezia risalirò verso nord percorrendo la E 4.
Km moto alla partenza 9.887
Alle 16,38 parto da casa in direzione Palermo porto, per imbarcarmi sul traghetto. Il clima è caldo ma accettabile. Con calma percorro l’autostrada e dopo circa 2 ore sono già in fila insieme a una decina di moto. Imbarco regolare, cabina, doccia e poi cena al self service in bella solitudine. Penso al viaggio che dovrò fare, sono molto motivato e concentrato.
Km percorsi 172
Giornata di navigazione tranquilla, con lunghe passeggiate nei ponti della nave. Alle 17,00 si arriva a Genova ed alle 18,00 sono già fuori dal traghetto. Imbocco la A5 verso Milano, dove mi fermerò per la notte. All’arrivo, seguendo le indicazioni del navigatore, raggiungo facilmente casa di mia figlia e parcheggio la moto nel cortile condominiale. Subito dopo raggiungiamo a piedi il B&B prenotato e, dopo una doccia rigenerante, ci ritroviamo con per trascorrere insieme questa serata. Abbiamo prenotato in un ristorante di carne “Filetteria italiana” e decidiamo di camminare, tanta strada in una città avvolta da un clima molto caldo! Mangiamo bene e trascorriamo una bellissima serata.
Km percorsi 135
Alle 8,30 mi preparo per la partenza mentre inizia a piovere, dapprima leggermente e poi sempre più intensamente. Indosso il completo anti acqua e vado verso Chiasso, dove sosto per un caffè e per la “vignette” autostradale. Piove ancora e la pioggia mi accompagnerà in Svizzera e in Austria. La temperatura scende sino a 15 °C nei pressi del tunnel del San Bernardino. Allo svincolo di Monte Ceneri un’uscita obbligatoria, causa interruzione di una galleria, mi porta a percorrere una bella strada che, ovviamente, allunga i tempi del viaggio. Arrivato in Austria, percorro strade statali che rallentano la mia andatura, ma alla fine riprendo l’autostrada a Bregenz e poi, da Memmingen, imbocco la A7 tedesca.
È stata, sin qui, una impegnativa giornata di guida, sia per la pioggia sia per le deviazioni stradali in Svizzera ed Austria. Infatti, avverto stanchezza e mi rendo conto che è opportuno fermarmi. Non trovando camere libere in un motel autostradale, lascio l’autostrada a Heidenheim per cercare una sistemazione per la notte.
Giro per circa un’ora alla ricerca di un hotel ma, nonostante vari tentativi e nonostante la gentilissima receptionist dello Schloss Hotel (dove non vi è una camera disponibile) provi a reperire un altro albergo. A questo punto sono le 19 ed io, imprevedibilmente, mi faccio prendere dalla tensione e dalla preoccupazione! Non penso di fare ciò che avrebbe risolto immediatamente il problema: aprire l’applicazione Booking e cercare una camera! Fortunatamente, alla fine reperisco una camera in un Residence!
Mi tranquillizzo, raggiungo con qualche difficoltà il posto (non vi è alcuna insegna!) e finalmente, dopo aver capito che occorre digitare sulla tastiera all’ingresso un codice inviatomi insieme alla conferma di prenotazione, sono nella camera. Il Residence è molto spartano, con bagno in comune, ma per questa sera va benissimo e riesco a placare la mia ansia e riprendere serenamente in mano la situazione. Dopo una doccia, esco per mangiare e quasi tutti i locali sono chiusi! Trovo una pizzeria e, ultimo cliente, riesco a ottenere una pizza e una birra che consumo fuori dal locale, nel frattempo chiuso per fine serata!
È andata e mi rilasso definitivamente in un vicino pub, sorseggiando un’altra birra. In giro poche persone e, rumorosamente, giovani su macchine sportive che percorrono le strade della città sgommando. Si va a letto, è stata una interessante e stressante giornata.
Alle 5,30 sono già sveglio, mi alzo e con calma mi preparo per la partenza. Alle 7,30 sono in moto e, percorrendo la A7, risalgo la Germania direzione Amburgo. Dopo la prima ora di viaggio, in cui il clima è gradevolmente fresco, inizia a fare molto caldo, con temperatura che oscilla tra i 30 ed i 32 °C! Io continuo comunque il mio percorso, facendo tutte le soste che il mio fisico richiede anche solo per sgranchire le gambe e bere acqua. Senza fretta vado avanti verso Puttgarden (porto da cui salpano i traghetti per la Danimarca) dove ho deciso di fare sosta stasera. Arrivo in hotel (prenotato nel pomeriggio lungo la strada!) intorno alle 19,30, mi sistemo nella camera e ceno al ristorante.
Ottimo filetto al pepe in delicata crema dello chef, insalata freschissima, birra alla spina. Sono rilassato, dopo le disavventure di ieri, e apprezzo la bellezza del paesaggio pianeggiante e verdeggiante che si distende intorno, con bella veduta del piccolo e trafficato porto da cui partono e arrivano continuamente i traghetti. Dopo cena mi siedo fuori dalla hall dell’albergo e la temperatura ridiventa fresca tanto che indosso il giubbotto antivento della giacca.
Chiudo la giornata con una lunga, piacevole e giocosa conversazione telefonica con la famiglia. Oggi, dopo le tensioni dei giorni precedenti (la pioggia in Svizzera con deviazione che allunga il percorso, la difficoltà di trovare sistemazione ad Heidenheim con relativa ansia), ho ritrovato il gusto del viaggio, seppur marciando costantemente in autostrada.
Km percorsi 823
Sveglio alle 6,00 dopo una notte di sonno ristoratore. Preparo la moto e subito dopo faccio colazione. Alle 7,30 mi muovo dall’Hotel e raggiungo il vicino porto, imbarcandomi sul traghetto delle 7,45. Già ieri sera ho preso accordi con Francesco, il mio amico motociclista che vive in Svezia a Malmö, che mi aspetta a casa sua per un caffè ed una fetta di ciambella all’arancia, sua assoluta specialità che prepara per i viaggiatori in transito da/per Capo Nord! Alle 8,30 sbarco al porto di Rodby in Danimarca e mi dirigo verso Copenaghen e poi il ponte sull’Oresund con arrivo in Svezia. È sempre emozionante, dall’autostrada che sfiora Copenaghen, dirigersi verso la Svezia dapprima con il tunnel sottomarino e subito dopo con il bellissimo ponte strallato!
Seguendo le indicazioni del navigatore, in pochi minuti raggiungo casa di Francesco che mi attende in giardino con la torta e la moka già pronta per un caffè italiano. Accoglienza amichevole, tante chiacchiere piacevoli, torta e caffè! Francesco mi regala anche delle fette di torta, da gustare lungo la strada.
Riparto dopo circa un’ora, seguendo la Strada E20 direzione Göteborg e deviando successivamente sulla E4, la strada che risale tutta la Svezia in direzione Stoccolma e, poi, verso il grande Nord. Questa tratto di E4 è autostradale, con doppia carreggiata e doppia corsia, ed oggi è poco trafficata. Risalgo con calma la Svezia, mentre il caldo man mano aumenta, raggiungendo in alcuni tratti temperature, per me inaspettate, sino a 31 °C! Nel pomeriggio avverto una calo fisiologico con sonnolenza; faccio una buona sosta in una area di servizio e riprendo forze, grazie anche alla energetica ciambella all’arancia di Francesco (ne mangio ben tre fette!).
Proseguo ancora e, quando avverto i segnali di stanchezza, prenoto un hotel nella città di Nykoping, dove arrivo alle 18,30. Dopo una doccia ristoratrice, esco nella cittadina che appare semideserta. Oggi in Svezia è la festa dell’estate ed è un weekend festivo, con molte attività commerciali chiuse. Per la cena, comunque, rimedio un ottimo hamburger con patatine in un locale gestito da una famiglia di immigrati arabi. Per concludere la serata, faccio una lunga, rilassante passeggiata nel centro pedonale di Nykoping: la città mi appare tranquilla, curata, con bei negozi.
Km percorsi 737
Da Nykoping parto alle 8,15 e mi dirigo, sempre sulla E4, verso Stoccolma. Strada comoda, percorribilissima, con clima che gradualmente si fa sempre più caldo sino a 29 °C. Continuo, con calma e senza forzature, oltrepasso Stoccolma e proseguo verso Uppsala e Gavle, ho già percorso circa 300 km di monotona e noiosa autostrada! Dopo Gavle la E4 ridiventa a carreggiata unica con tre corsie e con la corsia di sorpasso alternata in modo da consentire i sorpassi, appunto, alternativamente in entrambi i sensi di marcia.
Anche il paesaggio diviene più interessante, riappaiono imponenti le fitte foreste e le belle vedute su fiumi e laghi. Proseguendo, sfioro le città di Hudiksvall e Sundsvall, quest’ultima con importanti e grandi insediamenti industriali. Dopo aver oltrepassato Harnonsund, la strada diviene ancora più bella ed attraversa nuovamente le cittadine ed i piccoli insediamenti mentre i panorami sono sempre meno antropizzati e la natura riprende il sopravvento. Diventa più piacevole anche guidare la moto: dopo gli interminabili rettilinei, tornano le belle curve da percorrere con prudente brio! Anche oggi assecondo le mie esigenze e mi fermo tutte le volte in cui sento che il mio corpo richiede una sosta.
In una area attrezzata e ben ombreggiata mi fermo nel primo pomeriggio per bere e riposare un po’. Mi siedo su una panchina in ombra, si avvicinano due signore ed una mi si rivolge parlando in svedese; rispondo con il mio inglese essenziale che non parlo svedese, che sono italiano e che parlo bene il francese. Ebbene, la signora mi parla in francese, chiedendomi se possono condividere con me la panchina ombreggiata! Conversiamo a lungo in francese, mi chiede notizie sul mio viaggio. Incredibile, ripensandoci, una coincidenza di tal genere! Estremamente piacevole ed appagante per me.
Proseguo ancora e, nel pomeriggio, durante una successiva sosta, consulto la cartina e capisco che, per oggi, la fine tappa giusta è la città di Umeå. Prenoto l’hotel e proseguo, arrivando in città alle 18,00. Alla reception, mentre parlo con la gentile addetta, mi aiuta nella traduzione un giovane italiano che si trova a Umeå in quanto lavora per una azienda svizzera che effettua lavori ferroviari! La moto viene sistemata nel garage dell’hotel e io, dopo le abituali doccia e vestiti civili, ceno in hotel (la prenotazione comprende anche la cena), con una interessante e per me nuova modalità: il menu è preordinato e già preparato in contenitori sigillati da riscaldare nel microonde. Durante l’attesa che il forno sia disponibile per me, conosco un altro italiano, un cinquantenne che vive in Finlandia ed è ad Umeå per turismo.
Mi racconta che, in Italia, lavorava quale ingegnere e, successivamente, si è trasferito in Finlandia; dopo aver divorziato dalla moglie finlandese, ha radicalmente cambiato vita, rinverdendo la sua passione, ovvero l’attività teatrale dedicata ai bambini. In Finlandia è famoso e la sua attività si chiama “Il teatro del ciuchino”, conosciuta ed apprezzata, che tanta notorietà gli ha dato. Mi dice anche che sicuramente guadagna meno, rispetto a quando faceva l’ingegnere, ma è estremamente soddisfatto della sua vita e del suo lavoro. Come ha scritto il poeta Vinicius De Moraes “…la vita, amico, è l’arte dell’incontro!”
Dopo cena, vado alla scoperta di Umeå e vedo una città veramente bella ed attraente: bei palazzi antichi con accanto opere di moderna architettura urbana (la Biblioteca di Stato), un suggestivo lungofiume con tanti giovani che animano i locali di ritrovo. Per le strade transitano enormi automobili americane anni ’50 e ’60 (in Svezia e Norvegia i collezionisti apprezzano particolarmente queste auto), con le quali i giovani scorrazzano per la città, ascoltando e diffondendo musica ad alto volume! Anche nel corso della nottata, dalla mia camera, sentirò il rombo delle auto e la musica ad alto volume! È il week end della festa dell’estate!
La E4 che ho percorso sin qui è una importante strada che attraversa tutta la Svezia da sud sino al confine finlandese. Si snoda in un territorio molto abitato e meno “selvaggio” specialmente sino all’inizio della Lapponia. Lungo il suo percorso, ho visto con mia sorpresa che sono sorti numerosi insediamenti commerciali, solitamente composti da un centro commerciale o supermercato, un paio di aree di servizio, ristorante e/o hamburgeria, grandi depositi di vari materiali, concessionarie ed officine. La E45, che ho utilizzato nel 2014, almeno per la mia esperienza, subito dopo il suo inizio a Göteborg, diviene immediatamente solitaria e si immerge nelle enormi estensioni di foreste e laghi, comunicando al viaggiatore la precisa certezza di attraversare un territorio la cui natura, forte ed immanente, predomina sulla presenza umana. Sulla E45 anche le aree di servizio sono meno frequenti e distanti tra loro, mediamente, 150-200 Km, mentre la E4 ne è molto più frequentemente servita.
Km percorsi 754
Alle 6 sono sveglio. Alle 7,40 sono già in sella e vado. È domenica, è presto, le strade sono semivuote e si marcia speditamente, macinando agevolmente chilometri. Man mano il caldo aumenta ed il termometro della moto segnala anche 29 °C. Da Umeå, percorrendo sempre la E4, raggiungo Skelleftea e poi Luleå, addentrandomi sempre più nel nord della Svezia.
In alcuni tratti, la strada è stata allargata ma, superata la cittadina di Kalix e sino al confine con la Finlandia, è ancora ad unica carreggiata e si attraversa la continua foresta con i laghi che si intravedono di continuo e, a tratti, divengono parte fondamentale del paesaggio. Vado, proseguo, fermandomi quando ne avverto l’esigenza. Il clima continua ad essere insolitamente caldo, considerando le latitudini che attraverso. Mi fermo ad Haparanda, ultimo paese svedese prima del confine con la Finlandia, faccio il pieno e mangio una ciambella sorseggiando un caffè. Omaggio di un caffè anche un simpatico svedese che mi ha fornito un innaffiatoio per poter sciacquare il serbatoio della moto irrorato da un piccolo getto di benzina e per lavare il vetro del cupolino, letteralmente oscurato da migliaia di insetti impattati lungo la strada! Gli insetti e le zanzare, in particolare, mi hanno fatto assidua e numerosissima compagnia attraverso la Svezia, inzaccherando la moto ed il casco! Entro in Finlandia a Tornio e vado in direzione Rovaniemi che attraverso evitando la sosta. Poco oltre la città, il villaggio di Babbo Natale mi incuriosisce e mi fermo.
È un parco divertimenti a tema natalizio, con albergo, case vacanza, negozi che espongono oggetti natalizi di ogni foggia e tipologia, insomma, non mi piace molto perché assolutamente finto ed enfatico. Ma non riesco a rinunciare, comunque, a un paio di souvenir (calamita ed adesivi che incollo subito sul bauletto sinistro della moto). Riprendo la strada e nei pressi del paese di Sodankylä decido di fermarmi per la notte. Come al solito, prenoto l’hotel (Hotel Sodankyla, ovviamente!). Mi accoglie una energica, robusta e simpaticissima signora dai capelli rossi, esuberante e molto comunicativa, riesce persino a pronunciare qualche parola di italiano. Con lei prendo accordi anche per il dinner serale e, rimesso a nuovo dopo la doccia, mi sistemo in un tavolo nella veranda esterna.
Vi è una tranquillità silenziosa che riconcilia con la vita e mi rilassa dopo i tanti chilometri percorsi oggi. Mi disseto intanto con una ottima birra finlandese e chiedo, per cena, un fishburger con patatine che accompagno con la seconda birra. Dopo cena, passeggiata per le strade di Sodankylä, pochissime auto in giro e pochissime persone. Il sole cala sull’orizzonte ma, ovviamente, non andrà via, permanendo anche la notte. Silenzio e tranquillità. Rientro in camera, predispongo i bagagli per domattina e vado a letto, anche se non avverto il sonno. Domani potrei arrivare a Nordkapp.
Km percorsi 655
Oggi sono arrivato a Capo Nord! Alle 17,31 ho aperto il cavalletto laterale della moto nello sterrato del parcheggio!
Da Sodankylä sono partito presto, alle 7,30, sulla Strada E75 direzione Ivalo, Inari e sino alla città di Kaamen, alla cui periferia si devia per la strada 92 che porta verso la Norvegia. Alla partenza la temperatura è gradevolmente fresca, nel corso della giornata aumenta ed è insolitamente caldo, anche oggi.
La E75 è una magnifica strada, con curve guidate che invogliano a fare belle pieghe in sicurezza; si attraversa un territorio nordico bellissimo che rende onore alla splendida Finlandia: boschi fittissimi, laghi, zanzare e renne! Ebbene si, dopo la prima fugace apparizione, ieri, di una singola renna, oggi ne ho incrociate numerosissime, sempre simpatiche da vedere ma pericolosamente imprevedibili nella loro corsa ai lati della strada e, spesso, anche attraverso la strada! Rallento al loro presentarsi e, in alcuni casi, mi fermo quando non mi è possibile intuire le loro intenzioni ed il loro attraversare la carreggiata. A volte sono a bordo strada e brucano l’erba, camminando lentamente; altre volte sbucano improvvisamente da una strada sterrata che si inoltra nel bosco.
I paesaggi, ripeto, sono incommensurabilmente affascinanti, la foresta è continua e si estende per centinaia di chilometri tutto intorno. Solitudini finlandesi.
Dopo Kaamen, dalla E75 si devia a sinistra imboccando la strada 92 che porta in Norvegia sino a Karasjok. Strada ancora più bella ed esaltante, con un ottimo asfalto e con continui saliscendi che copiano il profilo e l’altimetria del territorio. Guidare la moto è appagante: lunghi rettilinei e morbide curve, lo sguardo si allarga sul paesaggio circostante che alterna tratti di foresta ad ampie zone di tundra con vegetazione più bassa; laghi, laghetti e ruscelli con acque pulitissime e trasparenti arricchiscono la bellezza dei panorami. Mi fermo più volte per scattare tante foto, a volte solo per riempire gli occhi di questa magnifica natura lappone. Silenzi, pensieri, gratitudine, bellezza assoluta. In lontananza si incominciano ad intravedere le catene montuose della Norvegia, con i picchi innevati.
La strada è poco trafficata, incrocio solo una decina di auto e pochi motociclisti con i quali condivido il classico saluto ed il piacere di essere in questi posti unici. Intravedo, a volte, sotto il casco degli altri motociclisti il sorriso di piena felicità che anche io mostro spontaneamente.
Il confine Finlandia-Norvegia passa attraverso la cittadina di Karigasniemi, dove faccio una buona sosta di riposo e di appagamento della strada percorsa oggi sino a qui. Proseguo quindi verso Karasjok e la E6 che mi porta a Lakselv. La foce di un fiume ed il mare si fondono qui creando un ambiente particolarissimo e affascinante: larghe strisce di sabbia gialla si alternano a bracci di fiume ed a lagune marine fondendosi in un unicum dai colori azzurro e blu intenso, per una profondità di vari chilometri e con le montagne sullo sfondo! Rimango estasiato da questo spettacolo naturale, reso ancora più suggestivo da un teso vento che fa piegare, inclinandoli, gli arbusti che costeggiano questa vasta insenatura, circondata da montagne, che racchiude il fiume, il mare e le estesissime spiagge di sabbia.
Poco dopo Lakselv devio sulla E69, verso Russenes e, infine, Honningsvåg! Da Russenes ad Honningsvåg è stato un tuffo nella memoria del viaggio 2014, ed ho provato gioia, forte emozione, commozione. Ho rivisto posti e paesaggi fissati nei miei ricordi, ho vissuto nuovamente la soddisfazione di essere in procinto di raggiungere il punto di arrivo di un viaggio lungo ed unico, ho centellinato il piacere di percorrere gli ultimi chilometri che mancano all’arrivo a Nordkapp. Ho dovuto, infine, pazientare perché la momentanea chiusura al traffico di uno dei tunnel lungo la E69 mi ha fermato per 50 minuti, ma oramai sono sereno e proiettato verso il mio obiettivo. Alla riapertura del tunnel, sono il primo a partire e, quindi, posso percorrere il tratto finale sino ad Honningsvåg ad una buona andatura, senza rallentamenti e con belle pieghe. Il lungo tunnel sottomarino, che percorro con prudenza ed a bassa velocità, mi porta finalmente nell’isola di Mageroya. Da Honningsvåg a Capo Nord, i mitici ultimi 30 chilometri sono una ulteriore e forte emozione. La strada sale dapprima in quota e poi si inoltra nel promontorio con continui saliscendi attraverso l’altopiano. Gusto la strada, chilometro dopo chilometro, e guido con calma riempendo i miei occhi dell’affascinante susseguirsi di paesaggi che già conosco e man mano riscopro.
Ultime curve, ultimo rettilineo… e sono al casello di ingresso a Capo Nord, acquisto il biglietto di ingresso al parcheggio ed al centro visitatori, la giovane donna che mi accoglie, fornisce, con le parole ed aiutandosi con disegnini che mi mostra, le regole da rispettare: orari di ingresso, validità del biglietto (ora di 24 ore, nel 2014 di 2 giorni!), divieto di raggiungere con la moto il mappamondo. Ok, va bene, compreso.
Alle 17,31 allungo il cavalletto laterale della moto sullo sterrato del parcheggio! Sono arrivato a Capo Nord!
Mi complimento con me stesso, sono veramente felice della meta raggiunta. Con calma mi sistemo, sfilo i guanti, slaccio il casco, sgancio la borsa serbatoio, prendo dal bauletto la reflex e cammino verso il mappamondo (un poco appesantito ed impacciato dal casco, dalla borsa e dalla reflex!). Con un messaggio avviso la famiglia e gli amici motociclisti di essere arrivato a Capo Nord e da mia figlia vengo immediatamente identificato dalle immagini della webcam, sia all’arrivo nel parcheggio sia mentre mi avvio a piedi verso il mappamondo! Tutta la zona è oggi molto affollata, tantissimi camper, tante auto e tante moto. Silenziosamente, emozionato e contento, raggiungo il mappamondo. Entro nel centro visitatori, anch’esso molto affollato, mi concedo un caffè ed acquisto i piccoli souvenir per me e per regali agli amici. Ritorno ad Honningsvåg e raggiungo l’hotel (già prenotato nel pomeriggio); sistemo i bagagli in camera e ceno direttamente nel ristorante. Lo chef prepara delle pietanze tipiche norvegesi con innesti di cucina orientale. Gusto, comunque, questa particolare cucina con sapori misti, base norvegese con condimenti, salse e spezie orientali. A tavola converso con la giovane ragazza (portoghese!!) che si occupa del servizio ai tavoli.
Dopo la cena, mi sistemo e ritorno al Capo: le condizioni meteo sono perfette per vedere il sole di mezzanotte: infatti la giornata è tersa, non vi è una sola nuvola ed il sole splende intensamente. La temperatura oggi, al mio arrivo, era di 26 °C, inimmaginabile a Nordkpp!
Lo spettacolo è effettivamente unico e suggestivo: il sole gradualmente scende verso l’orizzonte marino, lo sfiora e poi gradualmente risale nuovamente, rinnovando un giorno che non conosce il buio della notte. Ovviamente scatto tantissime foto. Il parcheggio è pienissimo soprattutto di camper e parecchie centinaia di persone sono prese ed affascinate da questo unico e particolarissimo fenomeno della natura dell’estremo nord. Soffia un vento teso e costante, che fa percepire un po’ di freddo e solleva con forza il fine pulviscolo che ricopre tutto il promontorio. Cerco di proteggere la reflex, mentre scatto foto.
Rientro ad Honningsvåg e mi rilasso finalmente in camera: sono le 2.40 e non ho ancora sonno ma mi metto comunque a letto, ripenso alla mia giornata appena trascorsa, alle emozioni che mi hanno accompagnato e ringrazio nuovamente la vita per tutto quello che sto vivendo.
Km percorsi 712
Oggi giornata di riposo. Alle 9,00 sono pronto e ritorno a Capo Nord. La giornata si presenta bella, soleggiata e luminosa, calda.
La zona del Capo è poco affollata, il parcheggio semideserto. Il vento si fa sentire anche oggi. Raggiungo nuovamente il mappamondo, faccio altre foto approfittando della scarsa presenza di turisti. Ritorno anche nel centro visitatori, acquistando altri regalini da portare ad amici e parenti: insomma, faccio il turista! Mi avvio verso la moto ed accanto vi è parcheggiato un furgone attrezzato camper con due simpatiche coppie di spagnoli che stanno girovagando l’Europa; parlano con un loro connazionale motociclista ed io, dopo il saluto, converso con loro in un misto di italiano e spagnolo, riusciamo a comprenderci bene!
Intorno alle 11,00 riparto dal Capo; ho deciso che visiterò i tre paesi del promontorio. Deviando dalla E69, raggiungo Gjesvaer: la strada per arrivare si sviluppa lungo un altipiano pietroso, aspro, chiazzato di laghetti originati dallo scioglimento dei nevai, in un contesto paesaggistico solitario che incute rispetto ed invita al silenzio. Improvvisamente, dopo una curva, lo scenario si apre e sullo sfondo appare il piccolo borgo adagiato sulla riva del mare e circondato da montagne. Il mare è piatto, azzurro, trasparente e tutto vi si riflette; le case, i pescherecci, i fianchi verdeggianti delle montagne.
Ancora una volta, in Norvegia, l’assoluta bellezza di ciò che vedo mi induce ad una silenziosa ammirazione. Con la moto, lentamente, visito il piccolo paese, le stradine con le tipiche case colorate. Fermo la moto in un largo molo, accanto ad uno stabilimento di lavorazione del pesce. Incontro pochissime persone. Poco distante si innalza una enorme rastrelliera (da cui emana un forte e pungente odore di pesce) avvolta da un velo di protezione: a prima vista sembrano che vi siano appesi ad essiccare migliaia di merluzzi ma, avvicinandomi, mi accorgo che poste ad essiccare sono solo le teste di merluzzo; al ritorno a casa, informandomi, scoprirò che le teste essiccate vengono esportate sul mercato africano, in Nigeria esattamente, dove vengono apprezzate ed utilizzate per una tradizionale zuppa di pesce. Affascinante, all’ingresso di Gjesvaer, il cartello che riporta i giorni e gli orari in cui, durante l’inverno, è consentito percorrere senza pericoli la strada verso Honningsvag: si forma un convoglio di auto precedute da un enorme spazzaneve (ne vedo parcheggiati un paio nei pressi) che libera il percorso dalla neve, immagino abbondantissima.
Mi dirigo quindi verso Skarsvag, rivedendolo volentieri e apprezzandolo in questa calma giornata di sole; nel 2014 pioveva intensamente e c’era freddo. Proseguo ancora e raggiungo Kamoyvaer, il borgo più vicino ad Honninsvag. Anche qui suggestive vedute del porticciolo e delle case che si specchiano nelle ferme acque, insieme alle barche da pesca. Ritorno in albergo e subito mi concedo una doccia ristoratrice, sono molto accaldato dai 28 °C che oggi si registrano in paese! Con calma esco, passeggio a lungo nelle vie e poi nel porto di Honningsvag, assaporando il totale relax di cui sento esigenza prima di iniziare, domani, il lungo percorso di ritorno.
Per il pranzo, scelgo un panoramico ristorante sul porto “Corner”, pranzando con una portata composta da tocchetti di pesce fritto serviti con patate lesse, insalata julienne e salsa maionese. Birra norvegese, sempre molto apprezzata. Al rientro in hotel, trovo la sorpresa di una multa per divieto di sosta in quanto ho parcheggiato la moto davanti all’hotel in fascia oraria in cui è previsto il pagamento della sosta. Pazienza, anche questo farà parte dei buoni ricordi del viaggio (pagherò poi la multa una volta rientrato a casa e, comunque, io ero a conoscenza della sosta a pagamento ma al rientro ero veramente stanco per il caldo ed ho sottovalutato la questione). Dopo aver fatto un sonno riposante di circa un’ora, risistemo e ridistribuisco i bagagli nelle varie borse. Verso le 19,00 esco nuovamente e visito ancora il porto, cenando con pizza e birra. Il porto, al tramonto, si ammanta di colori tenui e sfumati, i riflessi delle case, dei magazzini, delle numerose barche da pesca creano suggestivi effetti che riprendo con la macchina fotografica. Fotografo anche il ristorante-pizzeria Viva Napoli!
Il silenzio, come spesso da me sperimentato in Norvegia, è elemento fondamentale di queste cittadine, tanto che mi sono chiesto a volte “ma dove sono i residenti, che fanno?” Stasera ho una prima, convincente spiegazione! Mentre mi inoltro verso la fine del porto, sento un vocìo di sottofondo che cresce sempre più: affacciato sul porto, con tavoli esterni pieni di clienti, vi è un interessante pub che serve soprattutto birra. Bella compagnia, risate forti e sonore, chiacchiere a profusione, vita norvegese! Rientro definitivamente in hotel, dalla finestra della camera vedo la magnifica luce della sera nordica con i riflessi del sole che rimarrà tutta la notte. Devo provare a dormire e oscuro la finestra con le pesanti tende. A domani.
Km percorsi 126
Alle 8 sono pronto e parto da Honningsvag. Inizia il viaggio di ritorno sulla E69 sino all’innesto con la E6 direzione Alta. Discenderò tutta la Norvegia lungo la E6, così alla fine ho deciso in modo da variare l’itinerario rispetto al 2014, vedendo zone e territori diversi. Fa molto caldo anche oggi, 28 °C, e nel tratto che porta ad Alta la tundra, sempre affascinante, è sferzata da un forte vento laterale che mi accompagnerà per tutta la mattinata di viaggio. Il vento è anch’esso caldo, mi ricorda il nostro scirocco. Ai lati della A6 gli scenari naturali divengono sempre più belli, specialmente quando la strada sale di quota, consentendo ampie vedute sulle maestose montagne norvegesi sulle quali occhieggiano ancora ampie zone di neve.
Le montagne circondano le profonde e larghe insenature, specchiandovisi e creando quei riflessi stupendi che solo qui sono possibili. Continuo a viaggiare, fermandomi spesso per riprendere foto o solo per una sosta di riposo. Nei pressi del bivio che porta a Tromsø, il clima muta repentinamente e nuvoloni di pioggia si alzano nel cielo coprendo le montagne. Inizia a piovere e velocemente indosso la tuta anti acqua mentre la pioggia si intensifica, ovviamente rallentando la mia andatura. Avevo preventivato di viaggiare ancora per almeno un’altra ora ma, visto il peggioramento del meteo, decido di fermarmi appena possibile.
Guidato da un cartello che segnala un vicino Hotel, prendo il bivio verso Nordkjosbotn e trovo subito l’hotel “Vollen Gjestetue”, la camera è disponibile ed anche la cena è assicurata nel ristorante annesso. Ottimo. Alle 19 sono in sala per la cena e, dopo, con il conforto di un liquore che sorseggio nella veranda esterna, fumo il mio Toscanello. Faccio poi due passi nei pressi dell’albergo, il paese si trova molto vicino e si vedono bene le prime case La E6, visibile dalla strada dell’hotel, al bivio riporta indicazione Narvik verso sud e Alta verso Nord. Meravigliosa, grande Norvegia!.
Km percorsi 530
Alle 8,15 mi muovo dall’hotel dopo aver fatto colazione. Proseguo verso sud lungo la E6, avendo quale meta le isole Lofoten, che desidero fortemente rivedere. A Biervik devio sulla E10, la strada che conduce alle Lofoten e le attraversa da nord a sud. Quando supero il ponte che collega la terraferma alle isole, proseguo lungo la E10 in direzione Svolvaer.
Come impresso nella mia memoria, i paesaggi si presentano nella loro bellezza assoluta tipica delle Lofoten: montagne con i nevai ancora visibili, ricoperte di verdissima vegetazione in contrasto con il severo colore grigio delle rocce. Boschi montani, prati fioriti sin sulle rive del mare che si insinua tra le montagne, in un infinito fiordo che rende unica e stupenda la vista dell’insieme di tante meraviglie. Ad ogni curva, ad ogni cambio di prospettiva si aprono scenari incommensurabili per bellezza ed armonia. Proseguo con calma, mi fermo spesso per fotografare, ammutolito ancora una volta da ciò che vedo. Arrivo a Svolvaer, rivedo volentieri i posti del 2014 ma non mi fermo e riprendo la E10 ripercorrendola all’inverso. Voglio rivedere i paesaggi, non mi sono ancora saziato ed infatti riscopro scorci che all’andata mi erano sfuggiti o magari apparivano diversi. Incredibili, indescrivibili Lofoten.
Arrivo a Lodingen, dove ho prenotato l’albergo “Brigga Lodingen”. Mi fermo poco prima al porto per informarmi sui traghetti che collegano Lodingen alla terraferma, a Bognes. L’hotel è tipicamente norvegese, la stanza è comoda, vi è il ristorante in cui si cena dalle 19,30 ed alle 20,00 la cucina chiude!! Alla fine della cena, avendo la giovane ragazza del servizio saputo che sono italiano, si avvicina la tavolo lo chef che mi si rivolge in italiano! È un giovane sardo che lavora qui da qualche mese e che si è traferito in Norvegia insieme alla sua fidanzata, medico in attesa di riconoscimento norvegese della laurea italiana. Ancora una volta, la vita è incredibile nelle sorprese e situazioni che ti presenta, con coincidenze non prevedibili!
La terrazza che si apre sul mare è bellissima e dopo cena mi siedo per gustare la tranquillità ed il silenzio. Faccio quindi una passeggiata nel paese, piccolo e carino (c’è anche un ristorante-pizzeria “Mama Rosa”…a Lodingen!), ma si alza un freddo vento che viene dal mare e che mi convince a rientrare in camera.
Km percorsi 481
Mi sveglio durante la notte poco dopo le 3,00 e non riesco a riprendere sonno… poi per fortuna riesco ad addormentarmi. Al risveglio, dopo aver sistemato le borse, mi avvio verso il vicino porto da cui salpo con il traghetto delle 9,15. Traversata piacevole, con scorci sempre belli sulla costa delle Lofoten. Caffè sul ponte esterno della nave e foto con bandiera norvegese sventolante a poppa del traghetto. Si arriva a Bognes dopo un’ora di navigazione e imbocco nuovamente la E6 verso sud.
La strada, come già notato nei giorni precedenti, è stata allargata in molti tratti e, dove possibile, per accorciare e semplificare la percorrenza, sono state scavate delle gallerie che evitano di seguire il profilo della costa, con le sue lunghe rientranze. Si accorcia e si abbrevia sicuramente la percorrenza ma, romanticamente, non si vedono più tanti bei paesaggi tipici. Nel tratto da Fauske a Mo I Rana si attraversa un magnifico altipiano con tundra a bordo strada e le montagne dai morbidi profili ancora striate di neve. Nelle aree di sosta vedo molti camper in sosta, i cui occupanti approfittano del sole per sdraiarsi e rilassarsi. Spesso si marcia parallelamente a impetuosi fiumi, alimentati dalle fonti e dai nevai, le cui acque scorrono selvaggiamente con cascate che spesso sono vicine alla carreggiata.
Prima di giungere a Mo I Rana, sosto all’iconico Centro del Circolo Polare Artico. Tante moto nel parcheggio. Entro nel centro che propone i classici souvenir ed altra oggettistica dedicata. La sosta va comunque fatta, si è al Circolo Polare Artico! Oltrepasso Mo I Rana e decido di fermarmi stasera nella cittadina di Mosjoen, dove ho trovato una camera in un piccolo residence. Dopo la doccia, esco e passeggio per il piccolo borgo. Mi piace molto, è costruito tra la foce di un fiume ed il fiordo. Molto caratteristico il quartiere storico, con le tipiche case ben conservate, gallerie d’arte, boutique varie.
Per cena mi accomodo nel ristorante “Tipperary”, ben frequentato da norvegesi chiacchieroni ed allegri. Filetto di salmone su ortaggi saltati in padella, rondelle di patate fritte, pannocchia di granturco grigliata, salsa di condimento saporita e profumata. Ottima birra norvegese e caffè espresso, che la responsabile di sala mi propone una volta saputo che sono italiano. Dopo la cena, passeggiata nel quartiere storico e nel lungofiume. Pioviggina leggermente e le vedute diventano ancora più suggestive. Faccio e tante foto, una anche al ristorante Venezia di Mosjoen, in Norvegia!
Km percorsi 438
Da Mosjoen parto intorno alle 8,00. La giornata è fresca ma gradevole, indosso sottogiaccia e sotto pantalone antivento. Il traffico è scarso sulla E6 che, in questo tratto, corre affiancata ad un fiume. La differenza di temperatura tra l’acqua che scorre e l’aria in superficie genera una leggera nebbia che si deposita a pelo d’acqua e si alza leggermente sino ad abbracciare gli alberi del bosco sulle rive. Proseguo ancora e le condizioni meteo peggiorano: il cielo si scurisce e le nuvole minacciano pioggia; indosso la maglia tecnica sotto tuta ed il completo anti acqua.
Prima di arrivare a Trondheim in effetti inizia una forte pioggia che si infittisce sempre più. La temperatura esterna cala vistosamente e mi rendo conto che devo coprirmi meglio. Mi fermo in una area di servizio alla periferia della città ed indosso il sotto casco invernale, più protettivo ed isolante ma, per fare questa operazione, devo sfilare gli occhiali che mi impacciano e li appoggio sul ripiano della pompa di benzina e lì restano! Dimentico di riprenderli e parto. Guidando sotto la fitta pioggia non mi rendo conto di non averli e mi accorgo della loro mancanza alla successiva sosta. Dopo aver fatto rifornimento, decido di indossare l’imbottitura termica sotto la giacca e vado nella toilette per compiere l’operazione, tolgo il sotto casco e mi rendo conto di essere senza lenti! Vado indietro con la memoria per capire e rivedo me stesso che poso gli occhiali e li dimentico, mi rimprovero aspramente ma decido di non tornare indietro di almeno 80 Km, pazienza. Per fortuna ho portato gli altri occhiali e rimedio. Tra l’altro la pioggia mi ha indotto a rinunciare alla visita a Trondheim che avevo preventivato e questo mi dispiace. Tornerò, prima o poi per visitare la città.
Piove, piove, piove e sento umido all’altezza del cavallo del pantalone, l’acqua è sicuramente filtrata ma il sotto pantalone isolante mi evita di essere bagnato sulla pelle. Avverto comunque la fastidiosa sensazione di umido addosso e, essendo oramai pomeriggio inoltrato, decido di fermarmi. Prenoto un hotel nella città di Hoppdal, che raggiungo dopo circa mezz’ora. Bellissimo e moderno hotel “Quality Hotel Skifer”, molto curato e ben frequentato. Dopo la doccia calda che mi aiuta a dimenticare la pioggia, esco per la cena e passeggio per la città, piccola e carina, in inverno è una base per gli sport invernali, lo intuisco dai dépliant in hotel e dalle immagini esposte in vari negozi della strada principale; negozi molto curati, di un livello alto.
Per curiosità, visito un vicino grande supermercato SPAR, per rendermi conto delle eventuali diversità rispetto alle nostre modalità mediterranee: molti articoli sono identici a quanto troviamo nei nostri supermercati, vi sono molti alimentari già pronti all’uso e confezionati. Mi sembra, a prima vista, che le confezioni dei prodotti siano ben più colorate, tinte forti e pastello. Una gentile signora cui chiedo di suggerirmi un ristorante, mi indica che nei pressi vi è un buon ristorante “Mollen”; trovo un tavolo e la sala è piena di clienti locali che cenano allegri e rumorosamente, mi diverto ad osservare che tante signore usano lo stuzzicadenti senza problemi e con disinvoltura! Ceno con portata di pesce (non ho ben capito che tipo di pesce!), ben cucinata con guarnizione di salsa panna e sfumata con vino bianco. Birra norvegese, come d’abitudine, una Dhals da 50 cl.
Km percorsi 516
Da Hoppdal mi muovo alle 8,20 dopo una buona notte di sonno e dopo la colazione. Riprendo la E6, direzione Dombas, Otta, Lillehammer. La strada continua a sorprendermi piacevolmente con paesaggi mai banali. Il percorso è simile ad una nostra strada alpina: boschi fittissimi ed un fiume che mi ha accompagnato per un lungo tratto, impetuoso e rabbioso in alcuni tratti, placido e quasi lago in altri. Sulle rive la vegetazione cresce sino a contatto con l’acqua, piccole spiagge si susseguono con tanti capanni da pesca e piccole rimesse per le barche.
Intorno a Dombas si viaggia su un vero altipiano di montagna e la temperatura si abbassa notevolmente, il territorio si fa aspro, duro, roccioso. Specialmente nei tratti che ricalcano il tracciato originale, seppur migliorato, la E6 è una strada magnifica da percorrere in moto. Vado, continuo ed arrivo a Lillehammer che pensavo fosse una cittadina grande, è invece un piccolo paese di stile montano pur essendo stato sede delle Olimpiadi Invernali nel 1994. Dopo Lillehammer la E6 ridiventa una autostrada a doppia carreggiata e prosegue verso Hamar e poi Oslo.
L’attraversamento della capitale avviene quasi esclusivamente in galleria; quando si viaggia in superficie si vedono edifici moderni che mostrano una attenzione forte alle moderne linee architettoniche urbane. Qui corro l’unico rischio del viaggio: mentre marcio in un tratto di superficie, nella corsia centrale e leggermente spostato verso la corsia di sorpasso, nello specchietto retrovisore sinistro ho la visuale libera ma, con la coda dell’occhio, vedo una grande sagoma nera… è un SUV che velocemente mi affianca e mi sorpassa ad un distanza molto ravvicinata. Per fortuna, come spesso ci accade nei momenti critici, mantengo un assoluto sangue freddo, stringo ancora di più lo sterzo e delicatamente, senza strappi, mi sposto leggermente verso il centro della corsia centrale. Questione di pochi secondi, ma è andata bene. Dopo Oslo, mi rendo conto che, senza forzare l’andatura, posso arrivare a Larvik, città dal cui porto alle 17,30 salpa il traghetto per la Danimarca porto di Hirtshals.
Seguendo le chiarissime indicazioni, prendo la E18 che mi conduce, appunto, sino a Larvik, dove arrivo alle 16,30. Vado subito in biglietteria e prenoto il passaggio nave, sistemandomi subito dopo nella fila per l’imbarco. In attesa, insieme a tante auto e camper, siamo una decina di moto. Accanto a me c’è un giovane motociclista norvegese in partenza per un lungo giro in Europa. La partenza però ritarda e apprendo che un non precisato problema tecnico non consente il rispetto dell’orario. Nel frattempo prenoto un hotel ad Hirtshals per pernottare una volta sbarcato. Alla fine il traghetto parte alle 19,45 e la traversata dura circa 4 ore. Durante il viaggio, l’hotel che ho avvisato del mio ritardo, mi ha riprenotato in una guest house poco distante e mi fornisce le indicazioni per trovarla. Arriviamo ad Hirtshals alle 23,40, sbarco con il buio. Provo ad inserire nel navigatore il recapito della guest house ma il sistema non trova con precisione la strada. Complice, appunto, il buio profondo provo a seguire le indicazioni inviatemi ed arrivo nei pressi ma non riesco ad individuare il posto. Decido quindi di raggiungere il primo hotel prenotato per chiedere precise indicazioni, ma l’albergo è tutto al buio e non vi è una reception notturna. Sono un poco preoccupato, ma mi fermo, rifletto e ripercorro la strada avvicinandomi, ne sono sicuro, alla guest house ma non vedo alcuna insegna. Per fortuna ad un incrocio chiedo informazioni ad un ragazzo in auto, lui comprende bene cosa io cerco e mi accompagna precedendomi: non più di 200 metri e sono arrivato.
Lo ringrazio calorosamente e tiro un sospiro di sollievo. Sono arrivato, finalmente. Il titolare, sentendomi arrivare, mi si presenta e mi indica la camera. Doccia immediata e relax. È notte, già 1,45 di lunedì 4 luglio, rassicuro la mia famiglia sul mio arrivo e provo a dormire.
Km percorsi su strada 564
Dopo una notte di profondo sonno, mi sveglio alle 7,00. Mi preparo e faccio colazione, chiacchiero un poco con un gruppo di motociclisti francesi in giro tra Danimarca e Olanda. Alle 8,20 parto per questa prima grande tappa di ritorno, discendo la Danimarca e arrivo in Germania. Il tempo a tratti è piovoso sino ad Amburgo, poi migliora. Man mano che percorro la Germania verso sud, le temperature aumentano sensibilmente. Continuo a marciare, alleggerendo progressivamente il mio abbigliamento, e faccio tutte le soste suggerite dalla mia resistenza alla stanchezza.
Ad un certo punto capisco che la famiglia è preoccupata in quanto il cellulare non condivide più la posizione, banalmente occorre una ricarica per il credito esaurito. Intorno alle 18 capisco che è il momento di fermarmi e trovo un buon motel autostradale nei pressi di Goettingen. Camera confortevole e spaziosa, garage coperto privato, cena nel motel con un saporito hamburger al grana padano e con un paio di birre. Mi corico presto, domani dovrò arrivare a Genova per il traghetto verso Palermo.
Km percorsi 834
Nella consapevolezza di dover effettuare una tappa impegnativa, metto la sveglia per le 5,00 ma mi sveglio autonomamente cinque minuti prima. Rapidamente preparo tutto, sistemo le borse sulla moto ed alle 5,40 parto. Temperatura fresca in queste prime ore del giorno ma nel corso della giornata aumenta. Si viaggia bene, la A7 consente una buona media e supero Kassel, Wurzburg, quando vedo il cartello che indica l’approssimarsi dello svincolo di Memmingen, dove si devia verso l’Austria e la Svizzera, capisco che il mio obiettivo di oggi è raggiungibile senza ansia e senza forzare l’andatura. Si procede di buon passo, pur facendo le soste che sento necessarie, e sempre con tanta attenzione e concentrazione.
Arrivo in Austria e acquisto la vignetta autostradale, proseguendo poi verso la Svizzera che raggiungo, però, percorrendo un tratto di strada statale e riprendendo l’autostrada a San Gallo. Le temperature sino al tunnel del San Bernardino sono gradevolmente tra 24 e 25 °C. Dopo il tunnel, il caldo ridiventa cattivo e si suda abbigliato da moto, vi sono costantemente 28 °C con punte di 30. Proseguo verso Chiasso non prima di aver alleggerito il mio abbigliamento, ma ho caldo ugualmente. A Chiasso sosto nell’area di servizio di confine, caffè e bottiglia di acqua fredda.
Proseguo verso Milano e la temperatura si alza ancora, sino ai 34 °C nei pressi di Pavia. Qui mi fermo in una area di servizio per il pieno e per rinfrescarmi. Chiedo al gestore, con cui parlo del mio viaggio, se è possibile usufruire di un ambiente in cui potermi alleggerire ulteriormente e sostituire gli stivali con le scarpe da moto leggere. Dopo essermi sistemato, prendiamo insieme un caffè, lo ringrazio e proseguo verso Genova, oramai mancano circa 60 Km. Con calma percorro la A5, e nell’ultimo tratto con molta calma considerato il tortuoso e pericoloso tracciato autostradale. Arrivato a Genova, come mia consolidata consuetudine, sbaglio l’ingresso al porto commerciale e devo entrare in città per poi ritornare indietro, chiedendo indicazioni ad un motociclista che mi accompagna sino alla bretella di ingresso al porto. Sono in fila con poche altre moto e con numerosissime automobili, la nave sarà pienissima.
Familiarizzo con alcuni motociclisti in attesa come me: due amici che rientrano da un viaggio in Francia e Spagna ed un cinquantenne, docente a Biella, che ritorna al suo paese natale. Alle 8,00 ci fanno imbarcare e, sistemata la moto, vado subito in cabina per una indispensabile doccia. Poi si va a cena al self service e non mi privo delle mitiche seppie, stavolta in insalata con patate lesse, sedano, pomodorini e insalata verde. Le accompagno con le lasagne al pesto ed un bicchiere di fresco vino bianco. Si, mi rendo conto che avevo appetito. Telefono a mia moglie e poi passeggiata sul ponte esterno con rilassante toscanello. La stanchezza arriva improvvisamente e pesantemente, smaltita l’adrenalina della tappa odierna.
Km percorsi 1.023
Sono le 6,15, già da una decina di minuti sono sveglio ed il sonno non torna. Come sempre, a bordo del traghetto, si avverte il rassicurante rumore di fondo dei motori ed il placido, costante fruscìo dell’aria climatizzata, mi sa che mi alzo ed inizio la mia giornata di usuali e lunghe passeggiate nei vari ponti della nave. In mattinata rivedo il motociclista di Barrafranca, conosciuto ieri all’imbarco, e chiacchieriamo: ovviamente di moto, di viaggi in moto, di esperienze, di strade percorse e i discorsi si allargano e, come avviene spesso tra meridionali trapiantati al nord, si parla dei nostri annosi e irrisolti problemi. Il lavoro che non c’è per tutti, l’ambivalente desiderio di ritornare pur consapevoli dei tanti problemi.
Si arriva a Palermo alle 17,30 e poco dopo le 18.00 sono già sbarcato. Impiego 45 minuti per percorrere il lungomare e via Messina Marina sino allo svincolo di Villabate. Poi, con calma e senza fretta, percorro l’autostrada ed alle 20 arrivo a casa. Trovo il cancello già aperto, entro con la moto, fotografo il cruscotto con il contachilometri e l’ora segnata dall’orologio e quindi, finalmente, spengo il motore! Mi sento un poco spaesato e con la testa ancora “dentro” il viaggio… ma tornare è meraviglioso. A tavola parlo a lungo, sono carico di adrenalina e racconto del viaggio, però finalmente e veramente rilassato. Orgoglioso del mio viaggio.
Mi corico all’una, finalmente nel mio letto!
Km percorsi 170
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