Terza tappa del viaggio di Marco Boccaccio aka BuonaStrada – Diario di Viaggi in Moto verso l’Elefantreffen 2017, il celebre raduno invernale della Baviera. In questo terzo giorno di viaggio verso l’Elefantreffen raggiungiamo finalmente la meta, a Solla.
Non è facile ricordarsi i nomi di tutti, ma dopo una notte trascorsa nella stessa camera tutto è stato più semplice. Marco, Michele, Fabio, Andrea e un altro compagno di viaggio di cui tutt’ora non so il suo vero nome. Quest’ultimo è stato il mio coinquilino di letto a castello. Io decido di dormire al piano terra, lui invece sopra, avvertendomi però, che durante la notte si alza spesso per andare in bagno. Figurati gli dico, non c’è problema. Almeno fino alle 3 di notte, quando una forte scossa muove il mio letto svegliandomi di soprassalto. Non realizzo subito, ma lui mi tranquillizza: “tranquillo sono io, vado in bagno”! Un terremoto, in pratica. Quindi il 5 compagno si chiamerà “Terremoto”. Nonostante le scosse di “Terremoto” ho dormito abbastanza serenamente.
Mattina, colazione e subito operativi ! Ritiriamo le moto custodite in un parcheggio di fronte l’ostello. Ci raggiungono Federico e Nicola, altri due compagni che alloggiavano in un altro posto, e via, destinazione “fossa”. I 180 km sono stati veramente tosti. C’era un bel sole, ma le temperature erano veramente basse. Lara in alcuni punti segnalava anche -9 gradi.
Alla prima sosta ci accorgiamo che manca Federico, un ragazzone di 1,99 m. La sua KTM1190 a confronto sembrava una pitbike! Comunque, non siamo preoccupati! È attrezzato di navigatore, ci rincontreremo a Solla. Per il resto della tappa tutto è andato abbastanza bene.
Solla è una cittadina di pochi abitanti, circondata da una delle tante foreste bavaresi. Si capisce che l’Elefantentreffen è uno dei pochi eventi che si svolgono in questa città. c’è una mobilitazione e organizzazione efficiente. La strada per raggiungere la fossa è transennata, possono solo accedere le moto e le sidecar. Raggiungiamo l’ingresso!
Sento la frequenza cardiaca cambiare per l’emozione e l’adrenalina e c’è solo una frase che echeggia nella mia testa: “Minkia, all’Elefantentreffen sugnu!”. Decido di non entrare ma parcheggiare all’esterno. Scarico una parte dell’attrezzatura e metto il telo coprimoto. Il resto del gruppo fa altrettanto. Ci dirigiamo all’ingresso per acquistare il biglietto per poi localizzare il punto in cui realizzare il campo base.
Sono distratto dalle varie modifiche apportate sulle moto, dai costumi dei partecipanti che rendono l’Elefantentreffen uno dei motoraduni più folcloristici di sempre. Andrea e Michele trovano il posto, mentre io nel frattempo sono a fare la guardia alle 13 balle di fieno acquistate a 5 euro l’una. Iniziano i lavori di sgombramento neve, posizionamento tende e impianto di riscaldamento a cura di Michele. Facciamo un giro tra le vie del treffen fino ad arrivare al nucleo della fossa.
Al campo base, ci raggiunge anche il buon Giuseppe, partito da Anzio con la sua shadow in solitaria, che con molta tranquillità provvede a farsi la “fossa” tra la neve, piazzare la tenda e fa sentire la sua presenza soltanto nel momento in cui butta sulla brace fettine di pecora. Da quel momento, Giuseppe diventa: “The king of Brace”.
La serata continua con un susseguirsi di mangiate, bevute e visite in altri campi base. La stanchezza e l’alcol iniziano a farsi sentire e prima di “colassarmi”, decido di sistemarmi in tenda e prendere tutte le precauzioni necessarie al fine di trascorrere al meglio la notte. Prima di chiudermi in tenda, voci di campo esclamano: “figa -15!”.
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