5 borghi dove mangiare le specialità della cucina italiana


L’Italia è la culla della dieta mediterranea, una serie di abitudini gastronomiche e di comportamento alimentare che l’UNESCO ha inserito tra i beni immateriali dell’Umanità. Non stupisce dunque che tanti dei turisti, nazionali e internazionali, che decidono di visitare il nostro paese lo fanno anche e soprattutto per assaggiare piatti, ricette tipiche e acquistare prodotti enogastronomici che saranno il miglior souvenir della loro vacanza. Abbiamo selezionato per voi 5 borghi italiani dove mangiare i migliori piatti della cucina del Bel Paese, dove il viaggio non è solo di panorami, ma anche di fantastiche ricette.

Navelli, il borgo dello zafferano

Non è solo uno dei borghi più belli d’Italia, ma ha anche qualcosa di molto prezioso che lo caratterizza: lo zafferano dell’Aquila DOP. Siamo a Navelli, nella provincia de L’Aquila, a metà strada tra il capoluogo e il Gran Sasso. Un piccolo gioiello di montagna dove, insieme alle antiche chiese romaniche e a una necropoli di epoca romana, si può assaggiare lo zafferano, introdotto in questa zona intorno al Duecento dai monaci domenicani. Quello di Navelli è generalmente considerato come lo zafferano migliore del Centro Italia, e viene utilizzato in tante ricette, come l’immancabile risotto o i maltagliati zucchine, provola e zafferano.

Cetara, il borgo della colatura di alici

Persino il nome ne tradisce l’origine e la produzione tipica. Cetara, tra i borghi marinari di maggiore impatto scenico della Costiera Amalfitana, deve il nome al latino cetaria, ovvero tonnara, vendita di pesci grossi. Del resto, dove se non nel tratto di costa più bello della Campania si può mangiare un piatto a base di pesce? Qui, come secoli fa, si produce la colatura di alici di Cetara DOP, una salsa che deriva dalla maturazione delle alici in acqua e sale. Un condimento estremamente sapido che valorizza anche il più semplice dei piatti di spaghetti, rigorosamente con vista sulla Costiera.

Castelmezzano, il borgo della cuccìa

Non è la cuccia del cane, ma la cuccìa, una saporita zuppa di legumi e cereali che riscalda anche la più fredda delle giornate invernali sulle Dolomiti Lucane. È qui infatti che troviamo Castelmezzano, uno dei borghi del sapore più belli d’Italia: aggrappato alla roccia dell’entroterra della Basilicata, con la sua skyline che ti riempie di bellezza e adrenalina e percorsi a tutte curve che attraversano la regione dei Sassi di Matera e del Cristo di Maratea. Cosa significa il nome di questa zuppa? “Cucìa”, “si è cotto”: semplicemente, un modo per comunicare a tutti che la cena, povera ma gustosa, era servita in tavola.

Brisighella, il borgo dell’olio

Certo, la Romagna fa rima con Sangiovese. Su questo non c’è dubbio. Ma quando ti spingi nell’entroterra, scopri che c’è un piccolo borgo con una strada sospesa tra i palazzi, dominato da tre torri, circondato da olivi dai quali si ricava un olio straordinario. Siamo a Brisighella, alle porte dell’Appennino Romagnolo, in uno dei contesti paesaggistici più belli della parte sud dell’Emilia-Romagna. Questo borgo riesce ormai da tempo immemore a coniugare due eccellenze, il vino e l’olio, proponendoli in tutti i menù che vengono serviti nel coloratissimo centro storico. Una tappa imperdibile.

Altamura, il borgo del pane

Bianco come le case, giallo come la semola del suo magnifico pane dalla forma raccolta. Ad Altamura, tra il barese e l’Alta Murgia, si produce quello che è stato riconosciuto come il primo pane DOP d’Europa: nel 2003, il Pane di Altamura ha finalmente ottenuto un titolo che nel cuore dei pugliesi aveva già. Ancora oggi viene prodotto con l’antica ricetta con semola rimacinata di grano duro molita, tramandata nelle generazioni da contadini e pastori. Il colore della mollica è giallo paglierino, conferito dalla semola, immancabile sulle tavole imbandite delle famiglie pugliesi. E poi, Altamura ha davvero tanto da vedere!

Video Itinerari