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Due CBR tra Tirolo e Baviera

Stefano Maria Meconi  | 02 Dic 2022  | Tempo di lettura: 9 minuti

Una mini vacanza con l’amica del cuore e di Brand! Paola.

Giorno 1, km 300

Il ritrovo è a Lavis, direzione Bolzano.

Aria frizzante, nuvole all’orizzonte.

Così ci infiliamo senza indugio su per la bellissima Val Sarentino, pagando lo scotto di una quarantina di gallerie prima che la valle si dimostri in tutta la sua magnifica immensità, con tornanti assolutamente  guidabili, e rettilinei inaspettati, che lasciano il tempo per ammirare il panorama da favola.

A mt. 2214 eccoci sul Passo Pennes.

Ci attende un rifugio e una grossa pala eolica, ma soprattutto si gode di una vista praticamente a 360° sulle Alpi Retiche.

E l’aria che si fa ancora più frizzante.

La discesa verso Vipiteno è più ripida, ma altrettanto bella ed emozionante.

Un po’ di traffico in fondovalle, e in breve siamo al Passo del Brennero.

Prese dalla ricerca di una toilette, dimentichiamo di fare la solita foto ricordo sotto al cartello.

Dimentichiamo anche di pranzare a dire il vero!

Proseguiamo spedite passando sotto al Ponte d’Europa.

Qui la strada, nelle zone in ombra è sempre un po’ umida, ma bellissima!

Alte conifere ci accompagneranno fino alla periferia di Innsbruck.

La attraversiamo tutta, da Sud a Est.

E con qualche indugio dovuto alle scarse indicazioni e alla scarsa conoscenza della lingua, finalmente troviamo le indicazioni per Zillertal.

(Che poi basta seguire  per Salisburgo, ma me lo dimentico ogni volta!)

Non è la prima volta che vengo qui, ma l’attraversamento di Innsbruck mi mette sempre un po’ in crisi.

Una sessantina di km ci separano da Finkenberg, dove ci attende la mia cara amica Nina che ci ospiterà nel suo  bellissimo B&B che si trova ad un passo dalla piscina comunale, e ai piedi del ghiacciaio di Hintertux.

Il tempo di parcheggiare le moto sotto alla veranda, e scoppia un potente temporale.

Innsbruck Bruckenhof

Così ceniamo da lei e ci infiliamo presto tutte sotto alle coperte.

Il Giorno 2 ci vede

Turiste in pullman a Mayrhofen!

Ha diluviato tutta la notte e al nostro risveglio pioggia, freddo e nubi basse non lasciano presagire nulla di buono.

Consultiamo un paio di siti meteo, ma più saggiamente, con Nina, consultiamo gli orari del Bus che in una decina di minuti porterà me e Paola, nel centro di Mayrhofen.

Mayrhofen

Qui facciamo proprio le turiste.

Pranziamo ad un bistrot, visitiamo il caseificio, facciamo un pò di shopping, cercando di non cedere agli oggetti natalizi già esposti in bella mostra, dimenticando che siamo solo alla fine di luglio!

Così la giornata passa veloce, mentre le moto riposano al coperto, in buona compagnia.

Giorno 3, km 300

Dai, partiamo presto che c’è il sole! (e 11 gradi!)

Andiamo al Gerlospass che poi il sole è caldo e vedrai che panorama!

Queste sono le mie parole, mentre ci impacchettiamo come meglio possiamo, essendo partite dell’Italia con l’abbigliamento estivo.

Il GerlosPass divide il Tirolo dal Salisburghese.

Scendiamo in fondovalle, e a Zell am Ziller imbocchiamo la 165 che ci porterà veloci a 1628 mt.

Le curve sono dolci, la strada sembra proprio bella, ma una densa foschia ricca di umidità non ci permette di vedere un granché. Arriviamo così sul Passo, che è un ampio pianoro dove c’è un casello tipo autostrada dove bisogna pagare un pedaggio di 7 euro in cambio di un passaggio andata e ritorno, e di un bell’adesivo.

GerlosPass

Il sole diventa già un remoto ricordo.

E tutta la vallata del Salisburghese è immersa nelle nuvole.

Ogni tanto si apre qualche finestra di simil sereno che ci regala la vista di  pascoli  verdissimi e di cime dalle quali sgorgano, cristalline e spumeggianti, le maestose cascate di Krimml.

cascate di Krimml

La strada è a dir poco stratosferica, ma anche i limiti di velocità lo sono.

In effetti i tornanti non sono per niente banali, ed in questo caso, anche bagnati!

Scese di quota esce un pò di sole, e con esso, anche un pò di calore.

Non ricordo dove, ci siamo fermate a bere un latte macchiato bello bollente.

Poi è stata la volta del ThurnPass, mt 1273, dove, da sole, e al sole, abbiamo scattato una foto alle moto, parcheggiate arrogantemente in mezzo all’incrocio per immortalare anche il cartello.

Thurn Pass

Incredibile come non ci sia in giro nessuno!

Gironzoliamo letteralmente fino a raggiungere Kitzbühel, ma non la visitiamo, preferendo perderci su per i pascoli attigui.

Nasce una discussione tra navigatore di Paola e orientamento di Annalisa.

Finiamo in Germania e poi in qualche modo, sotto ad un nuovo temporale, torniamo a casa, a Finkenberg, ripassando dal GerlosPass.

GerlosPass

Per fortuna anche stasera Nina ci prepara un’ottima cena.

Giorno 4

Il giorno 4 finalmente c’è il sole, e così ci dedichiamo ad un giro ”lacustre”, collezionando anche oggi circa 300 km di gran bellezza e spensieratezza.

Il primo lago, balneabile anche se freschino, è Achensee. Il più grande del Tirolo (il mare dei Tirolesi).

Achensee

Contornato da maestose cime e costeggiato da una bellissima strada stranamente poco trafficata.

Ci fermiamo a far colazione quasi in fondo al lago, e una grande aiuola che ospita una chiesa in arte topiaria, cattura la nostra attenzione ed i nostri obbiettivi.

Proseguiamo così sulla 181 fino ad arrivare all’AchenPass.

Da qui in poi saremo in Germania, in Baviera per l’esattezza, e la strada si chiamerà 307.

Achenpass

Ma siccome navighiamo con i miei appunti legati sulla borsa del serbatoio, e una cartina promozionale molto poco dettagliata, non sappiamo bene cosa ci aspetta.

Austria

Il prossimo lago che incontreremo, è il Tegernsee.

Qui la situazione si fa un po’ più vivace e turistica e visitiamo il paesino omonimo, che si affaccia con un porticciolo, sulle rive ben curate e popolate da anatre.

Passiamo da SchlierSee, il terzo lago della giornata, ma senza fermarci, e seguiamo le indicazioni per Spitzingstalle, incuriosite.

Ci ritroveremo a mt. 1129 dopo aver percorso una salita (nel bosco ovviamente) di circa 3,5 km con una pendenza media del 10%

Fine.

Spitzingsattel

Nel senso che la strada finisce e nel ritorno ci regala la vista in lontananza dello SpitzingSee, il quarto lago della giornata.

Spitzingsee

Da qui in poi la navigazione sarà esclusivamente a vista e ad orientamento.

Dopo la discussione dell’altro giorno, Paola deve aver lasciato in camera il navigatore, e quindi è costretta a fidarsi e a seguirmi.

È la volta dell’UrsprungPass. Mt. 836. Tanto bello quanto deserto.

Anche il tipico rifugio in cima è chiuso, così toccherà tornare per comprare l’adesivo!

A dire il vero non ci fermiamo neanche a fare la foto sotto al cartello. Le strade qui sono curatissime. È un piacere guidare. E niente stress da traffico. E grazie ad un cartello, sappiamo che siamo appena rientrate in Austria.

Da qui inizia la parte più bella di tutta la giornata.

Iniziamo la nostra discesa, tra piccoli tornanti e grandi boschi.

Ad un certo punto devo aver lasciato la strada principale, perché iniziamo a scendere ripidamente e rapidamente  per una strada molto stretta.

Il bosco si fa più fitto.

L’umidità è ben percepibile sulle nostre visiere appannate.

Un cartello ricoperto di muschio ci avvisa di un tunnel con pendenza del 18%

Ottimo no? con due CBR!

Ormai siamo ad un punto di non ritorno. Si procede e ci si infila, ma la luce in fondo al piccolo tunnel ci rincuora.

Breve ma intenso! Non finiamo di scattarci foto!

La sorpresa, pochi km più giù, è trovare una segheria con una specie di casetta/dogana.

Ci verrà chiesto un ”dazio” di un paio di euro.

Che storia!

Poco dopo eccoci di nuovo alla civiltà, e sulla 171 che ci ricondurrà verso Mayrhofen e Finkenberg.

Il quinto ed ultimo giorno ci vede in sella alle moto per 11 ore, ininterrottamente passate sotto la pioggia, per percorrere 400 km mai dritti.

Alle 10 in punto partiamo. Spioviggina.

Potremmo scegliere la strada più breve, ovvero quella dell’andata, ma no!

Torniamo sul GerlosPass, stavolta meno avvolto dalla nebbia, così notiamo che la grande diga che l’altro giorno non avevamo visto, è completamente ”foderata” d’erba!

Gerlospass

Incredibile! Impatto ambientale e visivo, zero!

Scattano foto a manetta, anche se non rendono.

E nuove foto le scattiamo anche al bellissimo bacino artificiale Durlassboden, una volta oltrepassata la verdissima diga.

Durlassboden

Di nuovo ammiriamo le cascate di Krimml e scendiamo freddolosamente fino ad imboccare la Felbeltauren Strasse.

Che vallata!

Da urlo!

Siamo negli Alti Tauri.

Alti Tauri

Piove a dirotto ma è lo stesso tutto molto bello anche se i 55 km che dal Passo conducono all’ingresso del tunnel, ce li siamo proprio guadagnati.

Il Felbeltaurentunnel si imbocca alla quota ragguardevole di mt. 1632.

Felbeltaurentunnel

In 5 km e 10 € siamo nella TaureTall.

La parvenza di sole all’entrata, lascia all’uscita ogni speranza.

Felbeltaurentunnel

La pioggia battente ci accompagnerà per i 60 km che ci dividono dal Passo Stalle, e dall’Italia.

Qui Paola è di casa, così seguo lei senza indugio.

Il passo Stalle è molto bello, come quasi tutti i passi del resto, e la sua particolarità sta nel semaforo che regola il traffico a senso unico alternato, di ogni mezz’ora, poiché la parte italiana è tanto bella quanto stretta.

Abbiamo circa un quarto d’ora per scattare qualche foto e comprare l’adesivo, prima che il semaforo diventi verde per noi.

Passo Stalle

Discretamente bagnate, stanche, affamate ed infreddolite ci fermiamo finalmente per pranzo ad Anterselva.

Sono le 14 passate.

Ma non dobbiamo fermarci troppo, altrimenti chi riparte più? E la strada è ancora lunga.

Seguo Paola sul Passo Furcia. Ecco, questo rientra tra i passi non proprio belli…

Passo Furcia

Poi è la volta del Passo Campolongo, mentre la pioggia si fa più fitta ed inizia già ad imbrunire.

Ad Arabba ci salutiamo ad un incrocio, senza neanche toglierci i caschi. Diluvia.

Paola prenderà per Belluno, io proseguo svalicando il Passo Pordoi nella nebbia più totale, sperando che l’unica auto che avevo dietro, mi superasse per farmi un pò di traccia.

Niente, mi ha fedelmente seguita fino a Canazei.

Da lì, più velocemente possibile, Val di Fassa, Val di Fiemme, e poi,  non so perché, scelgo la Valfloriana invece che scendere pacificamente fino ad Egna/Ora.

Risultato.

Arrivo a casa alle 21.

Un WhatsApp per sapere se anche Paola è arrivata a casa sana e salva, una doccia bollente e già si pensa a come conquistare i Pirenei Francesi la prossima estate.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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