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Grande Strada delle Dolomiti, il percorso alpino delle tre regioni

Redazione TrueRiders  | 16 Nov 2018  | Tempo di lettura: 3 minuti
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Nell’articolo di oggi ci occuperemo di una delle strade italiane più apprezzate in assoluto dagli appassionati di escursioni su due ruote (motorizzate e non) ma, più in generale, dagli amanti di panorami mozzafiato.

Parleremo infatti di quello che, tecnicamente, corrisponde ad un semplice tratto della Strada Statale 48 (quello che va da Vigo di Fassa a Cortina d’Ampezzo), ma che, allo stesso tempo, tutti conoscono come la Grande Strada delle Dolomiti.

Una strada più che celebre, progettata e realizzata tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo dal team dell’organizzazione alpinistica tirolese che risponde al nome Deutscher und Österreichischer Alpenverein (letteralmente “club alpino tedesco ed austriaco”).

La Grande Strada delle Dolomiti è quindi un percorso lungo circa 110 chilometri, che attraversa il Veneto, il Trentino e l’Alto Adige, letteralmente immerso nelle Alpi italiane, famoso in tutto il mondo per il territorio strepitoso che va a tagliare.

Una tratta semplicemente perfetta per un viaggio e che può venire gustata praticamente in qualunque periodo dell’anno, visto che ad ogni stagione corrisponde un paesaggio caratterizzato da colori e addirittura odori diversi.

1 Mappa

2 Grande Strada delle Dolomiti. L’itinerario

Come è facile immaginare è difficile riassumere in poche righe un itinerario che comprenda l’attraversamento di diverse regioni italiane, per cui oggi ci occuperemo di un percorso più breve, particolarmente amato dagli appassionati.

2.1 La partenza da Bolzano

Il nostro viaggio parte idealmente da Bolzano e punta subito in direzione Cardano, grazie alla Strada Statale 241: una strada storica, che un tempo percorreva il fondo della gola locale tra spettacolari pareti di roccia e che però oggi è stata sostituita da un tunnel per ragioni di sicurezza.

Superata la frazione possiamo puntare fino a Nova Levante, ovvero il primo punto panoramico della tratta, da cui godrete di una vista più unica che rara del Gruppo del Catinaccio.

Vale sicuramente la pena di fare sosta a Lago di Carezza, luogo noto come il favorito di niente meno che l’imperatrice austriaca Elisabetta (che tutti conosciamo soprattutto con il nomignolo “Sissi”).

Grande Strada delle Dolomiti - Carezza

Grande Strada delle Dolomiti – Il Lago di Carezza, detto anche l’Arcobaleno del Latemar

Uno spot sicuramente affollato, ma che merita di essere visto anche solo per godere del riflesso del gruppo montuoso del Latemar sulle acque del laghetto locale. Dopodiché possiamo attraversare il Passo di Costalunga raggiungendo così la Val Fassa.

A questo punto sta a voi scegliere quanto sostare nella cittadina e se magari dedicare un piccolo detour in zona Canazei, oppure se puntare direttamente Passo Pordoi ed il confine con il Veneto (altro tratto privilegiato per osservare il Sassolungo in tutto il suo splendore).

Questo tratto della Grande Strada delle Dolomiti inizia a farsi impegnativo e conta la bellezza di 33 tornanti, ma vi permetterà di raggiungere due località deliziose quali Arabba e Livinallongo del Col di Lanna.

Un’ultima meta a cui dedicare una sosta è sicuramente il Castello di Andraz, che potrete individuare pochi chilometri dopo il borgo ononimo, andando in direzione del Passo Falzarego.

Grande Strada delle Dolomiti - Falzarego

Grande Strada delle Dolomiti – Il Passo Falzarego

Proprio da quest’ultimo è possibile arrampicarsi fino al Rifugio Lagazuoi (tramite funivia), per sperimentare quella che probabilmente è la terrazza panoramica più bella di tutto l’itinerario. Una location ricca di bellezza e di storia, se consideriamo che è stata reale luogo di combattimento tra reparti italiani ed austriaci durante la Grande Guerra.

Proprio il Passo di Falzarego è l’ultimo “ostacolo” da superare per chiudere questo breve viaggio alla scoperta della Grande Strada delle Dolomiti: raggiunta la Valle d’Ampezzo basterà infatti seguire le indicazioni fino a Cortina per ritrovarvi di colpi immersi nella bellezza della cosiddetta “Perla” del territorio.

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