Quando Milano incontra Venezia: non è una partita di calcio, ma la storia di una strada antichissima

Quando Milano incontra Venezia: non è una partita di calcio, ma la storia di una strada antichissima

Alessio Gabrielli  | 23 Lug 2024  | Tempo di lettura: 5 minuti
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Il Passo San Marco è uno dei valichi più importanti della Lombardia, dal punto di vista storico e turistico. Si trova più precisamente tra Val Brembana e Valtellina, territori di forte interesse per i viaggiatori. Natura, sport invernali, ottima gastronomia e le immancabili curve: una destinazione perfetta per i riders.

Passo San Marco in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Raggiungiamo il Passo San Marco partendo dalla località termale di San Pellegrino Terme, in Val Taleggio. Quest’ultima si trova all’incirca ad una distanza di 23 km dal centro di Bergamo città. Dal capoluogo orobico, si giunge a San Pellegrino attraverso la SS40 in direzione della Val Brembana. Proseguendo lungo la SS38 si raggiunge Morbegno, a quasi 100 km di distanza da Bergamo città, e da qui si prosegue per San Pellegrino Terme.

La prima parte dell’itinerario rappresenta un classico tratto di montagna, immersi tra i boschi del Parco Regionale delle Orobie. Una volta superata Mozzaldo, il percorso si fa via via più complesso, ma meraviglioso dal punto di vista naturalistico.

Poco prima di arrivare in quota, è necessario affrontare il noto curvone del Passo San Marco. Si tratta di un tratto ad elevata pendenza, per cui è necessario percorrere la curva a velocità ridotta, evitando accelerate brusche soprattutto in condizioni di asfalto sdrucciolevole (più frequente in autunno e primavera).

Superato con maestria il curvone, si prosegue per la Valtellina; una volta valicato il San Marco, il passo vira verso Morbegno. La strada si fa di nuovo tortuosa, tuttavia la ridotta pendenza rende il tratto più agevole che all’andata. Tutt’intorno si aprono le meravigliose scenografie naturali di questa vallata dell’Alta Lombardia, terra di un turismo elegante e che guarda al verde.

Da qui si può proseguire in direzione della bella Sondrio, dove visitare un importante museo delle moto d’epoca.

Il passo “veneziano” della Lombardia

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Il Passo San Marco è alto 1992 m s.l.m., circa 750 in meno del Passo dello Stelvio. Un livello decisamente interessante, al quale si giunge con due percorsi completamente diversi. Se quello di Morbegno è piuttosto agevole, senza cioè dislivelli impossibili, non può dirsi lo stesso per il lato di Olmo al Brembo. Sul Versante Morbegno, la salita è lunga 25 km con un dislivello di 1600 metri. La pendenza varia dallo 0,4% fino al 9,7% (al 22esimo chilometro), ed è in media del 7,5%. Sul versante di Olmo al Brembo, la salita è lunga 18 chilometri, con un dislivello di circa 1300 metri. Due tratti hanno una pendenza superiore al 10% (10,5 e 11%) e la pendenza media è dell’8%.

Il Passo di San Marco ha origini che possono farsi risalire al Trecento. Fu proprio la Repubblica di Venezia a volerlo, per favorire e accelerare gli scambi con il Canton Grigioni (Svizzera). A quell’epoca, era la Svizzera ad avere il predominio sull’area della Valtellina. La Serenissima decise dunque di costruire una strada sulla quale, in vetta, collocare anche una dogana. Oggi di quell’edificio non ve n’è ovviamente più traccia. L’appellativo dato al percorso richiama ovviamente il santo patrono di Venezia, con la tradizionale iconografia del leone alato.

Cosa vedere nei dintorni del Passo di San Marco

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Rifugio Cà San Marco

Nei pressi di Mezzaldo, il Rifugio bene edificato nel 1593 con la funzione di area di controllo, per, poi, divenire con gli anni un posto dove ristorarsi assumendo le sembianze di location turistica a tutti gli effetti.

Il Rifugio Cà San Marco si disloca a circa 1830 metri rispetto a mare, per la precisione esso si trova ad Averara, ed è possibile accedervi nei mesi comprensivi tra marzo e novembre. La struttura ha una capienza tale da poter ospitare circa 50 persone.

Un’alternativa se durante l’imbocco del valico vuoi ristorarti, il Rifugio è anticipato da un suggestivo sentiero, che può essere imboccato in moto.

Parco Regionale delle Orobie

Qui la tappa, bella realtà della natura bergamasca, è d’obbligo, non puoi non fermarti per ammirare la bellezza del parco. Trattasi di una distesa di verde di più di 70 mila ettari ad un livello rispetto al mare tra i 2/3 mila metri.

Qui potai fotografare ed ammirare una flora e una fauna meravigliosa fatta di forestazione, piante, alberi da frutto ed animali come volatili tra cui aquile, corvi ecc…

Oratorio della Vergine delle Grazie di Alboredo

Trattasi di una piccola cittadina dislocata all’incirca a 950 metri dal mare, in cui potrai perderti in un’escursione storica tra monumenti e strutture artistiche tra cui l’oratorio della Vergine delle grazie e la Chiesa dei Santi Rocco e Sebastiano.

In particolare quest’ultima è una struttura dallo stile barocco, molto suggestiva, al cui interno potrai ammirare dei bellissimi affreschi ben tenuti.

Valtellina

In un itinerario che si rispetti vi deve essere anche una buona base di tradizione culinaria, ed ecco che non devi perdere l’occasione di fermarti da uno dei tanti caseifici che troverai presso la Valtellina in concomitanza con il valico di San Marco. Peculiarità del posto è il Bitto, un formaggio storico, di alcuni attribuiscono la nascita nel 900. Nei pressi della Valtellina troviamo anche la Valmalenco, vallata laterale ai confini italiani con una splendida scenografia naturale.

Casa Braulio, l’eccellenza di Bormio

Altra specialità tipica di questo territorio è l’Amaro Braulio, un amaro a base di erbe che viene preparato dall’omonima azienda sin dalla sua fondazione, che risale addirittura al 1875. In quasi 150 anni di storia, l’azienda ha mantenuto inalterato il suo rapporto con la Valtellina e con Bormio, ed è proprio qui che è stata inaugurata di recente Casa Braulio, una realtà aperta al pubblico dove scoprire all’interno delle sue cantine il processo produttivo, l’invecchiamento in botte e assaggiare questo elisir di erbe, radici e bacche, e soprattutto scoprire gli sforzi per la valorizzazione del patrimonio locale, un’attività che proprio in una realtà così fortemente legata al territorio assume un significato nuovo.

Alessio Gabrielli
Alessio Gabrielli

Sono Alessio Gabrielli, ho 26 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport



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